Albicocco
L’albicocco è diffuso in Italia nelle regioni a clima mite: è un albero a fioritura precoce, che non sopporta le gelate tardive.

Descrizione
Alto fino a 7-8 metri, il diametro della chioma è tra i 4 e i 5 m. La chioma è tondeggiante, con foglioline ovali dai margini seghettati, sostenute da lunghi piccioli. I fiori, che sbocciano ai primi di marzo, sono composti da cinque petali bianchi bordati di rosa, mentre i frutti sono drupe globose e oblunghe, di colore arancione, con la polpa che si stacca dal nocciolo. L’albicocco può vivere fino a 50 anni: la prima fioritura si ha dopo circa 4 anni dalla messa a dimora, con i frutti che maturano tra maggio e luglio.
Ambiente
L’albicocco ha bisogno di ambienti temperati caldi con clima secco, dove non vi sia possibilità di gelate tardive che danneggiano i boccioli; ma il gelo invernale è necessario per non avere cascola delle gemme. Il terreno ideale è fresco e argilloso, ricco di sostanza organica; predilige posizioni soleggiate e al riparo da correnti fredde. La messa a dimora deve essere effettuata all’inizio dell’autunno o a fine inverno. Le annaffiature devono essere regolari, ogni 15-20 giorni. L’albicocco non sopporta le potature drastiche: si consiglia solo di diradare i rami, per eliminare quelli secchi e sfoltire i germogli dell’annata precedente, senza esagerare: i frutti crescono più grossi e colorati se si trovano in posizioni ombreggiate dalla chioma.
Nutrizione
Concimare regolarmente con un fertilizzante in polvere ricco in azoto, distribuendolo al terreno con l’acqua di annaffiatura in 4-5 volte, per permettere alla pianta di assorbirlo gradualmente (l’eccesso di azoto provoca la produzione di legno debole); dalla formazione dei frutti fino alla raccolta concimare con un prodotto ricco in potassio.
In caso di stress ambientali (specialmente gelate tardive) si consiglia di intervenire con un concime a base di aminoacidi.
In caso di potatura o in presenza di ferite, utilizzare una pasta cicatrizzante.
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Trapianto e rinvaso
Mettere a dimora la pianta in autunno, utilizzando terriccio universale mescolato con ammendante organico, per favorire l’attecchimento.
Albicocco: Malattie fungine
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Monilia
Sui frutti provoca marciumi molli che si estendono fino al disfacimento di tutta la superficie; in una fase successiva il frutto si disidrata e mummifica. Sui rami si formano delle piccole tacche che evolvono in cancri; la parte distale del ramo collassa, i fiori si necrotizzano e le foglie si arrossano.
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Oidio – Mal bianco
Il mal bianco compare a tarda primavera sulle foglie e sui germogli, con macchie di colore chiaro su cui si forma una polvere biancastra; in corrispondenza delle macchie i tessuti necrotizzano assumendo un colore brunastro.
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Albicocco: Parassiti
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Afidi
Gli afidi si dispongono sulla pagina inferiore delle foglie. Producono una grande quantità di melata che provoca asfissia delle foglie , formazione di fumaggini e ustioni per via del suo effetto lente. Le foglie si deformano e cadono. Gli afidi possono anche essere veicolo di virus.
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Cocciniglia
Le punture di questi insetti e l’emissione di saliva provocano: sui rami, arrossamenti a cui segue la necrosi dei tessuti; sulle foglie punteggiature necrotiche che conducono alla loro caduta; sui frutti, macchie con alone rossastre con al centro un punto grigio.
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Acari – Ragnetto rosso
Piccoli ragnetti di colore rosso e arancione stanziati sulle foglie, alle quali provocano depigmentazione nei pressi delle venature e la successiva caduta.
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Tignole
Lepidottero che attacca frutti e germogli scavando gallerie al loro interno. I germogli avvizziscono, i frutti emettono un grumo di gomma seguito da disfacimento molle, marciume e cascola.
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Albicocco: Carenze
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Carenze di Ferro
La carenza di ferro si manifesta con l’ingiallimento delle foglie nelle zone internervali: se progredisce, può condurre alla necrosi dei margini fogliari, alla caduta delle foglie o, nei casi estremi, alla morte della pianta.
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