Regine tropicali nate dalla tecnologia contemporanea
Strano caso, quello delle orchidee: le loro terre d’origine sono selvagge, esotiche e lontane, dalle foreste asiatiche al centro America, ma quelle che possiamo coltivare facilmente in casa, perché robuste, durevoli e meno sensibili ai problemi ambientali, sono nate grazie alle moderne tecnologie vivaistiche in fatto di ibridazione (ossia l’incrocio fra specie e varietà diverse) e in tema di produzione: serre high-tech dove controlli automatizzati e attività robotizzate riducono al minimo gli sprechi energetici e migliorano la qualità delle piante. Oggi le Phalaenopsis, i Cymbidium e altri generi, declinati in tante varietà meravigliose, sono reperibili a prezzi moderati proprio grazie a queste produzioni supertecnologiche.
Stop alle delusioni con qualche attenzione
Prima di tutto, dopo l’acquisto non lasciate le orchidee esposte al freddo o al caldo in auto per lungo tempo; riparatele dalle correnti d’aria fredda durante il trasporto a destinazione. La lunghissima fioritura e la relativa facilità di vederle rifiorire, a volte anche per anni, ha reso molto popolari le Phalaenopsis e i Cymbidium. Anche Vanda e Dendrobium sono resistenti. Orchidee come Paphiopedilum, Cattleya, Miltonia, Cambria, Oncidium e altre sono più sensibili alle condizioni ambientali. Per tutte le orchidee ci sono alcune regole base: molta luce ma non sole diretto, temperatura ambientale stabile, niente correnti d’aria, niente ristagno di acqua nel sottovaso per più di 15 minuti dall’irrigazione.
Nutrimento: poco ma regolare
Il fabbisogno nutritivo è modesto ma regolare: in natura le piante vivono con le radici immerse in residui vegetali parzialmente decomposti dai quali traggono l’energia, che va assicurata ogni 10-15 giorni con Cifo Concime liquido orchidee, dal contenuto equilibrato di Azoto, Fosforo e Potassio con microelementi. Favorisce lo sviluppo delle radici, l’emissione di nuovi boccioli dai colori brillanti e prolungate fioriture. Quando la pianta ha terminato la fioritura si sospendono le concimazioni per 6-8 settimane; al termine di questo riposo si riprende a concimare per facilitare una nuova fioritura.
Irrigazione, un fattore chiave
L’umidità costante è il requisito base per favorire la crescita. L’acqua deve essere a temperatura ambiente, meglio se piovana o comunque povera di calcare (eventualmente, lasciar decantare l’acqua del rubinetto per 24-48 ore in un innaffiatoio per depositare parte del calcare sul fondo); si innaffia quando il substrato, toccandolo, risulta quasi asciutto.
Un’alternativa comoda e sicura è offerta da Cifo Aquastick, gel idratante a base di acqua purissima a lento rilascio che viene liberato gradualmente nel terreno, dove rimane disponibile per 30 giorni circa; è indicato per tutte le piante ornamentali in vaso da interno ed esterno. Basta posizionare il flacone capovolto in prossimità del bordo del vaso e inserirlo ad una profondità di 2-3 cm… e per un mese, all’acqua ci pensa lui, anche se è sempre consigliabile un controllo della pianta, in ogni sua parte, ogni 4-5 giorni. Utile la frequente vaporizzazione di acqua sul fogliame (non sui fiori) per conservare intorno alla pianta un microclima sempre umido.
Rinvaso, quando farlo?
Quando la pianta è entrata in riposo si può effettuare il rinvaso, in un contenitore di poco più grande se le radici sono cresciute, oppure nello stesso vaso, effettuando solo la sostituzione del substrato (tutto o solo in superficie). Indispensabile utilizzare Cifo Terriccio specifico per Orchidee – Linea Torfy, composto da corteccia di pino, fibra di cocco e torba bionda, con un pH specifico ed un elevato grado di porosità e drenaggio, per evitare dannosi ristagni idrici. Il concime contenuto assicura nutrimento per le prime fasi del trapianto sostenendo l’attecchimento.