La comunicazione tra radici e parte aerea delle piante

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Scopriamo il ruolo dei messaggeri chimici nelle piante

Comunicare è vitale per le piante quanto lo è per gli animali. Se per questi ultimi risulta scontato pensare che sussista una forma di linguaggio o comunicazione, altrettanto non lo è per le piante.

Il primo ad accorgersene fu Charles Darwin durante i suoi studi, quando dimostrò scientificamente che l’estremità di una radice rappresenta un sofisticato organo in grado di rilevare numerosi parametri e reagire agli stessi. Nonostante ciò, solo di recente (qualche decennio fa), in seguito a numerosi studi di ricercatori quali P. Boysen-Jensen, A. Paál, e Frits Went, si è giunti ad una evidenza che potesse provare l’esistenza di un linguaggio o una via di comunicazione anche nel mondo dei vegetali.

Come sappiamo, la vita di una pianta comprende una serie di numerose fasi e azioni finalizzate ad assicurare la sopravvivenza e a garantire l’accrescimento attraverso l’adattamento ai diversi climi e ambienti, il tutto senza avere nessuna possibilità di movimento. A differenza di quanto possa accadere per il mondo animale, in cui ad esempio una gazzella, anche se presa alla sprovvista, ha pur sempre la possibilità di scappare all’attacco di un predatore, per il mondo dei vegetali non vale lo stesso principio: l’erba medica o qualsiasi altra specie selvatica presente in un pascolo, in ogni caso possiede un apparato radicale che rimane saldamente ancorato al terreno, persino quando una vacca porta via tutta la vegetazione aerea per nutrirsi oppure quando, durante una forte grandinata, tutte le parti verdi ne vengono compromesse.

Questi sono solo due degli esempi che fanno comprendere più visivamente i motivi per i quali le piante, nel tempo, abbiano dovuto studiare fini strategie per poter sopravvivere anche nelle condizioni più ostili. E tutto ciò, senza un sistema nervoso centrale!

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Tutte queste complesse funzioni sono regolate dalle piante attraverso sostanze che oggi abbiamo imparato a distinguere con il nome di ormoni vegetali o fitormoni. Nei vegetali sono state riscontrate cinque classi di composti ad azione ormonale, prodotti da diversi organi della pianta durante le diverse fasi del loro ciclo vitale:
• Auxine, sintetizzate principalmente nei meristemi apicali, ad esempio in foglie in crescita e nei giovani frutti, coinvolte nell’allungamento e nella crescita cellulare.
• Gibberelline, ormoni derivanti da composti terpenici che, tra le varie funzioni, regolano la crescita dei frutti e inducono la germinazione dei semi e l’allungamento degli internodi.
• Citochinine, ormoni sintetizzati principalmente nelle aree meristematiche delle radici come ad esempio nell’endosperma del seme. Esse controllano la divisione e la differenziazione delle cellule vegetali (organogenesi), intervenendo inoltre in processi fisiologici fondamentali come la fotosintesi e la dominanza apicale.
• Acido abscissico e etilene, ormoni associati invece agli stadi di riposo vegetativo e senescenza.
Ognuno di questi ormoni viene a sua volta traslocato tramite xilema e / o floema al resto degli organi della pianta dove darà origine a varie risposte o stimoli. Tuttavia, gli effetti e le modalità d’azione degli ormoni risultano molto varie e complesse e, spesso, succede che vengano determinati non tanto dall’azione di un singolo ormone, ma dall’equilibrio tra di loro.

A questo proposito, il focus su cui ci concentriamo oggi è proprio l’equilibrio tra Citochinine e Auxine:
il rapporto Auxine/Citochinine permette alla pianta di mantenere un’armonia tra lo sviluppo dell’apparato radicale e la crescita della parte aerea. Quando questo rapporto risulta a favore delle Citochinine, la pianta induce una risposta attraverso la differenziazione delle gemme vegetative coinvolte nell’accrescimento della vegetazione sopra suolo.
Quando l’equilibro risulta invece a favore delle Auxine, la pianta induce una serie di processi che portano alla formazione di nuove radici (rizogenesi) per conservare l’equilibrio.

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Nella pratica comune è possibile avere una prova visiva di tale equilibrio quando si svolgono operazioni cesorie o altri interventi meccanici o chimici sulla pianta. Ad esempio, un trapianto mal eseguito o una potatura drastica possono spostare l’ago della bilancia ormonale determinando nella pianta uno squilibrio che porta ad uno sviluppo disforme, con risposte spesso dannose sia sulla vegetazione ipogea che sulla vegetazione epigea (ricacci eccessivi sul tronco e colletto oppure disseccamento di uno o più rami).

Sintetizzando, un’eccessiva crescita della parte aerea rispetto all’apparato radicale genera un aumento di Auxine, le quali vengono trasferite per via floematica alle radici dove indurranno una risposta attraverso un maggior sviluppo delle radici, per compensare le esigenze vegetative della pianta. All’opposto, un eccessivo sviluppo dell’apparato radicale rispetto alla parte aerea provoca un aumento di Citochinine che verranno trasferite per via xilematica alla parte aerea, determinando un maggiore sviluppo vegetativo e una crescita delle gemme laterali, che consentiranno di “smaltire” l’eccesso le risorse assorbite per via radicale.

Questa breve descrizione è utile per avere maggiore comprensione di come avviene la comunicazione all’interno della pianta e di come essa può regolare il proprio sviluppo in conseguenza alla variazione di questo rapporto. I tecnici R&D di Cifo hanno analizzato a lungo questi effetti, studiando in laboratorio e in pieno campo le migliori soluzioni da applicare nell’agricoltura specializzata per incrementare gli effetti favorevoli apportati dai propri prodotti considerando lo sviluppo della pianta nel suo insieme.

A tal fine, vi invitiamo a consultare il nostro nuovo catalogo 2021, presente anche online sul nostro sito, per approfondire le migliori soluzioni all’interno della nostra gamma di prodotti.

Per un’azione diretta sul controllo dei processi metabolici e nutrizionali della pianta, in coerenza con l’obiettivo agronomico prescelto, puoi scoprire la nostra gamma di fitoregolatori:

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  • Energil 100 A, per ottenere frutti con miglior colorazione, pezzatura oltre ad un anticipo della maturazione.

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  • Fixormon, per evitare la cascola precoce dei frutti e controllare l’emissione di germogli laterali e polloni radicali.

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  • Giberellina Cifo, per contrastare i danni da gelate, favorire l’allegagione e anticipare la fioritura;

  • Gibresol, per accorciare i tempi di germinazione dei semi, migliorare l’allegagione e contrastare l’acinellatura nella vite.

Diversamente, per promuovere un’azione in grado di ristabilire la fisiologia della pianta a seguito di uno sbilanciamento dell’equilibrio ormonale i prodotti più indicati sono quelli ad azione biostimolante. Per quest’obiettivo suggeriamo l’utilizzo di: Ert 23 Plus, Macys BC 28 e linea Sinergon (Sinergon Plus, Sinergon Bio e Sinergon R).

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