Gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, causa sovente di gelate precoci, sono ormai evidenti nell’agricoltura italiana, con andamenti meteorologici sempre più variabili.
Quest’anno, abbiamo assistito a condizioni climatiche mutevoli che hanno influenzato le coltivazioni.
Sbalzi termici repentini e condizioni atmosferiche imprevedibili, hanno creato stress per le piante, influenzando la qualità e la quantità delle produzioni.
Un Biostimolante unico nel suo genere.
In contesti climatici instabili, l’impiego di biostimolanti diventa cruciale per aiutare le piante a mantenere l’equilibrio fisiologico.
Per sostenere le colture durante la stagione invernale la soluzione ideale è rappresentata da Macys BC 28: un concentrato puro di alga Macrocystis Integrifolia, riconosciuto dal Decreto legislativo 75/2010 dei fertilizzanti come biostimolante.
Un’alga unica è coltivata nella British Columbia (Canada) e raccolta con un processo meccanico a bassa temperatura, preservando la concentrazione di sostanze biologicamente attive.
Processo produttivo dell’alga Macrocystis Integrifolia
A differenza di altre alghe, la Macrocystis Integrifolia cresce in condizioni di stress nei fondali dell’Oceano Pacifico canadese, rendendola ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, utili per incrementare la produttività e la resistenza alle condizioni ambientali difficili.
L’approccio di Cifo contro le gelate precoci.
Macys BC 28, grazie alla sua varietà di sostanze biologicamente attive, potenzia le funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta, aumentandone la resistenza a stress ambientali e fisiologici come ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali.
Per prevenire i danni da gelo, si consiglia un programma di interventi ripetuti, supportando la pianta nei periodi più delicati.
Durante le prime fasi di sviluppo dei germogli, Macys BC 28 può essere somministrato in combinazione con Ener 26, una specialità nutrizionale utilizzabile per via fogliare anche in Agricoltura Biologica.
Questo formulato fornisce Potassio, Zolfo e microelementi utili a mantenere l’equilibrio osmotico all’interno delle cellule vegetali e ad abbassare il punto di congelamento prevenendo danni alle membrane cellulari.
L’azione sinergica di entrambi i prodotti aumenta la resistenza della pianta ai bruschi cali di temperatura e riattiva i processi fisiologici e biochimici di risposta dopo episodi di gelo, aiutando la pianta a recuperare rapidamente il suo ottimale sviluppo vegeto-produttivo.
Entrambi i prodotti vengono applicati ai seguenti dosaggi.
Prodotto
Dose
Applicazione
Macys BC 28
2 L/ha
Per via fogliare, ripetendo gli interventi a distanza di 7-10 giorni
Ener 26
2,5 L/ha
Per via fogliare, ripetendo gli interventi a distanza di 7-10 giorni
Ceren Turan, Product Manager e Ulas Suzen, Export Manager, hanno partecipato ad un incontro tecnico nazionale organizzato a Baku da AGROVITA, il distributore CIFO in Azerbaigian.
L’incontro, che ha coinvolto circa 100 partecipanti, tra agricoltori, consulenti agricoli, acquirenti, specialisti di idroponica e gestori di serre, ha avuto come obiettivo principale quello di mettere in evidenza la vasta gamma di prodotti CIFO disponibili nel paese, fornendo nel contempo approfondimenti tecnici volti a massimizzare l’efficienza d’uso dei prodotti CIFO e garantire i migliori risultati produttivi agli agricoltori azeri.
Il successo di questo evento è stato testimoniato dal grande interesse e dall’entusiasmo manifestati dai partecipanti.
La nostra collaborazione con AGROVITA e gli altri partner locali è stata davvero essenziale per il successo dell’evento, l’obiettivo comune rimane quello di creare relazioni solide e collaborative, basate sulla comprensione reciproca delle sfide e delle opportunità che il mercato agricolo azero offre.
Celebrare la diversità di persone, background e competenze nell’agricoltura contribuisce a creare un ambiente più ricco di prospettive, promuovendo l’innovazione e affrontando le sfide del settore in modo più completo e globale.
Nel mese di ottobre appena passato, alcune ricorrenze speciali ci hanno ricordato il ruolo cruciale che tutti i professionisti del settore agricolo rivestono all’interno delle proprie comunità.
Il 12 ottobre si è celebrata la Giornata Nazionale degli Agricoltori americani.
Il 15 ottobre è stata la Giornata Internazionale delle Donne delle aree rurali.
Il 16 ottobre abbiamo festeggiato la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Il 22 ottobre si è tenuta la Giornata Mondiale della Semina.
Da un lato dell’oceano all’altro, alcuni dei nostri colleghi più esperti e preparati hanno condiviso storie, tendenze, aspirazioni e dato qualche piccolo suggerimento ai giovani che vogliono lavorare in questo settore.
Con #diversityinagriculture, in Huber AgroSolutions (HAS) celebriamo la straordinaria varietà di talenti della nostra squadra globale.
Fabrizio Bolognini, Customer Care Manager Italia Cifo
Perché hai scelto di lavorare in questo settore?
Sin da giovane ho nutrito un profondo interesse per il mondo dell’agricoltura. E fin dai primi passi della mia carriera, CIFO ha rappresentato una presenza rilevante in questo affascinante universo.
La mia avventura in CIFO ha preso il via il 1 settembre 1997, quando, all’età di 25 anni, sono stato accolto nella squadra. In quel momento, la mia esperienza nel settore era pari a zero; prima di questa opportunità, le mie competenze erano limitate al contesto lavorativo d’ufficio.
Qual è la tua visione dell’evoluzione delle pratiche agricole a livello globale per un futuro più verde? Ci sono tendenze o innovazioni che ti entusiasmano particolarmente?
L’agricoltura è da sempre uno dei motori per la crescita del benessere umano, personalmente, credo che si dovrebbe puntare con decisione sull’innovazione per creare prodotti sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Se dovessi dare un consiglio ai giovani professionisti in campo agricolo, cosa diresti?
Il mio consiglio fondamentale per i giovani che intendono intraprendere una carriera nell’agricoltura è quello di fare della tecnologia il perno centrale della gestione della propria aziende agricola. La tecnologia rappresenta un catalizzatore indispensabile per trasformare le prassi agricole tradizionali in modelli più avanzati, sostenibili ed efficienti.
In sintesi, investire in tecnologia rappresenta la chiave per il successo e la sostenibilità nell’agricoltura moderna.
La coltivazione delle solanacee in serra è una pratica diffusa per garantire una produzione costante e di alta qualità.
Nella coltivazione in serra delle solanacee sono i palchi fiorali a supportare la futura fruttificazione di pomodori, peperoni e melanzane.
Per ottenere un elevato numero di frutti per pianta ed esaltare le performance produttive, è essenziale pianificare interventi di fertilizzazione mirati allo sviluppo dei palchi.
in questo articolo, esploreremo le migliori pratiche e gli interventi di nutrizione cruciali per garantire lo sviluppo di palchi robusti, uniformi e produttivi nelle solanacee coltivate in serra.
Conoscere le solanacee.
Le solanacee sono una famiglia di piante che includono una vasta gamma di specie coltivate, tra cui i pomodori, i peperoni, le melanzane e le patate, queste piante richiedono un apporto nutrizionale specifico per svilupparsi e produrre frutti sani.
La fertilità del terreno e la gestione dei nutrienti sono fondamentali per garantire una crescita vigorosa e la massima resa.
Le basi nutrizionali.
Il primo passo per una fertilizzazione efficace è condurre un’analisi del terreno, questo permette di valutare la composizione chimica del suolo e identificare eventuali carenze o eccessi di nutrienti, in seguito basandosi sui risultati dell’analisi, è possibile stabilire un programma di fertilizzazione mirato.
I nutrienti base necessari per la coltivazione delle solanacee includono azoto (N), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca) e magnesio (Mg), tuttavia, è importante notare che le esigenze di elementi nutritivi possono variare leggermente tra le diverse specie di solanacee.
I meccanismi metabolici coinvolti.
Molto spesso in campo si manifestano interazioni di natura genetica, ambientale, fisiologica e nutritiva che possono dar luogo a squilibri ormonali o vegetativi che vanno a discapito dello sviluppo produttivo della pianta, durante la fase di formazione dei palchi, queste interazioni possono presentare un’incidenza più o meno accentuata a seconda della varietà coltivata ma, il sink principale su cui la pianta concentra gli sforzi e in cui confluiscono le sostanze nutritive è rappresentato dal rachide fiorale.
Quando si manifestano squilibri nutritivi derivanti ad esempio da eccessi azotati o potassici, variazioni della foto-luminosità o condizioni climatiche avverse, il rachide fiorale va incontro ad un processo di stasi che lo porta ad un completo blocco fisiologico e che determina quindi la mancata formazione di nuovi palchi, questo delicato equilibrio è ovviamente mediato da segnali ormonali che modificano il bilancio auxinico – citochininico nella pianta.
Oggi le testimonianze ci confermano che è possibile evitare questi squilibri agendo sulla corretta nutrizione delle solanacee in serra con soluzioni atte a garantire un apporto bilanciato di elementi nutritivi e formulati naturali ad attività ormonosimile.
Perché scegliere la strategia Cifo per le solanacee in serra.
La nostra esperienza ci porta a presentare due specialità, SinerVEG e Blok L, impiegate in combinazione, questa strategia permette di fornire sostegno fisiologico alla pianta affinché possa normalizzare il proprio ciclo vegeto produttivo garantendo così più longevità al rachide fiorale per un ottimo sviluppo dei palchi deputati a sostenere la produzione.
SinerVEG è uno speciale formulato ad attività biostimolante, di origine naturale ed utilizzabile anche in agricoltura biologica.
La matrice a base di estratti lignocellulosici manifesta una duplice azione sulle piante: un’azione auxino simile che interviene nel regolare la crescita dell’apparato radicale, promuovendo la distensione dei meristemi apicali dei capillizi ed un’azione citochino simile in grado di stimolare la divisione cellulare ed influenzare il numero di gemme laterali nei meristemi apicali dei germogli.
Questa duplice azione determina un aumento di sezione a livello del palco fiorale, la presenza di un maggior numero di fiori per ciascun palco oltreché un miglior uniformità di apertura e tasso di allegagione.
Questo processo ovviamente pone la pianta in una condizione di maggior richiesta energetica per attivare tali vie metaboliche; è importante quindi garantire simultaneamente un supporto nutrizionale costante, che passa però necessariamente attraverso un incremento dell’assorbimento di nutrienti a livello del suolo, anche in questo caso Cifo ha sviluppato una sinergia vincente grazie a Blok L, una specialità nutrizionale impiegabile anche in regime di agricoltura biologica a base dell’esclusiva alga Macrocystis integrifolia accoppiata agli estratti terpenici derivanti dalla speciale tecnologia industriale TE.CO.
Questo mix permette di aumentare la superficie di assorbimento dell’apparato radicale tramite la continua emissione di radici laterali e di ridurre l’incidenza dei fenomeni di stress che possono instaurarsi a livello del piede.
Sviluppa tutto il potenziale colturale grazie all’accoppiata Cifo!
Per sostenere una crescita rigogliosa dei palchi ed aumentare la produttività generale degli impianti di solanacee in serra è possibile utilizzare, anche in agricoltura biologica, la combinazione di SinerVEG e Blok L tramite fertirrigazione.
La corretta gestione nutrizionale delle solanacee in serra è un aspetto fondamentale per ottenere una coltivazione sana e produttiva, con una corretta analisi del terreno, un programma di fertilizzazione mirato e l’attenzione costante alle esigenze delle piante, è possibile massimizzare la resa e la qualità dei frutti.
L’impiego delle specialità nutrizionali Cifo può contribuire a migliorare la produttività generale dell’impianto garantendo così maggiore sostenibilità economica per la coltivazione, in definitiva, il protocollo rappresenta un investimento che ripagherà abbondantemente nell’ottenere raccolti abbondanti e di alta qualità delle solanacee in serra.
Da utilizzare su:
Orticoltura, Pomodoro, Peperone, Melanzana, Peperoncino
Cifo, azienda leader nel settore agricolo, è orgogliosa di annunciare la sua decima collaborazione come partner ufficiale del progetto Combi Mais. Questo ambizioso progetto di sostenibilità, che ha preso il via nel 2014, si è dedicato allo sviluppo della maiscoltura italiana, con l’obiettivo di coltivare mais di prima qualità, massimizzare la produzione di granello di mais e garantire un prodotto sano sotto il profilo delle micotossine.
Il 27 settembre di quest’anno, presso l’azienda agricola Folli a Robbiano di Medaglia (MI), si terrà l’evento annuale dedicato al progetto Combi Mais. Questo terreno di 28 ettari, di proprietà dell’azienda agricola Folli, ha visto la realizzazione del progetto Combi Mais grazie all’importante contributo di Cifo.
Nel quadro del protocollo di coltivazione del mais, Cifo ha posto particolare attenzione alla fisiologia delle piante, progettando interventi mirati. Questo protocollo ha dimostrato di essere efficace nel contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, enfatizzando il concetto di “stay green” e riducendo l’effetto naso, il tutto migliorando la produttività e la qualità dei raccolti. Questo approccio ha permesso di sfruttare appieno il potenziale produttivo delle varietà coltivate.
Il protocollo Cifo prevede l’uso di prodotti specifici, come Granverde Top Start, un concime microgranulare appositamente sviluppato per favorire la partenza delle colture a ciclo primaverile-estivo. Per il diserbo, è previsto l’impiego di Sinergon Plus, un biostimolante liquido, e in associazione al trattamento contro la piralide somministriamo Sinergon Plus e il prodotto N.S.Z. 26, un formulato che fornisce azoto alle piante in una forma completamente assimilabile, che insieme ai diserbi rende più efficace il trattamento facendo anche superare lo stress alla pianta coltivata in questo caso il Mais
I prodotti utilizzati nel protocollo CombiMais
L’agenda dell’evento del 27 settembre include la presentazione del Protocollo di produzione e i risultati ottenuti nel corso del 2023 alle ore 15:00. Alle 17:30, ci saranno interventi da parte delle autorità, e per concludere, festeggeremo insieme i 10 anni di Combi Mais e il centenario dell’azienda Agricola Folli con un aperitivo. Cifo sarà presente con uno stand nell’area F5.
Unisciti a noi per celebrare una decade di impegno nella promozione della sostenibilità agricola e per festeggiare insieme a Combi Mais e all’azienda Agricola Folli questo importante traguardo. Siamo entusiasti di continuare a sostenere la crescita sostenibile del settore agricolo italiano.
La stagione vitivinicola non termina con la vendemmia.
Negli ultimi anni, sempre più viticoltori concordano nel riconoscere l’importanza agronomica della concimazione post vendemmia, questo perché l’obiettivo da raggiungere rimane quello di ricostituire le riserve nutritive delle piante al termine del loro ciclo di produzione.
In passato, il periodo che segue la vendemmia spesso coincideva con il momento in cui gli agricoltori mettevano le loro attrezzature in rimessa per l’inverno, pensando che le viti stessero entrando in una fase di riposo vegetativo e non avessero bisogno di ulteriori apporti nutrizionali.
Oggi, questa convinzione è stata completamente smentita poiché è ormai evidente che le piante continuano a crescere fino all’arrivo delle temperature invernali (al di sotto di circa 10°C).
Inoltre, nel corso degli anni, gli impianti sono diventati sempre più produttivi e con cicli di crescita più lunghi. In molte situazioni, questo intenso ciclo di produzione può esaurire le risorse nutritive delle stesse piante, che andranno così in contro ad una carenza di nutrienti.
Perché è importante la concimazione post vendemmia?
Tra la fine della vendemmia e la caduta delle foglie, il terreno spesso si trova nelle condizioni ideali di temperatura e umidità, molte varietà continuano a svolgere la fotosintesi in questo periodo e questo aspetto è fondamentale per comprendere che la pianta può potenzialmente continuare ad assorbire i nutrienti anche in questa finestra temporale per riallocarli nei tessuti, dove verranno stoccati fino alla primavera successiva.
In breve, la concimazione post raccolta è importante per reintegrare gli elementi nutritivi utilizzati durante la stagione produttiva in modo da soddisfare le esigenze nutritive delle viti fino alla successiva primavera.
Cosa accade durante l’inverno.
Durante l’inverno, le funzioni vegetative delle piante si riducono al minimo, entrando in uno stato di dormienza apparente, in questa fase, i nutrienti si accumulano nelle parti perenni (come rami e gemme) mentre i materiali superflui si disperdono concentrandosi nelle foglie in procinto di cadere.
Vantaggi della concimazione autunnale per le viti.
L’utilizzo di formulati speciali, preceduto da attività di sperimentazione in campo è divenuto un protocollo consolidato per la concimazione autunnale delle viti.
Frazionamento delle unità fertilizzanti nel corso della stagione
I risultati ottenuti dimostrano una maggiore resistenza delle viti al freddo invernale, un migliore equilibrio vegetativo e produttivo, un aumento della fertilità delle gemme, una maggiore produzione e una riduzione dell’alternanza produttiva, il che è fondamentale per mantenere alta la redditività del vigneto.
È importante notare che le concimazioni autunnali post vendemmia e primaverili sono complementari e dovrebbero essere parte di un piano di concimazione aziendale specifico per le viti, rispettando le asportazioni e le unità fertilizzanti previste annualmente.
Le soluzioni consigliate da Cifo.
Per la distribuzione al terreno, i prodotti consigliati in vigneto sono TOP N e TOP NPK 7-5-14, appartenenti alla Linea TOP, entrambi formulati in forma pellettata ad azione biostimolante utilizzabili anche in agricoltura biologica, entrambi garantiscono alta efficienza nutrizionale, incremento della fertilità biologica del suolo, basso impatto ambientale.
I prodotti del protocollo di concimazione post vendemmia
Per l’applicazione fogliare sulle viti, Cifo consiglia l’utilizzo combinato del concentrato puro di alga Macrocystis IntegrifoliaMacys BC 28 e di BZ Fast, che apporta Boro e Zinco altamente assimilabili, questa combinazione utilizzabile in agricoltura biologica aiuta a ripristinare le riserve nutritive naturali delle viti e le prepara per una ripresa vegetativa ottimale nella primavera successiva.
Mettendo a riposo le viti ben nutrite, possiamo assicurare che lavorino al meglio al ritorno della stagione vegetativa, garantendo una produzione di uva sana e abbondante, e di conseguenza, un vino di alta qualità.
Le soluzioni naturali Polvere di roccia e Propoli si rivelano efficaci nel contrastare la mosca dell’olivo, un insetto dannoso per l’olivicoltura.
La mosca dell’olivo, conosciuta scientificamente come Bactrocera oleae è un insetto fitofago che può causare gravi danni alla produzione di olive, le femmine della mosca dell’olivo depongono le uova all’interno dei frutti, a partire dalla fase di indurimento del nocciolo, in seguito le larve, scavando nel mesocarpo delle olive, provocano danni alle drupe che possono portare alla loro caduta prematura.
Inoltre, l’attacco delle larve può causare anche alterazioni alla qualità dell’olio estratto dalle olive, generando conseguenti danni sia in termini di quantità che di qualità della produzione.
Se in passato le alternative erano diverse (es. Dimetoato, esche di Spinosad ed altri p.a. ovo-larvicidi), osservando il quadro attuale è facilmente intuibile che le strategie di controllo sono e saranno sempre più orientate verso l’impiego di prodotti a basso impatto per l’ambiente.
È proprio in questo cambio che si fa largo la classe di prodotti denominata “corroboranti”, altro non sono che dei formulati in grado di potenziare ed attivare le difese naturali delle piante nei confronti di agenti fitopatogeni fogliari e radicali, sia in maniera diretta, attraverso l’attivazione di geni i cui prodotti inibiscono l’alimentazione, il metabolismo, la crescita e la riproduzione di patogeni, sia in maniera indiretta, grazie alla produzione di specifici metaboliti volatili (HIPVs) in risposta all’ attacco dei fitofagi.
Una via più sostenibile per il controllo preventivo della mosca dell’olivo
Come già accennato, revoche di principi attivi e limitazioni d’uso sia in convenzionale che in regime biologico, stanno spingendo sempre più agricoltori ad optare, ove possibile, per alternative più sicure e con zero residui sul prodotto finale oppure in miscela con prodotti fitosanitari.
Dopo anni di rigorose sperimentazioni, sia in laboratorio che in campo, sono stati finalmente introdotti sul mercato due nuovi prodotti a efficacia preventiva: Polvere di roccia e Propoli, entrambi questi corroboranti sono approvati per l’uso in agricoltura biologica e possono essere impiegati sia singolarmente che in sinergia tra loro.
Per valutarne l’efficacia entrambi i prodotti sono stati testati presso i laboratori e gli oliveti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia e confrontati con altre tesi in cui sono stati applicati prodotti a base di caolino, a base di rame o semplicemente con acqua (controllo generale).
Sia nella prova in laboratorio, sia in quella in campo, i prodotti impiegati per i trattamenti sono stati applicati con dosi comprese negli intervalli riportati in etichetta, la Polvere di roccia e il caolino sono stati applicati come sospensioni acquose.
Polvere di roccia Cifo è costituita da particelle di dimensioni < 20 μm ed è composta da una percentuale variabile di chabasite, phillipsite, K-feldspato, biotite, pirosseno e vetro vulcanico, invece, la Propoli impiegata nella sperimentazione è un estratto di propoli delle api (1,2% p/p) in soluzione di olio di semi di lino.
Per il test in laboratorio è stata identificata un’arena sperimentale consistente in una piastra Petri in cui è stata inserita una porzione di frutti della cultivar Frantoio esposta ad una femmina fisogastra di mosca delle olive in cui per ciascuna è stata valutata l’effettiva ovideposizione.
La prova in campo è stata condotta in un oliveto adulto (in piena produzione), situato a Spello (Umbria), costituito da alberi della cultivar Borgiona allevati a vaso, con distanze di piantagione di m 5 x 5.
Dalla prova condotta in laboratorio è stata confermata l’efficacia rispetto al controllo di Polvere di roccia, da sola o in miscela con Propoli , con un effetto significativo sulla riduzione delle ovideposizioni (Grafico 1)
Nella prova condotta in campo, la percentuale di olive attaccate da B. oleae, cioè che mostravano almeno una puntura di ovideposizione, differiva tra i diversi trattamenti e il controllo (Grafico 2), in particolare, i trattamenti con la tesi Polvere di roccia + Propoli e con la tesi Caolino + Propoli , hanno mostrato i livelli di attacco più bassi, entrambi inferiori al 10%.
Sostenibilità non solo ambientale ma anche economica
I dati riportati dal Grafico 2 mostrano indiscutibimente un’efficacia maggiore della combinazione Caolino + Propoli, tuttavia, occorre precisare che si sta confrontando un quantitativo di Caolino (40 Kg) quasi 7 volte superiore alla dose applicata di Polvere di roccia, con un’efficacia quasi del tutto paragonabile, questo aspetto mette in luce, da un lato, la considerevole riduzione di costi permessa dall’uso della tesi Polvere di roccia + Propoli, dall’altro lato, viene evidenziato anche il plus apportato dalla Propoli, grazie proprio alla creazione di quel “film” ad effetto adesivante sulla superfice delle olive rendendole meno attrattive per le femmine durante l’ovideposizione, questa combinazione permette inoltre di aumentare e prolungare l’effetto dei singoli prodotti (caolino e Polvere di roccia), consentendo così di ridurre il numero di trattamenti da eseguire.
Più flessibilità nelle strategie di controllo della mosca
L’impiego di Polvere di roccia e Propoli in maniera sinergica mostra notevoli potenzialità di controllo, sia in lotta integrata sia in biologico, anche le successive sperimentazioni in campo hanno confermato la stessa efficacia ed oggi vengono utilizzati con 3 diverse finalità:
Come metodo di controllo principale, ripetendo al bisogno i trattamenti;
In trattamenti supplementari associati alle tecniche di controllo adulticide o ovo-larvicide, consentendo di ridurre il numero di trattamenti con esche o insetticidi;
Per ridurre l’effettivo quantitativo di rame impiegato.
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. – 2022. Field and Laboratory Efficacy of Low-Impact Commercial Products in Preventing Olive Fruit Fly, Bactrocera oleae, Infestation. Insects 13, 213. https://doi.org/10.3390/insects13020213
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. 2022. Collection and Processing of Behavioural Data of the Olive Fruit Fly, Bactrocera oleae, When Exposed to Olive Twigs Treated with Different Commercial Products. Data, 7(7): 85.
Daher E., Rondoni G., Cinosi N., Conti E., Famiani F. – 2023. Particle Films Combined with Propolis Have Positive Effects in Reducing Bactrocera oleae Attacks on Olive Fruits. Horticulturae 9, 397. https://doi.org/10.3390/horticulturae9030397
Daher E., Cinosi N., Chierici E., Rondoni G., Famiani F., Conti E. – 2023. Polvere di roccia e propoli contro la mosca dell’olivo. Olivo e Olio 4, 40-43.
A partire dal 1 giugno, Leonardo Valenti ha cessato la carica di Ceo del Gruppo Biolchim e della controllata Cifo.
Nei ben 15 anni alla guida di Biolchim, Valenti ha lasciato senza dubbio un segno indelebile, per i successi conseguiti e per la capacità di traghettare l’azienda prima e il Gruppo poi, verso traguardi sempre più ambiziosi.
La sua qualificata esperienza aziendale, la sua lungimiranza e il suo pragmatismo, nonché la sua abilità nello stringere partnership strategiche con gli investitori, sono stati infatti il motore di importanti acquisizioni e di una continua e rilevante crescita.
Non a caso, sotto la sua guida, il Gruppo è riuscito ad ottenere risultati importanti anche in contesti complessi come la crisi pandemica e la conseguente crisi delle materie prime.
Non possiamo dunque che ringraziarlo, orgogliosi di averlo avuto al timone, e con l’auspicio di proseguire sulla rotta da lui tracciata.
“Ci tengo ad esprimere a Leonardo i più sentiti ringraziamenti per i nove anni dedicati all’azienda – ha dichiarato Pierluigi Picciani, in qualità di Consigliere Delegato Cifo – Con grande dedizione e fiducia nelle prospettive di questa storica realtà italiana, Valenti ha dato un impulso determinante alla sua evoluzione, rendendola sempre più efficiente e più pronta alle sfide del mercato e strutturata per aprirsi a nuovi orizzonti”.
Il programma qualità dell’olivo di Cifo prevede un mix nutrizionale bilanciato per ottenere il massimo della carica produttiva in uliveto ed una migliore resa in olio al momento della raccolta.
È ormai un fatto assodato che, quando si parla di olivicoltura, i tratti distintivi della produzione Italiana nel mondo siano due, l’assoluta qualità dell’olio e quindi dei nostri extravergini e la straordinaria varietà che contraddistingue le oltre 500 cultivar presenti in tutto il nostro territorio, con caratteri morfologici, fisiologici e agronomici unici.
Equilibrio chiave del sistema olivicolo italiano risiede nella capacità degli agricoltori di coniugare aspetti quali il legame con la territorialità, la tradizionalità tipica della lavorazione e le tecniche agronomiche messe in campo per assicurare produzioni standardizzate e costanti.
L’importanza di gestire gli obiettivi agronomici prioritari
L’avanzamento tecnico in questo settore mette sempre più in luce la necessità per l’agricoltore di garantire un controllo su aspetti cruciali per la qualità dell’olio, un controllo che debba necessariamente passare attraverso la corretta gestione di fabbisogni fisiologici e nutrizionali della pianta.
I prossimi mesi saranno decisivi e determinanti per la produzione d’annata, per questo occorre iniziare ad applicare già da ora piani mirati e prefissandosi obiettivi ben chiari: uno degli obiettivi agronomici prioritari per i mesi che seguiranno è quello che riguarda il riempimento drupa, un fattore che influenza direttamente la successiva fase di inolizione.
Oggi sappiamo che durante questa fase l’acido palmitico e stearico lasciano posto all’acido oleico e linoleico, i quali determinano un incremento del contenuto della componente lipidica, in questo arco temporale la pianta richiede il massimo apporto di acqua, energia e nutrienti utili per sostenere lo sviluppo di tutti i frutticini ed evitare che momenti di stress possano costituire un serio rischio per l’oliveto incorrendo in fenomeni di cascola.
Alghe e aminoacidi, alleati indispensabili.
Per sostenere le rese e la qualità dell’olio, Cifo sfrutta le proprietà benefiche di alghe ed aminoacidi attraverso l’impiego di due specialità utilizzate in sinergia:
Macys BC 28, un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge 75 dei fertilizzanti come biostimolante impiegabile anche nel biologico, ricchissimo in sostanze biologicamente attive quali vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali.
L’utilizzo di Macys BC 28 permette di intensificare le funzioni fisiologiche e metaboliche delle piante durante le delicate fasi di allegagione ed accrescimento drupe.
Sinergon Bio, un biostimolante per uso fogliare utilizzabile anche in agricoltura biologica, grazie allo specifico rapporto tra amminoacidi liberi in particolare tra glicina e prolina+idrossiprolina, svolge una forte azione attivante per la fisiologia vegetale contribuendo, in sinergia con Macys BC 28, al miglioramento dell’equilibrio vegeto-riproduttivo della pianta, al potenziamento dell’allegagione e al riempimento drupe.
Soluzioni diverse per esigenza agronomiche diverse.
Per associare elevate produttività ed eccellenti caratteristiche organolettiche in fase di molitura risulta molto importante completare l’azione nutritiva apportando azoto, potassio e microelementi prontamente assimilabili dalle piante, per questo motivo durante la fase di accrescimento è importante l’utilizzo di Floral K un formulato caratterizzato da una rapida e completa solubilizzazione e da bassa salinità.
Con la recente notizia riguardante la revoca del Dimetoato, gli olivicoltori sono chiamati ad impostare metodi alternativi per proteggere le drupe dalla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), in questo recente scenario si aprono ampi spazi di impiego del nostro prodotto Polvere di roccia che, se applicato in maniera preventiva, permette di “camuffare” le olive rendendole poco attrattive per le femmine durante l’ovideposizione.
Le soluzioni Cifo per mitigare lo stress e ottimizzare l’uso dell’acqua (Water management)
Alla base di ogni sistema di coltivazione vi è la necessità di controllare e gestire parametri che riguardano sostanzialmente suolo, luce, fertilità e temperatura, ognuno di questi a sua volta influenza o viene influenzato da un unico elemento essenziale, ovvero l’acqua.
La pressione di questo elemento è ultimamente un tema molto studiato in quanto sempre più di frequente stiamo assistendo a primavere siccitose caratterizzate da forti escursioni termiche, seguite da periodi di piogge torrenziali che rappresentano nient’altro che il preludio a lunghi intervalli estivi con temperature roventi, sono situazioni che ormai rappresentano la norma in ogni stagione agraria e conseguenti sono anche i danni diretti alle colture come distruzione dell’apparato fogliare, ingiallimenti, allettamenti e stress di vario tipo.
Le insidie climatiche
Se l’andamento dovesse seguire quello degli ultimi 10 anni, nei mesi che seguiranno i periodi di siccità saranno sempre più frequenti e intensi, in particolare in aree come quella mediterranea e nell’Europa occidentale e determineranno, al di là delle implicazioni climatiche e ambientali, un aumento della scarsità d’acqua e difficoltà d’approvvigionamento soprattutto in una stagione in cui la maggioranza degli impianti si troveranno in piena produzione.
In effetti, in diverse province italiane gli agricoltori stanno già facendo i conti con l’aumento dei prezzi dell’acqua per l’irrigazione delle colture e inevitabilmente ciò determinerà anche un aumento dei costi finali di produzione.
La corretta gestione dell’acqua rappresenta, quindi, uno strumento fondamentale per garantire reddito agli agricoltori oltre che l’approvvigionamento del settore dell’agroindustria, tanto più a fronte dell’imminente maggior incertezza sulla sua fornitura.
Siccità
Allagamenti
Quali sono i sintomi ed i meccanismi coinvolti?
Alte temperature e scarsità d’acqua determinano la chiusura degli stomi da parte della pianta che tenta così di limitare la disidratazione dei tessuti vegetali, al contempo, rallentano anche i processi metabolici, inclusi quelli di assorbimento dei nutrienti e fotosintesi.
Quando questa condizione perdura nel tempo le radici perdono la capacità di assorbire la poca acqua residua nel suolo e anche i tessuti aerei iniziano presto a presentare segni visibili di degradazione della clorofilla, le piante colpite manifestano ingiallimenti, appassimenti e perdita di turgore dei tessuti che possono degenerare in abscissioni delle foglie fino a parziali o completi disseccamenti, il contenuto di clorofilla è, infatti, uno degli indicatori più utilizzati per valutare il livello di squilibrio metabolico nelle piante sottoposte a stress idrico.
Schema della traspirazione della pianta
Per far fronte all’esposizione allo stress idrico, le piante hanno però sviluppato vari meccanismi fisiologici e biochimici per ridurre gli impatti dannosi, ad esempio, la produzione di osmoliti o composti osmoprotettori come prolina, glicina betaina e composti fenolici sono solo alcuni dei processi che le piante mettono in atto per migliorare la tolleranza alle condizioni di stress da siccità.
Ed è proprio studiando queste strategie naturali che in Cifo sono stati sviluppati specifici protocolli per le colture, grazie all’impiego di particolari specialità nutrizionali e biostimolanti in grado di influenzare e regolare meccanismi fisiologici fondamentali quali l’evapotraspirazione ed il turgore cellulare, in questo modo la pianta è messa nelle condizioni di produrre sempre al meglio anche quando si manifestano particolari condizioni di stress.
Turgore cellulare e ridotta evapotraspirazione: le due chiavi della strategia Cifo
Le soluzioni presentate da Cifo nascono all’interno della “Strategia Gestione Idrica”, un protocollo sviluppato in campo e che punta alla massimizzazione dell’efficienza d’uso dell’acqua tramite il soddisfacimento di 3 criteri di giudizio presi come riferimento per lo sviluppo della strategia:
✔️ Selezione delle migliori tecnologie formulative
✔️ Analisi chimico fisiche su piante e suoli
✔️ Test di efficacia in varie condizioni pedo climatiche
Questi tre parametri hanno permesso di individuare le matrici nutrizionali che presentassero il miglior rapporto tra efficacia e contenimento dei costi in un’ottica di massimizzazione del ritorno economico dell’investimento per l’agricoltore (ROI).
Il risultato di questa ricerca ha portato alla selezione di due formulati commerciali ottenuti con tecnologie a ridotto impatto ambientale: Macys BC 28 e SinerVEG, entrambi impiegabili ai seguenti dosaggi
La combinazione di questi due formulati permette di sfruttare a pieno i benefici apportati da alghe, estratti vegetali ed altre sostanze bioattive in un’azione sinergica che manifesta a pieno i suoi effetti attraverso un mirato contenimento dell’evapotraspirazione, l’accumulo di osmoprotettori all’interno della cellula vegetale e l’incremento del turgore cellulare.
Macys BC 28 è un potente biostimolante impiegabile anche in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo.
La presenza inalterata di numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga stessa, in particolare laminarine, betaine ed alginati, induce la sovra espressione di alcuni geni coinvolti nella segnalazione dello stress, come la sintesi dell’ABA e di antiossidanti, il metabolismo dell’azoto ed il mantenimento dell’attività fotosintetica, tutte queste modificazioni fisiologiche consentono una migliore mitigazione dello stress ossidativo ed una migliore efficienza nell’uso dell’acqua (maggiore conduttanza stomatica e migliore attività fotosintetica).
Foto ad alta risoluzione della pagina inferiore di una foglia di vite – confronto tesi su turgore cellulare
Tesi aziendale
Tesi Cifo
SinerVEG, è un agente biostimolante della crescita e dello sviluppo delle piante d’origine naturale, a base di estratti lignocellulosici, consentito in agricoltura biologica, che fornisce carbonio vegetale prontamente assimilabile in assenza di azoto organico, stimola la fotosintesi clorofilliana potenziando l’attività fisiologica della pianta agendo sul metabolismo primario e secondario.
Utilizzato per via fogliare in abbinamento a Macys BC 28, permette di regolare la pressione osmotica e di ottimizzare il contenuto idrico all’interno dei vacuoli migliorando il turgore cellulare e rendendo la membrana più elastica e più resistente ai danni causati da eccessive precipitazioni o al contrario da lunghi periodi di secco garantendo un risparmio significativo del consumo d’acqua.
A fine aprile si sono svolti diversi incontri con il nostro distributore Erawan e i suoi rivenditori per la promozione dei prodotti Cifo in Thailandia.
È stata una buona occasione per promuovere ulteriormente la conoscenza del marchio e parlare delle nostre soluzioni per il mercato locale.
Un sentito grazie per la fantastica ospitalità e tanti complimenti al team Erawan, sempre pronto nel rispondere con entusiasmo a queste occasioni di arricchimento professionale.
L’andamento meteorologico ricopre un ruolo fondamentale in agricoltura influenzando il ciclo e la produttività delle colture.
I fenomeni climatici estremi, sempre più frequenti negli ultimi anni, sono determinanti nel rischio di insorgenza di organismi dannosi e stress abiotici come la scarsa disponibilità idrica e le alte o basse temperature. Come non farsi trovare impreparati?
Ne parliamo il 12 Maggio a partire dalle 17:30 in un evento digitale gratuito in collaborazione con Cifo dal titolo “Cambiamento climatico: come aiutare le piante a produrre in condizioni difficili”.
Le proposte di Cifo per assicurare alle colture qualità ed alta tolleranza agli stress
Quando si parla di orticoltura spesso si pensa erroneamente che l’impiego di soluzioni biostimolanti sia giustificato e molte volte incentivato dall’alta remuneratività delle produzioni ma, nella realtà dei fatti, le esigenze di questo comparto negli anni sono diventate via via più stringenti, dovendo fare i conti con aspetti quali ad esempio:
✔️ La non perfetta coincidenza tra maturazione commerciale e maturazione fisiologica delle piante
✔️ Gli alti requisiti di qualità e sanità richiesti da trasformatori e GDO
✔️ La suscettibilità agli squilibri climatici
✔️ Cicli stretti e conseguente deperimento delle caratteristiche dei suoli
Da questi aspetti, appare quindi subito chiaro il rischio di lasciarsi sfuggire dei fattori cruciali per il buon andamento della coltura ed emerge la necessità di operare un’oculata gestione della fertilizzazione, unita alla tutela della naturale fertilità dei suoli e al mantenimento del turgore dei tessuti, aspetti importanti nelle colture di orticole sia in pieno campo sia in serra ma anche nella quarta gamma dov’è importante il bisogno di conservare intatta la qualità e le proprietà nutrizionali del prodotto fresco, specie se si opera in regime di agricoltura biologica.
L’esperienza di Cifo
Per affrontare queste criticità, le soluzioni messe in campo da Cifo, in oltre 50 anni di ricerca e sperimentazione in campo a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevedono l’impiego di specialità applicate in fasi ed epoche diverse che lavorano in maniera complementare sfruttando l’azione di acidi umici, acidi fulvici, amminoacidi di origine naturale, microrganismi e sostanze bioattive contenute nell’alga gigante Macrocystis integrifolia.
Coltura di fagiolino in pieno campo
Coltura di pomodoro nero in serra
Potenziare la fertilità dei suoli
Gli acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumicagiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo!
Usato in fertirrigazione permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.
Se impiegato in suoli in cui insistono condizioni difficili, quali ad esempio la presenza di xenobiotici o sostanze dannose (diserbanti, antibiotici, metalli pesanti ecc.) per piante e terreno, Cifoumic svolge anche un’azione “detossificante” e neutralizzante che permette di completare il ciclo delle colture anche su terreni in cui si praticano colture particolarmente intensive.
Bioregolatori a servizio della Rizosfera
Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok L e Blok Sinergy, bioregolatori della Rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma.
Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy (agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.
Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.
Macys BC 28 è un potente biostimolante impiegabile anche in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo, grazie alla presenza inalterata di tutte le numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga stessa.
Preservare la qualità e la conservabilità delle produzioni
Altro aspetto molto importante riguarda anche l’assicurare una buona consistenza della bacca e dei tessuti vegetali per incrementare la shelf life ed evitare fessurazioni che possono causare la perdita di succhi e l’insediamento di agenti patogeni.
Per far fronte a questa esigenza Cifo ha ideato Calcisan Green, uno speciale biostimolante contenente calcio e magnesio a base del concentrato puro dell’alga Macrocistys integrifolia, la quale permette una maggiore veicolazione della frazione di calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali.
L’impiego del prodotto ha dimostrato di favorire l’elasticità delle membrane cellulari e in questo modo ridurre i danni da cracking di polpa e buccia, anche in varietà sensibili.
Supportare le fasi di maturazione e invaiatura
Avviandosi verso le fasi finali di coltivazione, che precedono la raccolta è facile incappare nel rischio di sovramaturazione mentre si aspetta la completa maturazione dei frutti, con conseguenti perdite di prodotto in campo.
Le soluzioni proposte in questo caso da Cifo sono Ener 26 e Cet 46 Green, da abbinare in un’unica applicazione per intensificare e uniformare la colorazione aumentando al contempo il grado Brix.
Ener 26 è un formulato, impiegabile in agricoltura biologica, a base amminoacidica e arricchito con macro e mesoelementi utili a fornire istantaneamente energia metabolica alla pianta, in particolare, influenza positivamente il metabolismo degli zuccheri e la traslocazione dei fotosintetati (zuccheri, amminoacidi, sali minerali, ecc.) verso le bacche.
L’impiego in abbinamento a Cet 46 Green permette di supportare il metabolismo delle piante proprio nella fase in cui la richiesta energetica raggiunge il picco, per uniformare la maturazione ottenendo un incremento di tutti i parametri qualitativi.
3 semplici passi per uniformare la fioritura, contrastare gli stress e ridurre l’alternanza produttiva.
Le settimane che seguiranno segneranno il progressivo passaggio dalla fase di germogliamento alla fase in cui l’olivo entra nel periodo della mignolatura, durante questa fase fenologica è possibile osservare in campo la completa comparsa di caratteristici germogli contenenti gemme miste o a fiore che virano dal verde al bianco acceso, da queste gemme si vanno a formare dei particolari palchi di bocci fiorali a forma di grappolo che costituiscono le cosiddette mignole dell’olivo.
A mignolatura completa le infiorescenze raggiungono la dimensione massima con i bocci fiorali che virano dal verde al biancastro, da questo momento in cui i fiori sono ancora chiusi sino alla seconda metà di giugno si apre una finestra temporale in cui l’attività fisiologia delle piante ha raggiunto il pieno regime.
Allegagione
Mignolatura
Primo step: controllo dei fattori critici.
In questo periodo diversi sono i fattori di stress che possono verificarsi direttamente a danno dei tessuti delle mignole, ad esempio sono frequenti gli sbalzi termici che possono danneggiare lo sviluppo dell’ovario e dello stilo determinando un impoverimento della fertilità del polline ed una perdita di struttura del fiore.
Anche a mignolatura conclusa fattori quali venti secchi ed alte temperature possono causare una disidratazione dello stilo e disseccamento dello stigma.
Altri fattori quali eccessi di umidità o piogge prolungate possono invece compromettere l’uniformità di schiusura delle antere causando il dilavamento dei tessuti stilari anche ad impollinazione terminata.
Secondo step: comprendere le esigenze nutrizionali
La necessità del periodo riguarda il garantire un bilanciato apporto nutrizionale ed un corretto sostegno fisiologico per evitare che l’insorgenza di fenomeni di stress termico o carenze e sbilanci nutrizionali possano compromettere le future fasi di fecondazione e di accrescimento drupa, risulta spesso fondamentale l’utilizzo di formulati ad attività ormono simile contenti elementi quali boro e zinco per:
✔️ Stimolare ed uniformare il processo di fioritura
✔️ Garantire i regolari processi di fecondazione ed allegagione
✔️ Evitare gli effetti avversi provocati da fattori di natura abiotica
Terzo step: affidarsi ad un protocollo collaudato.
Per ottimizzare queste delicate fasi, il protocollo messo in campo dai tecnici Cifo prevede l’impiego di Ert 23 Plus e Bz Fast, due specialità nutrizionali ad azione sinergica.
Ert 23 Plus, ideato per favorire lo sviluppo e l’uniformità delle infiorescenze, contiene L Triptofano, Boro e Potassio, un mix di amminoacidi che vengono attivati grazie allo speciale estratto puro di alga gigante Macrocystis integrifolia con il preciso compito di svolgere un’azione sinergizzante e anti stress.
Impiegato per via fogliare, l’attività biopromotrice di Ert 23 Plus si rivela fondamentale, durante le fasi che precedono la fioritura, in una duplice direzione.
Da un lato, il formulato agisce positivamente sui processi di divisione e differenziazione cellulare, permettendo alla pianta di fornire un supporto metabolico utile a potenziare lo sviluppo e l’uniformità degli organi fiorali dell’anno, dall’altro stimola la formazione delle infiorescenze dell’anno successivo in maniera tale da mitigare anche eventuali fenomeni di alternanza.
Inoltre, la presenza degli estratti d’alga Macrocystis integrifolia consente alla pianta di reagire agli eventuali stress metabolici ed ambientali tipici del periodo di fioritura-allegagione.
Per prevenire e curare eventuali carenze di Boro, specialmente in terreni calcarei, Bz Fast è il prodotto ideale, infatti, in questo periodo, fattori come la germinabilità del polline e la formazione del tubetto pollinico, soprattutto se non gestiti in maniera opportuna, possono rappresentare un collo di bottiglia per la produttività e l’impiego del formulato permette di evitare fenomeni di scarsa allegagione e di cascola.
Il Boro è un elemento necessario per la biosintesi di auxine e lignina che stimola la fertilità del polline e rende la pianta più resistente a stress di natura ambientale.
Per entrambi i prodotti indicati la stabilità delle formulazioni permette la miscibilità con altri prodotti antiparassitari, ad eccezione degli oli minerali, insetticidi a base oleosa, Phosethyl-Al e dodina, per cui l’applicazione può essere effettuata anche in occasione dei trattamenti contro Mosca, Tignola, Occhio di pavone, Margaronia ed altri patogeni.
Complice il grande successo che la coltura sta riscuotendo in questi ultimi anni e grazie ai numerosi accordi di filiera stipulati tra aziende agricole e industria dolciaria, crescono ancora le superfici dedicate al nocciolo anche in areali dove sino a qualche anno fa appariva improbabile un cambiamento di rotta.
Oltre a realtà consolidate come Piemonte, Lazio, Campania e Calabria, gli impianti di nocciolo stanno rappresentando una vera e propria alternativa agli ordinamenti colturali tipici in regioni come Veneto, Toscana, Umbria e altre aree del centro-Sud Italia.
Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.
La nutrizione è su misura
D’altro canto, per generare reddito e garantire al contempo un equilibrato standard qualitativo delle produzioni, diviene imprescindibile la formulazione di un corretto piano nutrizionale che tenga conto, per tutti gli areali, delle reali necessità della coltura in ogni fase fenologica.
In questo periodo è quindi cruciale predisporre le basi nutrizionali per le fasi di induzione fiorale e la successiva fecondazione in modo da assicurare le migliori performance in campo al momento della raccolta e scongiurare il rischio che le piante possano andare incontro a situazioni di stress ambientale.
Le 2 soluzioni proposte oggi da Cifo rappresentano il frutto di anni di sperimentazione e prove in campo effettuate su nocciolo in diversi areali d’Italia, attraverso un supporto tecnico che conta una delle reti di specialisti più estese e capillari di tutto il territorio nazionale, in un’ottica ormai consolidata nei riguardi della sostenibilità ambientale.
Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.
Sostenere la pianta durante le delicate fasi di fioritura e allegagione
In tutti gli areali l’utilizzo di Ert 23 Plusregistra ormai da anni ottimi risultati e rappresenta la specialità di riferimento.
Impiegato ad un dosaggio di 3 L/ha è in grado di assicurare un’ottima uniformità di fioritura e un notevole potenziamento dell’allegagione, il suo principale punto di forza è rappresentato dalla speciale tecnologia attraverso cui viene prodotto, la quale consente una sinergia tra la frazione minerale e la componente biostimolante contenente i principali amminoacidi, tra cui il TRIPTOFANO presente in una speciale forma “biologicamente attivata” che sostiene i processi di divisione cellulare.
La presenza del boro inoltre contribuisce a garantire un corretto sviluppo del budello pollinico, fattore determinante per portare a termine fecondazione e allegagione dei frutti.
Piante protette dagli stress abiotici
L’alta pressione e l’anticipo delle temperature primaverili che hanno interessato anche le regioni alpine hanno determinato lunghi periodi di caldo fuori stagione.
Repentini sbalzi di temperature o ritorni di freddo possono però compromettere la fecondazione e lo sviluppo dei giovani polloni utilizzati nei nuovi impianti, in situazioni come questa il prodotto di riferimento è Macys BC 28, un biostimolante al 100% a base succo integrale dell’alga gigante Macrocystis integrifolia.
Impiegato ad un dosaggio di 2 L/ha, Macys BC 28 stimola la pianta a reagire a situazioni di stress ambientale e superare le criticità tipiche del periodo, un prodotto dalle caratteristiche davvero uniche sul mercato: ricco di sostanze biologicamente attive con funzione termo ed osmo-regolatrice che hanno dimostrato su nocciolo notevoli risultati in campo durante le fasi di allegagione.
A queste sostanze si somma l’azione delle elevate concentrazioni di vitamine, amminoacidi, polisaccaridi, proteine ed enzimi di origine vegetale con uno spiccato effetto anti stress.
Alta qualità significa adottare piani nutrizionali efficaci e avvalersi del supporto di tecnici affidabili.
In molte regioni anche quest’anno l’inverno sembra aver ceduto il passo alla primavera in maniera piuttosto precoce.
Complici le miti temperature di febbraio e gli inverni sempre più ridotti a causa del più grande fenomeno del cambiamento climatico, molte coltivazioni di kiwi hanno ormai intrapreso la fase di risveglio vegetativo con un anticipo di almeno 10 giorni rispetto ai dati storici.
Se il periodo dovesse seguire il trend degli ultimi anni, dai prossimi giorni i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.
Quali sono i danni provocati dalle gelate?
Le piante di kiwi normalmente risultano tolleranti al freddo ma, specie dopo periodi con temperature miti, anche un breve sbalzo termico può decisamente portare ad una compromissione cellulare con danni che si manifestano sottoforma di necrosi delle gemme e bruciatura dei giovani germogli.
In generale, quando la temperatura scende rapidamente al di sotto di 0°C, si verifica un congelamento dell’acqua intracellulare ed extracellulare della pianta.
Il congelamento nelle cellule vegetali provoca un aumento di volume dell’acqua contenuta al loro interno, determinando l’esplosione delle cellule vegetali.
Questo determina la morte delle cellule vegetali e danni fisiologici irreversibili alla pianta, anche piccole cellule danneggiate dal gelo riducono la superficie della pianta disponibile per la fotosintesi, il che limita la crescita delle piante, riducendo in ultima analisi la resa del raccolto e i rendimenti del frutteto.
Preparare la pianta all’arrivo dell’inverno.
Durante la fase di riposo vegetativo la pianta in realtà è tutt’altro che in dormienza, essa mantiene attivo il suo metabolismo continuando ad assorbire nutrimento fino a quando la temperatura media del suolo rimane sopra 6-7 °C.
In questa fase immagazzina nutrimento che utilizzerà poi durante il risveglio primaverile, per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta.
Quali sono i vantaggi derivanti dall’impiego delle specialità nutrizionali Cifo?
Come appena accennato, al fine di ottimizzare e portare a compimento la successiva fruttificazione delle piante di kiwi è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.
La caratteristica dell’ormai consolidato protocollo di campo Cifo è quella di ottenere:
✔️ Mitigazione degli stress termici
✔️ Uniformità di germogliamento
✔️ Uniformità di fioritura
✔️ Uniformità d’allegagione
✔️ Uniformità di sviluppo e maturazione frutti
In queste circostanze il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare che per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.
La proposta Cifo prevede quindi l’impiego di due specialità nutrizionali utilizzate in sinergia: Macys BC 28 e Sinergon Plus, impiegate rispettivamente alla dose di 2L/ha.
Macys BC 28 è un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante, un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.
Sinergon Plus e Macys BC 28
A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili a fornire alle piante di kiwi tutti i fitocomplessi necessari per incrementare i livelli produttivi e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo.
Sinergon Plus rappresenta la sinergia perfetta per Macys BC 28, questo formulato è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che conferisce una spiccata capacità fitostimolante.
Permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica e molto utili a sostenere la sintesi proteica ed il metabolismo durante periodi di intenso stress fisiologico.
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Complici i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, i ritorni di freddo rappresentano un rischio ormai considerevole in viticoltura.
L’innalzamento delle temperature invernali medie determina in primavera un’anticipata apertura delle gemme.
Tutto ciò non rappresenterebbe un danno se le temperature rimanessero costanti ma, come spesso stiamo assistendo, sempre più frequenti sono gli sbalzi termici che si verificano in questi periodi e anche con un calo di temperature di pochi gradi si può compromettere facilmente il futuro sviluppo vegetativo dell’impianto in quanto i giovani tessuti neoformati non sono in grado di sopportare l’esposizione a temperature troppo basse per la fisiologia vegetale.
Quali sono i pericoli derivanti dai ritorni di freddo?
Diversi modelli fenologici dimostrano che questo è ormai un trend destinato a diventare una costante e non di rado, questi fenomeni possono coinvolgere vaste superfici o anche interi territori, con conseguenze che si ripercuotono sia sul piano economico, sia su crescita e resa dell’impianto nelle future stagioni.
La frequenza e la severità di questi sbalzi termici rappresentano due parametri di fondamentale importanza per comprendere la necessità di adottare misure di prevenzione sostenibili ed efficaci e, se il clima dovesse seguire la tendenza degli ultimi anni, dalle prossime settimane i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.
Come si manifestano?
Il calo termico porta a congelamento l’acqua presente nei vacuoli delle cellule delle gemme.
Questo provoca un aumento di volume che, infrangendo le membrane e le pareti cellulari, conduce in molti casi alla necrosi cellulare.
Come accennato, dal momento che le gemme contengono i futuri tessuti floreali e fogliari, il gelo può avere un notevole impatto sui rendimenti finanziari annuali delle aziende vitivinicole.
Prevenire è meglio che curare.
Il grado di danno dipende dalla temperatura minima raggiunta e dalla durata dell’esposizione ad una temperatura critica; la velocità di caduta della temperatura può influire sull’efficacia di un’azione di protezione.
Le temperature critiche per la vite differiscono in base allo stadio di crescita: durante l’inverno le gemme dormienti possono resistere, grazie all’ “indurimento” in fase di endodormienza, a temperature inferiori a -10°C (fino a -20°C), ma a partire dalle prossime settimane ad essere esposte al gelo saranno gemme in apertura e giovani germogli possono essere danneggiate a temperature solo leggermente inferiori a 0°C.
In corrispondenza di queste circostanze si verifica un “allessamento” dei tessuti, proporzionale alla quantità di acqua presente negli stessi e al grado di lignificazione delle cellule compiutosi durante l’autunno precedente.
Per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta, in modo da evitare il rischio che gelate tardive possano compromettere la sopravvivenza delle gemme fiorali della stagione successiva.
Tolleranza al freddo e produttività garantite con Cifo.
Com’è possibile osservare dall’immagine sottostante il protocollo di campo Cifo per la vite prende in considerazione le fasi fenologiche più importanti nelle quali è necessario garantire un corretto apporto nutrizionale.
Protocollo di campo per la viticoltura
Nelle circostanze appena descritte (Fase 2) il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare lo stress climatico, sia per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.
La proposta Cifo: Macys BC 28 e Sinergon Plus
Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante.
Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.
Dall’alga Macrocystis integrifolia al Macys BC 28
A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, sostanze utili a fornire alla vite tutti i fitocomplessi necessari per incrementare i livelli produttivi e sopportare e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo, il prodotto è impiegabile alla dose di 2 L/ha.
Sinergon Plus e Macys BC 28
Sinergon Plus è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che conferisce al formulato una spiccata capacità fitostimolante.
Impiegato in associazione a Macys BC 28 alla dose di 2 L/ha, permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica e molto utili a sostenere la sintesi proteica ed il metabolismo durante periodi di intenso stress fisiologico.
Un protocollo innovativo per ottenere rese costanti e di qualità in una coltura che potrebbe tornare a offrire prospettive interessanti
Negli ultimi anni, nella coltivazione del mais in Italia si sono persi circa 500mila ettari di superficie. Le cause sono svariate, una fra tutte le sempre più difficili condizioni climatiche. Ma decidere di seminare mais potrebbe ancora essere conveniente, viste le previsioni sui margini che si possono ricavare grazie al prezzo altissimo della granella.
Servono, quindi, nuove soluzioni per migliorare le rese e il reddito degli agricoltori, andando incontro alle esigenze di qualità del mercato e adattandosi nel contempo al cambiamento climatico.
È quello che fa l’azienda agricola Società Folli a Robbiano di Mediglia (Milano), dove coltiva oltre 110 ettari di mais. Coltura sulla quale l’azienda ha sempre fatto ricerca, nello specifico tramite il progetto Combi Mais.
Un sostegno continuo, dalla semina alla difesa
Nell’ambito di questo progetto Cifo, da oltre cinquant’anni al fianco degli agricoltori, partecipa con la sua strategia per un mais redditizio e ad alta qualità.
Il protocollo interviene direttamente sulla fisiologia della pianta. Include diverse soluzioni, dalla semina al diserbo al momento del trattamento contro la piralide, come spiegano in questo video Massimo Andreotti, sales support di Cifo e l’agronomo del progetto Combi Mais Leonardo Bertolani.
Tutto parte dalla semina
Il protocollo di Cifo parte dalla semina, momento in cui consiglia Granverde Top Start, un concime microgranulare che stimola una rapida formazione dell’apparato radicale e garantisce quindi uno sviluppo iniziale uniforme.
L’innovativa formulazione contiene estratti di alga Macrocystis Integrifolia, con azioni positive sull’assorbimento dei nutrienti e sullo sviluppo delle radici.
La Macrocystis Integrifolia ha funzioni protettive e veicolanti nei confronti degli elementi nutritivi, migliorando la disponibilità del fosforo e dei microelementi, oltre a esercitare un’azione diretta sulla crescita delle radichette assorbenti e dei meristemi apicali.
Attenzione allo stress da diserbo
Il diserbo è uno dei passaggi chiave del ciclo colturale del mais, ma talvolta può creare problemi al buon andamento del ciclo.
Gli svariati principi attivi offerti dal mercato sono efficaci contro le malerbe, ma possono infatti causare effetti collaterali come lo stress da diserbo. La pianta ha la capacità di riprendersi in modo attivo dallo stress da diserbo, ma è fondamentale prevenirlo per non rallentare l’andamento della coltivazione.
Da qui l’importanza di utilizzare soluzioni come Sinergon Plus insieme al trattamento diserbante. Il prodotto ha una funzione antistress, per dare modo alla pianta di continuare il suo normale sviluppo senza interruzioni. E consente alla stessa di essere anche meno sensibile e meglio preparata ad attacchi di eventuali patogeni. Ad esempio da parte di agenti fungini, che possono creare non pochi problemi di qualità qualora si dovessero trovare aflatossine nel raccolto finale.
Piralide, evitare lo shock da trattamento
La piralide del mais (Ostrinia nubilalis), è un lepidottero polifago da sempre presente in Italia, anche se il mais resta comunque il suo bersaglio prediletto. Il suo grado di infestazione e l’entità dei danni causati sono legati essenzialmente all’andamento climatico (predilige estati miti e umide).
I danni causati dall’insetto sono di tre tipologie diverse, ma tutti riconducibili principalmente allo stadio larvale del lepidottero: fisiologici, quantitativi ma soprattutto qualitativi, in quanto le gallerie e i fori causati dall’attacco diventano via d’accesso preferenziale di alcuni funghi parassiti.
Alla luce di queste molteplici problematiche, è diventato ormai prassi effettuare in questo momento del ciclo colturale il cosiddetto “trattamento con i trampoli”; questo anche nelle ore più calde della giornata. Ma un trattamento effettuato a foglia calda con acqua fredda crea nella pianta uno shock termico tale da bloccare momentaneamente l’attività vegetativa e fisiologica della stessa.
Trattamento contro la piralide del mais
Trattamento contro la piralide del mais
È per prevenire questo stress che, al trattamento programmato per combattere la piralide, Cifo propone di abbinare due formulati, Sinergon Plus e Cifo KS 64.
Lo scopo del protocollo Cifo in questo caso è quello di evitare stress alla pianta e di conseguenza indebolirla e predisporla ad attacchi di funghi come le aflatossine.
L’obiettivo primario è quello di migliorare la qualità del raccolto, aumentando l’accumulo di amido utile per un maggior valore nutrizionale in allevamento e per avere una migliore conversione in energia nei biodigestori.
Sinergon Plus è un nuovo formulato ad alta efficienza nutrizionale unico sul mercato, ottenuto attraverso un processo altamente innovativo. Grazie ai piccoli peptidi contenuti, stimola la pianta ad aumentare lo stadio vegetativo verde (il cosiddetto staygreen) e nel contempo la supporta contro lo stress termico causato dal trattamento effettuato durante le ore più calde della giornata. Il prodotto è utile anche contro lo stress idrico.
In abbinamento a Sinergon Plus, Cifo propone l’utilizzo di Cifo KS 64, un formulato a pronto effetto. È un potassio a reazione acida che viene assorbito rapidamente e induce la pianta a idratarsi e a velocizzare i processi fisiologici naturali e di fotosintesi clorofilliana. Questi processi sono fondamentali per la pianta per poter accumulare ancor più amido e proteine all’interno delle cariossidi e dello stocco.
Infine, per apportare ancora più azoto alla coltura, Cifo offre N.S.Z. 26, un formulato totalmente assimilabile dalle piante. È applicabile alla foglia, al terreno o con la fertirrigazione.
Il progetto Combi Mais
Combi Mais Hydrotechnologies è un progetto nato nel 2014 proprio presso l’azienda agricola Folli e che, con il coinvolgimento di partner tecnologici che mettono a disposizione assistenza tecnica-agronomica e prodotti innovativi, punta a un modello di agricoltura sostenibile dal campo alla tavola.
L’azienda agricola Folli a Robbiano di Mediglia (MI)
Mario Vigo
Nonostante il 2021 sia stato un anno difficile dal punto di vista climatico, grazie al protocollo Combi Mais l’azienda agricola Folli ha ottenuto ottimi risultati dal punto di vista qualitativo e quantitativo in modo sostenibile, con un più 50% di rese rispetto al mais tradizionale.
Il protocollo mette in pratica soluzioni agronomiche, anche grazie all’agricoltura di precisione, e tecniche necessarie per produrre 20 tonnellate/ettaro di mais di qualità, sano da micotossine, rispondendo così alle indicazioni della Pac che allinea l’agricoltura al Green Deal per un’Europa sostenibile e climaticamente neutrale.
Progetto Mais in Italy, una nuova prospettiva sul mais da trinciato.
Per Ivan Furlanetto, direttore agronomico dell’azienda Sant’Ilario a Mira (VE), il mais da trinciato deve rispondere alle sue esigenze di resa e qualità, che sono a dir poco elevate. Per raggiungere questo obiettivo la nutrizione specializzata con biostimolanti e fertilizzanti liquidi ad alto contenuto di innovazione gioca un ruolo fondamentale, inoltre alleggerisce il cantiere di lavoro, a tutto vantaggio della redditività della coltura.
L’Azienda ha messo a punto un protocollo in grado di aiutare la coltura a superare gli stress da diserbo e favorire la ripresa delle normali funzioni biochimiche.
La tolleranza agli stress è uno dei principali target che da anni si cerca di ottimizzare per incrementare le performance delle colture.
Complici i cambiamenti climatici, in questi ultimi tempi in campo si sono alternati stress di vario tipo: stress da alte temperature, da eccesso idrico o stress da siccità, stress da gelate e ritorni di freddo ad inizio primavera.
Uno degli stress che invece va sistematicamente affrontato ogni anno è quello provocato da trattamenti fitosanitari, in particolare quello da diserbo, il più severo da sopportare per le colture.
Diserbo di post-emergenza
Diserbo di post-emergenza
I diserbi di post emergenza su grano, per quanto selettivi nei confronti delle infestanti, presentano comunque un effetto negativo sulla coltura provocando un periodo di rallentamento che, in alcuni casi, può condurre ad un vero e proprio “stop” vegetativo, seguito da ingiallimenti e carenza di nutrienti.
Anni di collaborazione con aziende cerealicole e centri di saggio hanno permesso a Cifo di mettere a punto un protocollo in grado di aiutare la coltura a superare gli stress da diserbo e favorire la ripresa delle normali funzioni biochimiche.
La sinergia vincente contro lo “stop” vegetativo.
Le migliori evidenze si sono riscontrate tramite l’impiego di due affermate specialità nutrizionali utilizzate in sinergia: Sinergon Plus ed N.S.Z. 26.
Con Sinergon Plus, oltre all’azione sinergizzante in miscela con gli erbicidi che ne migliorano la distribuzione e l’adesione sulle infestanti, le piante possono beneficiare anche della sua innata capacità fitostimolante.
Impiegato in associazione ai trattamenti fitosanitari permette di apportare alla coltura amminoacidi a basso peso molecolare in forma di oligopeptidi quali acido glutammico, cisteina, prolina e glicina, tutti derivanti da processi di idrolisi enzimatica.
Supportare l’attività fotosintetica migliorando al contempo produttività e tenore proteico dei cereali.
L’azione benefica è completata da N.S.Z. 26, un formulato in grado di apportare azoto a lento rilascio, zolfo e zinco in forma totalmente assimilabile.
Dal 17 al 19 novembre 2022 Bolzano torna ad essere la capitale della mela con Interpoma, l’unica fiera al mondo dedicata esclusivamente alle mele, la cui ultima edizione in presenza risale al 2018
Interpoma è l’unica fiera internazionale dedicata esclusivamente al mondo delle mele, dalla produzione allo stoccaggio alla commercializzazione, la manifestazione riunisce esperti della mela da 70 paesi di tutto il mondo con le loro idee, prodotti, tecnologie, progetti e offre soluzioni innovative.
Noi di Cifo saremo presenti allo stand B09/12 nel padiglione AB con uno spazio, tutto nuovo, dedicato alla sostenibilità in agricoltura, un obiettivo che perseguiamo concretamente e in senso ampio dal 1965.
– Essere sostenibili significa – dice Pierluigi Picciani, direttore marketing e commerciale di Cifo – avere a cuore la salvaguardia delle risorse naturali, difendere il reddito dell’agricoltore e garantire la sicurezza alimentare dei consumatori attraverso l’utilizzo di materie prime di provenienza certa. –
Veniteci a trovare, vi aspettiamo per parlare di soluzioni, di biostimolanti, di water management o anche solo per fare due chiacchiere davanti ad un caffè.
In questi ultimi anni sempre più coltivatori hanno compreso l’importanza di effettuare la concimazione autunnale.
Che sia in vigneto, in frutteto o oliveto, l’obiettivo è sempre lo stesso: reintegrare le riserve nutrizionali della pianta al termine del suo ciclo produttivo.
Il termine delle operazioni di raccolta in passato solitamente coincideva con il periodo in cui, dopo una lunga stagione di lavori, l’agricoltore riponeva le attrezzature in rimessa per riutilizzarle solo dopo il periodo invernale.
Il cambio di stagione, con l’imminente caduta delle foglie lasciava pensare che le piante stessero per entrare nella fase di riposo vegetativo e che non fosse più necessario quindi intervenire con degli apporti nutrizionali all’impianto.
Questa diffusa convinzione oggi viene del tutto smentita in quanto è ormai evidenza che la pianta continui a vegetare fino all’arrivo delle temperature invernali (al di sotto dei 10°C circa).
In aggiunta, con il passare degli anni, gli impianti siano diventati sempre più produttivi e con cicli colturali sempre più lunghi.
E, come spesso accade, cicli produttivi intensivi possono comportare per la pianta l’impossibilità di reintegrare la quota di nutrienti asportati arrivando a produzione.
Perché è importante intervenire dopo la raccolta?
Nella finestra temporale compresa tra il periodo successivo alla raccolta e la caduta delle foglie il terreno spesso si trova in condizioni di temperatura e umidità ottimali e le piante mostrano ancora una buona attività fotosintetica.
Quando effettuare la concimazione autunnale
Queste circostanze permettono alla pianta di fornire ancora energia alle radici per l’assorbimento e la traslocazione degli elementi nutritivi nei tessuti dove verranno accumulati fino a quando saranno richiamati nella primavera successiva.
La ragione alla base di questo intervento risiede nel reintegrare in autunno la quota degli elementi utilizzati durante la stagione produttiva, per coprire in maniera più che adeguata le esigenze nutrizionali della pianta fino a fioritura inoltrata.
Concimazione autunnale su vite con atomizzatore
Concimazione autunnale con spandiconcime
Cosa succede con l’arrivo dell’inverno?
Durante il periodo invernale le funzioni vegetative delle piante vengono ridotte al minimo definendo quello che viene chiamato stato di dormienza.
In questa fase la pianta è solo in apparenza che smette di vegetare e, con la caduta delle foglie, attua una serie di strategie utili: accumula le sostanze ancora utilizzabili che si trovano al loro interno, trasferendole nelle parti perenni (rami, rametti e gemme), e si libera, concentrandoli nelle foglie in procinto di cadere, di una notevole quantità di materiali inutilizzabili.
Quali sono i vantaggi della concimazione autunnale?
Attraverso anni di sperimentazione in campo e con l’impiego di formulati speciali, testati in areali con diverse caratteristiche climatiche e pedologiche, i tecnici di Cifo hanno messo a punto un protocollo ormai consolidato.
I risultati ottenuti in campo sono rappresentati da: una migliore resistenza delle piante al freddo invernale e nella primavera successiva, da un migliore equilibrio vegeto produttivo, da un aumento della fertilità delle gemme a fiore, da un aumento della produzione ed infine da una riduzione dell’alternanza produttiva, fondamentale per mantenere elevata e costante la redditività dei frutteti.
Gemme a fiore
Fioritura della vite
É importante però considerare che le due concimazioni, primaverile ed autunnale, rimangano sempre complementari tra loro, senza che l’una possa escludere l’altra; ciò va preso in considerazione per non superare le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.
I prodotti consigliati da Cifo
I prodotti impiegati per la distribuzione al terreno sono TOP N e TOP NPK 7-5-14: biostimolanti allo stato solido che fanno parte della Linea TOP, ad alta efficienza nutrizionale e a basso impatto ambientale.
In applicazione fogliare, la strategia suggerita prevede l’utilizzo in combinazione di Macys BC 28, un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge come biostimolante potenziatore delle funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta e BZ Fast, che apporta boro e zinco per il regolare sviluppo di fiori e frutti e per l’irrobustimento dei tessuti vegetali.
Distribuzione al terreno
Applicazione fogliare
L’azione sinergica dei due prodotti permette di ripristinare la naturale riserva nutrizionale ed affrontare nel modo migliore la ripresa vegetativa nella primavera successiva.
Mettiamo a riposo le piante ben nutrite per farle lavorare al meglio alla ripresa vegetativa.
Cifo S.r.l., azienda leader nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti speciali, per potenziare la propria struttura è attualmente alla ricerca di TECNICI COMMERCIALI AGRONOMI da collocare nelle provincie di:
CUNEO
TORINO
MANTOVA
VERONA
ROVIGO
PORDENONE
GROSSETO
PISA
LIVORNO
VITERBO
Ricerchiamo personale tecnico commerciale con esperienza maturata nel settore dell’agricoltura, i requisiti preferenziali sono:
Possedere una significativa preparazione agronomica.
Gestire trattative di vendita con l’azienda agricola e con i distributori di riferimento.
Buona conoscenza del territorio e del suo relativo mercato.
L’inserimento nel ruolo sarà supportato da attività formativa.
Si offre concorso spese, provvigioni ai massimi livelli del settore, premi a raggiungimento obiettivi e prospettive di crescita professionale.
Le offerte di lavoro si rivolgono a candidati di entrambi i sessi (L. 903/779 e L. 125/91).
Il curriculum inviato deve contenere l’autorizzazione al trattamento dei dati personali (L. 196/2003).
In un anno di grandi difficoltà climatiche, con temperature elevate sia di giorno che di notte e soprattutto di emergenza idrica, il protocollo Combi Mais si è confermato efficace sia in termini agronomici che economici con un raccolto che ha mantenuto risultati soddisfacenti.
Il 22 settembre 2022 partecipa all’evento Combi Mais e scopri le tecnologie fondamentali per massimizzare la resa di granella di mais a ettaro, sana dal punto di vista delle micotossine.
Iscriviti alla visita in campo delle 16.30 per approfondire con i nostri esperti le innovative tecnologie, che ci hanno permesso di ottenere ottimi risultati anche in questo anno molto critico. Per riprenderti dalle fatiche del Tour non perdere il rinfresco offerto.
Il 10 e l’11 settembre torna, all’interno dell’area mercato di Cisterna di Latina, l’unica fiera di rilevanza nazionale dedicata alla coltivazione dell’actinidia: AgriKiwi Expo
Dopo una pausa di due anni ripartiamo con tante novità e soprattutto con tanti contenuti scientifici che rappresenteranno il fiore all’occhiello di questa edizione – dicono gli organizzatori – Quest’anno affronteremo tematiche legate ai nuovi scenari geopolitici che comporteranno nuove frontiere per l’export, alle prospettive di mercato compromesse dall’aumento dei prezzi delle materie prime, alla concorrenza emergente, alla sostenibilità ambientale, agli approcci con le nuove cultivar con un flash sull’irrisolta problematica della moria.
L’edizione della ripartenza.
AgriKiwi Expo è una vetrina molto importante per tutta la filiera e non potevamo certo mancare a questa edizione, che ha il valore simbolico della ripartenza – Spiega Pierluigi Picciani, direttore commerciale e marketing di Cifo – Essendo una coltura di grande successo commerciale, l’actinidia richiede la massima attenzione ai disciplinari di coltivazione, Cifo sarà presente per consolidare la propria già importante presenza sul territorio e condividere con le aziende agricole i protocolli tecnico-agronomici finalizzati a conseguire alte rese, alte pezzature e frutti con maggiore shelf life.
Tra i tanti interessanti convegni e relazioni segnaliamo quello che si terrà Sabato 10 settembre alle 17,55 nel quale Filippo Reschiglian (sales support) illustrerà le soluzioni di Cifo per incrementare la sostanza secca e aumentare la resistenza allo stress dovuto ai mutamenti climatici.
La stanchezza del suolo è un fenomeno rilevante degli ultimi anni e che porta inevitabilmente a una progressiva perdita di produzione delle colture orticole, in generale è dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo, senza le adeguate rotazioni colturali e senza gli apporti significativi di nuova sostanza organica.
Generalmente le cause di questo fenomeno non possono prescindere da fattori biotici come batteri, virus, funghi e nematodi, che si specializzano per una determinata coltura e possono rappresentare la causa di deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie con la formazione di galle sulle radici in grado di compromettere l’intero raccolto.
Avversità provocate da funghi del genere Fusarium e Sclerotinia spp. rappresentano tra le maggiori cause di marciumi al colletto e marciumi basali, essendo quelle più diffuse ed in grado di compromettere in maniera grave la coltivazione delle colture da foglia.
Su un altro fronte si manifestano invece le avversità provocate dai nematodi, i quali sono in grado di arrecare danno alle radici di numerose piante orticole come pomodoro, peperone, melanzana, carota, melone, anguria, zucchine, insalate, patate, finocchi, ecc., ma anche di tabacco, vite e fruttiferi.
La loro capacità di crescita è influenzata dalle alte temperature ed ambienti molto umidi, prediligono inoltre terreni sciolti e con sabbia superiore al 30%.
Come migliorare il Rizobioma.
Di frequente gli agricoltori sono concentrati ad osservare esclusivamente la vegetazione che sovrasta il suolo ma, erroneamente, viene trascurato un aspetto fondamentale: ogni pianta vive in larghissima parte per l’attività delle sue radici e questo fa la differenza, anche in termini di risultato finale.
Necessità primaria di ogni sistema agrario è invece quella di creare le condizioni ottimali per i successivi cicli colturali e preservare l’integrità del Rizobioma, questa porzione di terreno esplorata dalle radici ospita una enorme quantità di microrganismi benefici che possono influenzare la crescita e la salute delle piante.
Gli stessi microrganismi possono instaurare vantaggiosi legami con la pianta, costituendo delle vere e proprie risorse benefiche in condizioni del suolo sfavorevoli, relazioni di questo tipo sono dette di mutualismo, in cambio di depositi ed essudati radicali, il Rizobioma promuove lo sviluppo e le funzionalità radicali, migliora la disponibilità di nutrienti e crea un ambiente favorevole alle radici, ma sfavorevole ai nematodi.
Il successo riscosso in campo è il frutto di un lungo lavoro di ricerca, lo stesso lavoro che ha permesso di isolare e potenziare l’azione di quei microrganismi utili, in grado di instaurare benefici rapporti di interazione con la pianta e di fungere da barriera contro le avversità della rizosfera.
Cifo, azienda capofila nel settore della nutrizione speciale delle colture, dopo anni di studio approfondito del microbioma del suolo ha lanciato un prodotto contenente conidi del fungo Trichoderma asperellum del ceppo T34, che lo rendono un formulato dalle caratteristiche uniche sul mercato.
T34 Biocontrol®: un complesso meccanismo d’azione.
Prova su pomodoro
Trattato con spore
Trattato con T34 Biocontrol®
Pre-trattamento
Post-trattamento
Questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo triplice meccanismo d’azione:
Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol® di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
Azione stimolante:T34 Biocontrol® svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.
Oggi il T34 Biocontrol® amplia il suo spettro d’azione potendo beneficiare dell’autorizzazione per l’impiego contro Sclerotinia spp. anche nelle colture di lattuga ed ortaggi da foglia in pieno campo.
Come utilizzare T34 Biocontrol®
Modalità d’impiego
Dose
Periodo di applicazione
Incorporazione al substrato di crescita
10 g/m3
Prima della semina
Incorporazione al substrato di propagazione
0,5 g/1000 m2
Prima o immediatamente dopo la semina
Trattamento per irrigazione al suolo
250 g/ha
Al trapianto ripetuto per 2 volte
Blok L e Blok Sinergy: due bioregolatori a servizio della rizosfera.
Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok L e Blok Sinergy, bioregolatori della Rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis Integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma.
Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy (agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.
Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.
Blok L + Blok Sinergy
Testimone
Blok L, il prebiotico.
Composto da alga Macrocystis Integrifolia e estratti vegetali, Blok L nasce unendo varie specialità al fine di ottenere un prodotto unico sul mercato, l’alga Macrocystis integrifolia ha la funzione di far superare i continui stress che si possono verificare nel terreno; inoltre contiene una selezione di terpeni, ottenuta grazie alla tecnologia TE.CO.
I terpeni sono stati selezionati con lo scopo di aiutare la pianta a reagire alle condizioni difficili del terreno, utilizzando costantemente Blok L si ottiene un duplice effetto:
Sviluppo radicale: le piante rinnovano costantemente le radici
Disorientamento: i tessuti radicali vengono stimolati a produrre degli essudati tali da disorientare gli animali tellurici presenti nel terreno e grazie alla presenza dei terpeni, le radici risultano più attive e robuste.
La pianta che cresce in condizioni difficili, con l’impiego di Blok L riesce a reagire e portare a termine il raccolto con soddisfazione, il raccolto che si ottiene risulta di quantità ma soprattutto di qualità riuscendo a soddisfare i requisiti di mercato sempre più esigenti. Blok L, a seconda delle situazioni di terreno, può essere applicato in sinergia con Blok Sinergy oppure con prodotti che potenziano l’attività radicale come Radicifo L24 o Cifoumic.
Blok Sinergy, il probiotico.
Blok Sinergy è un prodotto ad azione specifica d’inoculo di funghi micorrizici e batteri del suolo, conforme al decreto legislativo 75/2010, studiato per essere impiegato esclusivamente insieme a Blok L.
Le micorrize hanno il compito di stimolare la formazione dei peli radicali attraverso un miglior assorbimento dei nutrienti, Blok Sinergy aumenta l’attività dei microrganismi presenti nella Rizosfera, fungendo da probiotico per il Microbioma presente nella Rizosfera.
Favorisce l’assorbimento e la traslocazione nella radice dei terpeni presenti in Blok L.
Stimola e favorisce lo sviluppo e l’esplorazione degli spazi nel terreno, migliorando lo stato nutrizionale della pianta.
Genera un equilibrio ottimale, grazie all’azione probiotica migliorando il microbioma suolo/pianta; in questo modo le piante trattate vegetano e producono anche in condizioni difficili.
Per saperne di più sull’utilizzo dei biostimolanti in orticoltura guarda il nostro webinar oppure scrivici
Incrementare grado Brix, contenuto di Polifenoli ed intensità del colore in vini rossi con i formulati Cet 46 Green, Ener 26 e Biolight impiegati durante la fase di maturazione dell’uva.
Durante la fase di maturazione si verificano complessi adattamenti fisiologici messi in atto dalla pianta che si manifestano attraverso una trasformazione nella struttura e nella composizione della bacca, con importanti trasformazioni del colore e della composizione delle sostanze aromatiche presenti nella buccia e nella polpa degli acini.
Anni di protocolli sviluppati nelle più importanti realtà enologiche italiane hanno dato prova che questa fase è strettamente influenzata da specifiche condizioni ambientali (suolo e clima), per cui diviene fondamentale curare ogni aspetto che possa influenzare il risultato finale.
Per ottenere la miglior qualità, in cantina così come in bottiglia, occorre quindi operare a diversi livelli, partendo dal campo attraverso un controllo degli aspetti nutrizionali che coinvolgono il sistema suolo-pianta, finendo in cantina, in fase di vinificazione, adottando i giusti accorgimenti che permettono di ottenere le caratteristiche sensoriali desiderate e di evitare abbondanti solfitazioni o altre aggiunte esterne.
Fornire alle piante un apporto nutrizionale adeguato.
Per prevenire eventuali fenomeni di stress o carenze che possano influenzare la qualità finale dell’uva e dei mosti è fondamentale in questa fase assicurare all’impianto un apporto nutrizionale adeguato attraverso l’applicazione di tre specialità del protocollo agronomico Cifo che agiscono in sinergia per via fogliare: Biolight, Cet 46 Green ed Ener 26.
I 3 formulati, agendo in sinergia, hanno il grande vantaggio di completare la nutrizione del vigneto attraverso un innovativo meccanismo d’azione attivo su più target agronomici.
In particolare agiscono su:
Uniformità di maturazione all’interno dei grappoli;
Un miglioramento della maturazione fisiologica della bacca e dei vinaccioli;
Miglior composizione del profilo fenolico dei mosti, con riflessi positivi sugli indici di tonalità e colore.
I prodotti del protocollo Cifo.
Biolight è un complesso di amminoacidi, con magnesio e microelementi chelati formulato in polvere idrosolubile indicato per migliorare le caratteristiche qualitative ed utilizzabile a dosi ridotte tramite applicazioni fogliari.
Amminoacidi quali Arginina, Alanina e Leucina favoriscono la sintesi dei precursori responsabili del sapore e degli aromi tipici del vitigno coltivato, Prolina e Glicina esplicano un’attività anti stress, mentre la Fenilalanina completa il complesso meccanismo d’azione supportando la sintesi delle antocianine responsabili della colorazione della buccia.
Cet 46 Green, specialità biologica contenente amminoacidi e micronutritivi specificatamente formulata per uniformare e migliorare i processi di maturazione di frutta e ortaggi viene applicato durante le fasi finali permette di migliorare i processi fisiologici coinvolti nella biosintesi dell’etilene e dei pigmenti responsabili della colorazione dei frutti.
I micronutritivi presenti nel formulato agiscono inoltre come catalizzatori del metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi
Cet 46 Greenpermette di ottenere un miglioramento del profilo qualitativo del prodotto alla raccolta attraverso un contenuto di polifenoli ed un grado zuccherino maggiore nel mosto a parità di pH.
Ener 26, grazie all’azione della componente organica costituita da amminoacidi, in sinergia con la componente minerale contenente potassio, zolfo, magnesio, calcio ed altri elementi in forma chelata, favorisce l’accrescimento dei frutti in via di maturazione, permette una miglior traslocazione di zuccheri e sostanze di riserva verso i frutti e determina, in sinergia con gli altri due formulati, un miglioramento del colore dei grappoli e degli aromi dei mosti.
Il presidente Leonardo Valenti, gli amministratori e il personale di Cifo annunciano con dolore la scomparsa del fondatore Romano Ghedini.
Pioniere del comparto dei fertilizzanti speciali, Ghedini è stato un innovatore e un imprenditore lungimirante che ha reso Cifo una delle più importanti realtà italiane nei prodotti per il garden e per l’agricoltura, comprendendo in anticipo le tendenze in atto nel mercato e la necessità di garantire continuità e sviluppo anche attraverso l’espansione all’estero.
“Il ricordo del suo impegno e dei suoi valori rappresenteranno sempre una guida per portare alto il nome della nostra azienda” ha commentato Valenti.
Presso un’area specifica del Centro Sperimentale sono state realizzate tre aree di prova con pomodoro da industria, melone e lattuga. Ognuna delle aree ospita le parcelle di prova di oltre 20 differenti prodotti di 11 aziende.
Cifo è presente nell’area di sperimentazione dei biostimolanti dedicata alla lattuga “gentile”, cultivar per il ciclo estivo, con i prodotti Sinerveg e Calcisan green.
Il 1 luglio 2022 i tecnici del Centro Sperimentale Po di Tramontana di Veneto Agricoltura, assieme ai responsabili scientifici del progetto, ti guideranno tra le parcelle dimostrative e ti spiegheranno gli effetti di oltre 20 differenti biostimolanti di 11 aziende nelle tre aree di prova dedicate a pomodoro da industria, melone e lattuga. Nell’arco della giornata sarà possibile visitare anche le prove sperimentali del Centro dedicate alle colture orticole (varietà, irrigazione di precisione e tecniche di coltivazione).
A giugno la campagna di coltivazione del pomodoro è entrata ormai nel vivo.
In tutta Italia i trapianti sono ormai per la maggior parte conclusi e nel frattempo rimangono le ultime settimane a disposizione per effettuare la messa a dimora delle varietà più tardive con raccolta a fine settembre.
Nonostante l’accordo sul prezzo medio di riferimento più alto rispetto al 2021, i problemi da fronteggiare nella stagione confermano ormai un trend stabile in ogni annata: un mercato caratterizzato da una serrata concorrenza, margini assottigliati per i produttori per via dei crescenti costi energetici e ricavi che dipendono strettamente da alti livelli di resa, uniformità di pezzatura e grado Brix ottimale alla raccolta.
Questi aspetti sono sempre più ricercati dalle aziende di trasformazione e dagli stessi consumatori che richiedono conserve e prodotti di provenienza nazionale, caratterizzati da un notevole valore di servizio elevata serbevolezza e garanzia di qualità.
È quindi facile comprendere che, se il mercato richiede nuovi standard qualitativi, per l’imprenditore vi è la necessità di cogliere tutte le innovazioni messe in campo attraverso la ricerca agronomica per non rimanere indietro e subire gli stessi standard vedendoli più come vincoli che come fattori distintivi.
Come ottenere risultati migliori in resa e caratteristiche organolettiche.
Il protocollo Cifo prevede l’impiego di 3 specialità in azione sinergica, ognuna di queste con uno specifico target agronomico:
Ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare la sostanza secca
Migliorare il grado zuccherino, uniformare colorazione e maturazione
Favorire la maturazione migliorando la pezzatura e esaltando le caratteristiche qualitative della produzione commerciabile.
Il protocollo Cifo.
Per ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare il quantitativo di sostanza secca alla raccolta migliorando la resa industriale, da anni risulta particolarmente efficace utilizzare Cifo KS 64 nelle fasi centrali del ciclo di coltivazione (40 giorni dalla raccolta), Cifo KS 64 è un fertilizzante speciale liquido ricco di Potassio, Zolfo, acidi organici ed L-Prolina; questo amminoacido naturale risulta particolarmente efficace in situazioni di stress idrico-salino a carico della pianta.
La dose consigliata è di 10 Kg/ha, valutando un eventuale secondo intervento sulla base della risposta dell’impianto.
L’altro intervento citato in precedenza è legato all’ottenimento di bacche con migliori caratteristiche qualitative alla raccolta, incrementando ed uniformando al contempo la pezzatura, la specialità che più si sposa con questo target è Cet 46 Green, prodotto biologico dalle caratteristiche davvero innovative, basato sull’azione combinata dell’alga Macrocystis integrifolia, in sinergia con amminoacidi, acidi carbossilici e microelementi in forma chelata.
Il formulato permette di attivare i meccanismi biologici che favoriscono il metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi, oltre che la sintesi di antocianine e carotenoidi. Ciò si traduce in una migliore colorazione della bacca, un maggiore grado Brix ed una migliore uniformità di maturazione alla data di raccolta.
Cet 46 Green trova impiego in abbinamento, per via fogliare, con Ener 26, alla dose di 2,5 L/ha ripetuto in due trattamenti.
Ener 26 è uno speciale formulato impiegabile in agricoltura biologica a base amminoacidica ed arricchito con macro e mesoelementi utili a fornire energia metabolica alla pianta, ad effetto istantaneo, in particolare influenza positivamente il metabolismo degli zuccheri e la traslocazione dei fotosintetati (zuccheri, amminoacidi, sali minerali, ecc.) verso le bacche.
L’impiego di Ener 26, per via fogliare alla dose di 3 L/ha, in abbinamento a Cet 46 Green a 20-10 giorni dalla data di raccolta, permette di supportare il metabolismo delle piante proprio nella fase in cui la richiesta energetica raggiunge il picco, per uniformare la maturazione ottenendo un incremento di tutti i parametri qualitativi.
Cifo S.r.l., azienda leader nel settore dei fertilizzanti speciali, per potenziare la propria struttura è attualmente alla ricerca di un MANUTENTOREMECCANICO.
La risorsa si occuperà della manutenzione ordinaria, straordinaria e preventiva degli impianti produttivi e delle utilities di stabilimento con particolare attenzione agli aspetti meccanici. È comunque gradita la conoscenza nell’ambito elettrico ed elettronico.
Si occuperà di:
Effettuare interventi di manutenzione preventiva e/o a guasto degli impianti produttivi nel rispetto delle normative di qualità sicurezza ed ambiente relazionandosi anche con le ditte fornitrici.
Effettuare interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria alle utilities dello stabilimento relazionandosi anche con le ditte esterne che si occupano del servizio.
Relazionarsi con i referenti interni e colleghi della produzione per condividere le tempistiche degli interventi.
Contribuire alla definizione del piano delle manutenzioni a breve, medio e lungo termine.
Collaborare alla gestione della ricambistica proponendo anche gli acquisti necessari.
Redigere statistiche sugli interventi straordinari al fine di migliorare la manutenzione preventiva.
Registrare gli interventi effettuati sui supporti messi a disposizione.
Garantire il rispetto delle normative di sicurezza degli impianti.
Requisiti:
Diploma di Scuola superiore con indirizzo meccanico.
Precedente esperienza, (almeno quinquennale) in contesti manutentivi di aziende produttive.
Buona conoscenza e lettura di schemi elettrici.
Buona conoscenza e lettura di disegno meccanico.
Conoscenza pneumatica/idraulica/meccanica.
Conoscenza in diagnosi e riparazione di guasti su motori, inverter, fotocellule, nastri trasportatori.
Sono richieste attitudine al problem solving, senso di responsabilità, capacità organizzativa, precisione, flessibilità, capacità di lavorare in team.
Orario di lavoro: full time 40 ore settimanali, dal lunedì al venerdì. Possibilità di interventi eccezionali al sabato mattina in base alle esigenze produttive
Inquadramento: CCNL per gli addetti all’industria chimica/chimico farmaceutica; l’effettivo inquadramento e retribuzione verranno definiti in base all’esperienza del candidato/a ed alle regole organizzative aziendali.
Le offerte di lavoro si rivolgono a candidati di entrambi i sessi (L. 903/779 e L. 125/91).
Il curriculum inviato deve contenere l’autorizzazione al trattamento dei dati personali (L. 196/2003).
L’approccio nutrizionale di Cifo per ridurre l’eccessiva compattezza dei grappoli.
Grappoli eccessivamente serrati causano difficoltà nel passaggio di aria, soprattutto in cultivar quali Glera, Pinot, Sauvignon, Chardonnay, ecc., in queste condizioni, l’umidità all’interno del grappolo può risultare piuttosto elevata e fattori concominati quali lesioni causate da alterazioni fisiologiche (accrescimento repentino degli acini ed epidermide poco strutturata) o fattori di natura parassitaria come punture di insetti, possono incrementare notevolmente il rischio di attacco da Botrite e marciumi acidi, questi effetti si manifestano in campo attraverso una riduzione della resa, delle qualità dell’uva, oltre che una maggiore difficoltà d’impiego di fitofarmaci per proteggere il rachide.
Affinché i grappoli possano svilupparsi in maniera equilibrata è molto importante intervenire alla rottura delle gemme, una volta che germogli hanno iniziato lo sviluppo.
Per ottenere uve sane e di qualità elevata è fondamentale quindi supportare gli acini in fase di sviluppo attraverso interventi nutrizionali operati all’interno della finestra temporale compresa tra la fase di bottoni fiorali separati (BBCH 57) ed il momento di piena allegagione (BBCH 71), questi interventi sono mirati al mantenimento di un’elevata efficienza fogliare e all’irrobustimento delle difese meccaniche dei tessuti in accrescimento.
Fase di intervento: Acino-pepe
Fase di intervento: Acino-pepe
In campo con un’innovativa strategia nutrizionale.
Per favorire l’allungamento e l’ottenimento di grappoli meno fitti la prassi comune prevede l’impiego di gibberelline di sintesi, col passare degli anni, però, questa pratica ha mostrato diversi fattori critici, diversi studi hanno evidenziato che, a partire dall’anno successivo alla somministrazione di questi formulati durante la fase di differenziazione a fiore delle gemme, il numero e la dimensione dei grappoli prodotti per ogni pianta subisce progressivamente una riduzione nel tempo, anche durante la stessa annata, l’impiego di ormoni può mostrare effetti molto variabili a seconda della stagione e non di rado ciò provoca effetti negativi anche sulla fioritura in atto.
Un protocollo nato in vigneto.
Una collaborazione nata nel 2020 tra i tecnici Cifo e Vi.V.O. Cantine ha dato frutto ad un protocollo nutrizionale nato con lo scopo di consentire ai soci conferitori di evitare i problemi più frequenti, tipici dei vitigni impiantati.
Attraverso un’analisi delle variabili agronomiche coinvolte, sono state impostate diverse prove in campo mirate a contrastare in maniera sostenibile, sia sul piano economico, sia sul piano ambientale, il fenomeno dell’eccessivo compattamento dei grappoli, il successo della strategia impostata è stato reso possibile grazie alla messa a punto di una strategia basata sull’impiego di un biostimolante in associazione ad una specialità nutrizionale a base di alghe, amminoacidi, meso e microelementi.
Le soluzioni impiegate.
Il protocollo prevede l’impiego in sinergie di due specialità: Sinerveg e Calcisan Green, a partire dalla fase BBCH 57, in cui i bottoni fiorali e gli assi secondari del rachide si separano, fino alla fase BBCH 61 di inizio prima fioritura.
Sinerveg è un biostimolante di origine naturale, consentito in agricoltura biologica, impiegato per via fogliare.
È ottenuto tramite uno speciale processo industriale che permette di preservare la naturale integrità funzionale degli estratti lignocellulosici di cui è costituito, il prodotto è stato formulato con lo scopo di fornire una forte spinta al metabolismo della pianta permettendo di mantenere la massima efficienza fogliare e metabolica.
Calcisan Green è una specialità utilizzata per via fogliare costituita da calcio, magnesio e Macrocystis integrifolia, un’alga gigante che, oltre ad apportare specifici nutrienti è in grado di “complessare” naturalmente i mesoelementi di cui è arricchito il formulato attraverso specifici polisaccaridi (alginati) contenuti, questa particolare caratteristica consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali favorendo la sintesi delle protopectine cellulari, costituenti basilari delle lamelle mediane nelle pareti delle cellule.
Macrocystis integrifolia
Raccolta manuale delle alghe
Un approccio in due step per favorire lo sviluppo di grappoli sani e di qualità.
Miscelare 2 L di Sinerveg e 3 L di Calcisan Green in soluzione impiegando un volume d’acqua di 200 L per ogni ettaro trattato.
Irrorare la vegetazione facendo attenzione che la soluzione raggiunga anche la superficie dei grappoli e ripetere il trattamento per 2 volte a distanza di 14 giorni.
I vantaggi direttamente riscontrabili.
I grappoli trattati tendono a raggiungere uno sviluppo maggiore e gli acini ad ingrossarsi in maniera costante ed equilibrata potendo beneficiare anche di una maggiore resistenza contro eventuali fattori di stress, grazie agli estratti del succo d’alga Macrocystis Integrifolia, la speciale formulazione con cui è veicolato il Calcio (Ca), conferisce robustezza ed elasticità alla buccia dell’acino, risultando in tal modo più resistente a lacerazioni fisiopatologiche ed attacchi parassitari.
Il 25 maggio 2022, alle ore 16,30 saremo online, con L’Informatore Agrario come media partner, per parlare di nuovi modelli e tecniche per una moderna olivicoltura.
Per rendere competitiva la nostra olivicoltura è necessario partire dal campo per permettere al frantoio di esprimere al massimo la qualità delle olive.
Questo obiettivo richiede di ripensare gli impianti e le principali gestioni agronomiche puntando sulla sostenibilità della nutrizione, che trova nei biostimolanti degli alleati preziosi e anche verso la difesa dalla mosca, avversità sempre più complessa da controllare con i metodi convenzionali.
Interverrano Franco Famiani ed Elissa Daher dell’Università degli studi di Perugia rispettivamente sui temi delle tipologie di impianto e delle tecniche di gestione per una olivicoltura innovativa e sostenibile e sui nuovi approcci e prodotti per il controllo della mosca delle olive.
A seguire Massimo Andreotti, sales support manager di Cifo illustrerà la nuova legge sui biostimolanti e sul loro impiego e Mirko D’Angelo sempre del supporto tecnico di Cifo si occuperà delle principali situazioni di stress da gestire in oliveto partendo da alcuni casi di successo.
Come stimolare in maniera sostenibile l’induzione fiorale e migliorare l’allegagione.
Le settimane appena concluse rappresentano quel momento dell’anno in cui la fase di mignolatura ha raggiunto il suo termine.
Durante questa fase fenologica è possibile assistere in campo alla completa comparsa dei caratteristici germogli che, raggruppati in infiorescenze a forma di grappolo, virano dal verde al bianco acceso andando a formare le cosiddette mignole dell’olivo
Una volta conclusa la fase di mignolatura, le infiorescenze raggiungono ormai la dimensione massima ma i fiori restano ancora chiusi, proprio in questo momento si apre una finestra temporale che intercorre sino alla seconda metà di giugno fino a completa allegagione, proprio questo è il momento in cui occorre fornire alla pianta il corretto mix di elementi nutritivi di cui necessita, in maniera tale da assicurare il corretto compimento della fase di fioritura, per supportare le reazioni biochimiche che regolano il successivo processo fecondativo e l’uniformità di accrescimento della drupa.
Gli aspetti critici da considerare per delineare la strategia nutrizionale.
Durante questo periodo diversi sono i fattori di stress che possono verificarsi direttamente a danno dei tessuti delle mignole, con ripercussioni negative sulla produzione finale, eventi quali freddi tardivi o sbalzi termici ad esempio possono danneggiare lo sviluppo dell’ovario e dello stilo determinando un impoverimento della fertilità del polline ed una perdita di struttura del fiore, anche a mignolatura conclusa fattori quali venti secchi ed alte temperature possono causare una disidratazione dello stilo e disseccamento dello stigma.
Eccessi di umidità o piogge prolungate possono invece compromettere l’uniformità di schiusura delle antere e causare un dilavamento dei tessuti stilari anche ad impollinazione terminata.
Il protocollo Cifo per potenziare fioritura ed allegagione.
Per ottimizzare queste delicate fasi, il protocollo messo in campo dai tecnici Cifo si articola su tre step consecutivi a cui corrispondo tre diversi target agronomici:
Stimolare ed uniformare il processo di fioritura.
Garantire i regolari processi di fecondazione ed allegagione.
Scongiurare gli effetti avversi provocati da fattori di natura abiotica.
La specialità nutrizionale impiegata con successo per favorire lo sviluppo e l’uniformità delle infiorescenze è Ert 23 Plus, un biopromotore contenente con un mix di amminoacidi, L Triptofano, Boro e Potassio attivati dall’estratto puro della speciale alga gigante Macrocystis integrifolia ad azione sinergizzante.
Impiegato per via fogliare alla dose di 2,5 L/ha, attraverso 2-3 interventi fino a caduta petali, l’attività biopromotrice di Ert 23 Plussi rivela fondamentale durante le fasi che precedono la fioritura, agendo positivamente sui processi di divisione e differenziazione cellulare, permette alla pianta di fornire un supporto metabolico utile a potenziare lo sviluppo e l’uniformità degli organi fiorali dell’anno, stimolando al contempo la formazione delle infiorescenze dell’anno successivo in maniera tale da mitigare anche eventuali fenomeni di alternanza.
Carenza di Boro
Fase di allegagione
La presenza degli estratti d’alga Macrocystis integrifoliaconsente inoltre alla pianta di reagire agli eventuali stress metabolici ed ambientali tipici del periodo di fioritura-allegagione.
Per evitare fenomeni di scarsa allegagione e di cascola è importante intervenire già durante la fase di induzione antogena, in questo periodo fattori come la germinabilità del polline e la formazione del tubetto pollinico possono rappresentare un collo di bottiglia per la produttività se non gestiti in maniera opportuna, a questo scopo l’impiego del formulato BZ Fastdurante e fino alla fase di piena fioritura (al rigonfiamento dei bottoni fiorali) alla dose di 250 g/hL si dimostra efficace per prevenire e curare eventuali carenze di Boro che possono verificarsi specialmente in terreni calcarei.
Il Boro è l’elemento necessario per la biosintesi di auxine e lignina che stimola la fertilità del polline e rende la pianta più resistente a stress di natura ambientale.
Per entrambi i prodotti indicati la stabilità delle formulazioni permette la miscibilità con altri prodotti antiparassitari, ad eccezione degli oli minerali, insetticidi a base oleosa, Phosethyl-Al e dodina, per cui l’applicazione può essere effettuata anche in occasione dei trattamenti contro Mosca, Tignola, Occhio di pavone, Margaronia ed altri patogeni.
La fiera internazionale dell’ortofrutta, in programma dal 4 al 6 al Rimini Expo Centre, tornerà nel “tradizionale” mese di maggio.
Macfrut è l’evento di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo in Italia e all’estero.
La splendida sede espositiva, il crescente numero di aziende italiane ed estere, le molteplici iniziative per l’innovazione e l’internazionalizzazione ne fanno un appuntamento chiave per operatori e buyer, la scorsa edizione ha visto la presenza di 800 espositori e di 32.500 visitatori.
La ciliegia protagonista
La ciliegia sarà il prodotto simbolo dell’edizione 2022, scelta che farà di Macfrut la capitale mondiale ospitando l’International Cherry Symposium insieme ai massimi esperti a livello internazionale.
Macfrut è una fiera verticale che rappresenta tutta la filiera con 8 settori: Produzione e Commercio, Macchinari e Impianti, Materiali e Imballaggi, Macchinari per la Coltivazione, Serre e Irrigazione, Vivaismo e Sementi, Biosoluzioni, Logistica e Servizi.
Le opportunità per i visitatori: incontri B2B con gli espositori, meeting e convegni di alto livello, aree dinamiche e dimostrative, ecc., tutti gli eventi collaterali a Macfrut offrono numerose opportunità di business, conoscenza e approfondimento.
Macfrut è l’evento globale che permette di fare affari e contemporaneamente offre la specializzazione tecnica, il know how ed eccellenze uniche del settore ortofrutticolo.
Veniteci a trovare proprio di fronte all’ingresso della hall sud allo stand 009, abbiamo tante cose da raccontarvi sulla nostra idea di sostenibilità.
Da oggi nuova estensione d’impiego per T34 Biocontrol®, il biofungicida di Cifo
Con circa 14.000 ha (CSO, 2018), di cui per il 98% in pieno campo, l’Italia si afferma leader mondiale per la coltivazione di radicchio, grazie anche ad un export che ha superato i 5 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2021.
L’importanza strategica del comparto però non si ferma solo a questa coltura: con più di 10.000 ha coltivati (Istat, 2020), l’Italia rappresenta a livello europeo il secondo Paese europeo per volumi di produzione di lattuga da pieno campo ed uno dei primi 5 Paesi a livello mondiale.
Non meno considerevoli sono le coltivazioni di spinacio in piena aria, che con circa 6.000 ha (Istat, 2017) presenta un trend crescente di anno in anno.
Dati i volumi di produzione e l’importanza economica delle colture appena citate, emerge chiara la necessità di un accurato controllo, con cure ed attenzioni in grado di scongiurare i danni provocati da patogeni fungini ed assicurare la buona riuscita del ciclo colturale.
Una storia di successo
Il 2019 rappresenta l’anno in cui Cifo, dopo aver ottenuto l’autorizzazione per l’impiego nelle colture di solanacee, cucurbitacee e garofano in serra, ha avviato la commercializzazione del fungicida biologico T34 Biocontrol®.
Da allora, l’implementazione della specialità all’interno dei protocolli agronomici Cifo ha riscosso di anno in anno una crescente popolarità all’interno di varie filiere.
Prova su pomodoro
Trattato con spore
Trattato con T34 Biocontrol®
Pre-trattamento
Post-trattamento
Il successo riscosso in campo è il frutto di un lungo lavoro di ricerca che ha permesso di isolare e potenziare l’azione di quei microrganismi utili, in grado di instaurare benefici rapporti di interazione con la pianta e di fungere da barriera contro le avversità fungine della rizosfera.
Oggi T34 Biocontrol® amplia il suo spettro d’azione potendo beneficiare dell’autorizzazione per l’impiego contro Sclerotinia spp. anche nelle colture di lattuga ed ortaggi da foglia in pieno campo.
Le avversità
Le avversità provocate da funghi del genere Sclerotinia spp. rappresentano tra le maggiori cause di marciumi al colletto e marciumi basali, essendo quelle più diffuse ed in grado di compromettere in maniera grave la coltivazione della colture da foglia.
Attualmente una delle maggiori sfide in questo comparto riguarda il garantire una costanza delle rese e della qualità di frutta e ortaggi nonostante condizioni di campo non sempre ottimali.
Un suolo alterato infatti non rappresenta unicamente un fattore limitante per la corretta funzionalità dell’apparato radicale della pianta ma, in maniera ancor più critica, può costituire una forte barriera nei confronti della disponibilità di elementi nutritivi, nonostante la disponibilità di partenza possa attestarsi anche su valori ottimali.
Non potendo trarne vantaggio, le piante già indebolite risulteranno più suscettibili a fisiopatie ed alterazioni che porteranno ad un calo della resistenza agli stress ambientali e delle caratteristiche qualitative dei raccolti.
Un complesso meccanismo d’azione
Cifo, azienda capofila nel settore della nutrizione speciale delle colture, dopo anni di studio approfondito del microbioma del suolo ha lanciato un prodotto contenente conidi del fungo Trichoderma asperellum del ceppo T34, che lo rendono un formulato dalle caratteristiche uniche sul mercato: questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo triplice meccanismo d’azione:
Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol® di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
Azione stimolante:T34 Biocontrol® svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.
Una via più sostenibile per il controllo delle avversità del suolo
Un prodotto efficace per piante ed utilizzatori, ma anche sicuro per la salute del suolo e il mantenimento della sua biodiversità, in grado di creare le condizioni ottimali per i successivi cicli colturali.
T34 Biocontrol® non rappresenta solo un’ottima alternativa ai fungicidi tradizionali, ma un prodotto di nuova generazione che permette di ottenere risultati più stabili nel tempo e più sostenibili per l’ambiente, esso infatti:
È totalmente biologico.
Non ha tempi di carenza e non lascia residui.
Non produce contaminazione nel suolo o nell’acqua.
Grazie ai suoi molteplici meccanismi di azione non genera fenomeni di resistenza.
Riduce le popolazioni dei principali patogeni del suolo (concorrenza, parassitismo, antibiosi).
Favorisce la pianta (attivazione della sua risposta immunitaria) e la solubilizzazione degli elementi minerali nel terreno.
Non danneggia altri organismi benefici del suolo, api o fauna ausiliaria, uccelli o organismi acquatici.
Clima, acqua e suolo: le soluzioni Cifo che garantiscono una perfetta sinergia tra gli elementi
Il tanto sperato arrivo delle piogge primaverili, dopo un lunghissimo periodo di siccità a cui non si assisteva da 30 anni, ci ricorda che il clima, dopo un inizio stentato, è ormai quello tipico primaverile e che le condizioni sono favorevoli per avviare tutte le fasi di preparazione alle semine o ai trapianti che caratterizzano tale periodo.
Sia in pieno campo che in ambiente protetto (serra o tunnel), gli agricoltori si stanno avviando verso le fasi iniziali del ciclo di produzione di colture quali pomodori, peperoni, melanzane, patate, fragole, meloni ed altri ortaggi da frutto, a foglia o bulbo.
Tutte queste colture presentano caratteristiche e necessità agronomiche differenti ma la loro gestione è sempre riconducibile a 3 variabili fondamentali: clima, acqua e terreno.
Riguardo il primo fattore, purtroppo le opzioni in mano all’agricoltore non lasciano molte scelte.
Sebbene appaia ormai impensabile contrastare direttamente i fenomeni derivanti dal cambiamento climatico, il progresso tecnico dei protocolli di campo applicati in agricoltura ha portato negli anni a notevoli miglioramenti nella gestione colturale, e se si parla di prime fasi post-trapianto, molti sono i passi in avanti svolti per quello che riguarda le fasi di attecchimento e sviluppo dell’apparato radicale.
Attraverso un miglior controllo dei restanti due parametri (acqua e terreno), si è anche maturata, oggi, una maggior consapevolezza che il terreno non è più inteso come un substrato ma assume un ruolo centrale attraverso la biodiversità della flora batterica e fungina all’interno del sistema suolo-pianta.
Le Specialità Cifo per partenze al Top.
Concentrandosi su ognuna di queste 3 variabili e sul rapporto causa-effetto che le lega, il reparto R&D di Cifo ha studiato e realizzato 3 formulati specifici ognuno in grado di aiutare e stimolare le piante nelle prime fasi, garantendo sia l’effetto starter, sia il potenziamento della fertilità del suolo, sia lo stimolo al superamento degli stress di vario tipo.
Se si considerano le escursioni termiche caratterizzanti questo periodo, con temperature diurne tipiche primaverili e quelle notturne ancora vicine a quelle invernali, piogge totalmente assenti nelle settimane precedenti e sicuramente abbondanti nelle prossime, nonchè possibili temporali in grado di scaricare in poche ore importanti quantità di acqua, è possibile affermare con certezza che gli stress a cui vanno incontro queste colture sono diversi.
Risulta quindi importante in questa fase sostenere lo sviluppo delle piante garantendo un giusto mix ed equilibrio di nutrienti e sostanze biologicamente attive che aiutino le stesse a superare sia gli stress termici e idrici, sia a migliorare l’attecchimento attraverso un maggiore sviluppo di radici secondarie.
Effetto Starter.
RadiCifo L 24 è una specialità utilizzabile in fertirrigazione contenente un mix di matrici organiche tra cui acidi umici, fulvici, alga Macrocystis Integrifolia e L-Triptofano, che lavorando in sinergia creano le condizioni ottimali nella rizosfera per lo sviluppo delle radici, garantendo l’ottimale attecchimento delle colture.
Grazie alla presenza delle componenti bioattive contenute nell’alga Macrocystis Integrifolia le giovani piante possono trarre beneficio sia attraverso un’azione termoregolatrice che ne incrementa la resistenza a seguito di stress termici o idirici, sia un’azione hormone like che stimola lo sviluppo dell’apparato radicale e la fisiologia della pianta durante le prime fasi di crescita.
Il dosaggio consigliato è di 10 – 15 L/ha (1 – 1,5 L/1000 m2), a partire dalla fase di trapianto e ripetendo l’intervento ogni 7-12 giorni.
Potenziamento della fertilità del suolo.
Gli Acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumic agiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo.
Usato in fertirrigazione alla dose di 4 – 6 kg/ha permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.
Coltivazione in suoli con condizioni difficili.
Funghi come Fusarium, Pythium, Rhizoctonia, Sclerotinia, Phytopthora possono azzerare le produzioni, portando con rapidità le piante alla morte.
L’eccessiva e prolungata umidità o i ristagni a cui sono esposte le radici delle piante, determinano le condizioni favorevoli per l’attacco dei funghi patogeni.
Il fungicida biologico T34 Biocontrol a base di Trichoderma asperellum, in formulazione in conidi del ceppo T34, è unico sia per la sua concentrazione, con 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per il suo innovativo meccanismo d’azione.
Impiegato in fertirrigazione o incorporato direttamente nel substrato è in grado di esplicare 3 azioni in maniera simultanea.
Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
Azione stimolante:T34 Biocontrol svolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.
Dal 25 al 27 marzo 2022 si svolgerà il 75° Congresso nazionale di Assoenologi, il primo grande evento in presenza, dopo quasi due anni segnati dall’emergenza Covid.
A fare da cornice a questo evento non poteva che essere Verona, la città che ospita la più importante fiera al mondo dedicata al vino e che a ottobre si è presentata in edizione ridotta.
Se Vinitaly Special Edition ha segnato in qualche modo la ripresa del business, il 75° Congresso di Assoenologi vuole spalancare alla vista nuovi scenari, nei quali proseguire una lunga storia, che quest’anno celebra i suoi primi 130 anni.
Non è sbagliato pensare a questo appuntamento come a un momento di rinascita, determinante per la ripresa del settore vitivinicolo, ma soprattutto per l’associazione e per tutti i professionisti che rappresenta.
Siamo particolarmente felici di essere presenti a Verona, per noi di Cifo, da anni al fianco di Assoenologi, solitamente il congresso segna un momento di confronto importante con gli operatori del settore – dice Pierluigi Picciani, direttore commerciale e marketing di Cifo – Ma quest’anno ritrovarsi in presenza significa molto di più, significa salutare vecchi amici ed essere testimoni della ripartenza, dopo mesi di sofferenza.
In molte regioni italiane anche quest’anno l’inverno sembra aver ceduto il passo alla primavera in maniera piuttosto precoce.
Complici le miti temperature di febbraio e gli inverni sempre più ridotti a causa del più grande fenomeno del cambiamento climatico, molte coltivazioni di pomacee e drupacee quali albicocche e nettarine hanno ormai intrapreso la fase di risveglio vegetativo con un anticipo di almeno 10 giorni rispetto ai dati storici.
Se il periodo dovesse seguire il trend degli ultimi anni, dalle prossime settimane i termometri potrebbero scendere nuovamente al di sotto dei 5 °C e con molta probabilità, sarà necessario intervenire per evitare gravi danni in campo.
Quali sono i danni provocati dalle gelate su queste specie?
Per le piante da frutto si va dalla necrosi delle gemme al distacco del peduncolo e del ricettacolo fiorale, segue poi la necrosi e quindi la morte dei pistilli e dell’ovario con serie conseguenza per la produzione.
I rapporti causa-effetto alla base.
Prima di effettuare qualsiasi intervento occorre comprendere quali siano i meccanismi fisiologici, interni ed esterni alla pianta, in grado di interferire negativamente con il lo sviluppo degli organi produttivi dell’anno.
In generale, una volta compiuta e superata senza intoppi la fase di risveglio vegetativo, il metabolismo della pianta procede verso una fase di cambiamenti all’interno delle gemme che prende il nome di induzione a fiore.
Durante le prime fasi di questo processo, l’induzione a fiore è detta “reversibile”.
Ciò vuol dire che, se le condizioni ambientali non sono favorevoli, ad esempio a causa di sbalzi termici tipici di questo periodo o squilibri nutrizionali, l’assetto ormonale della pianta può mutare velocemente, determinando per le gemme un’interruzione dell’induzione a fiore ed una contemporanea inversione verso lo sviluppo vegetativo delle stesse.
Se invece tale inversione ha luogo in uno stadio avanzato, le gemme stesse rischiano invece di abortire, con ripercussioni negative sull’omogeneità di allegagione.
Da quale periodo è possibile intervenire?
In genere, è importante sapere che la formazione delle gemme a fiore di un albero, da cui poi si formano i frutti, avviene nell’anno precedente rispetto a quello in cui osserviamo la fioritura e la produzione dei frutti.
Per questo motivo è fondamentale garantire un corretto apporto nutrizionale anche durante la fase del post raccolta, proprio per evitare il rischio che le gelate tardive possano non solo di rovinare i fiori dell’anno, ma anche la formazione delle gemme fiorali della stagione successiva.
Quali sono i vantaggi derivanti dall’impiego delle specialità nutrizionali Cifo?
Come appena accennato, al fine di ottimizzare e portare a compimento la successiva fruttificazione è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.
La caratteristica dell’ormai consolidato protocollo di campo Cifo è quella di ottenere:
Mitigazione degli stress termici;
Uniformità di germogliamento;
Uniformità di fioritura;
Uniformità d’allegagione;
Uniformità di sviluppo e maturazione frutti
In queste circostanze il supporto di prodotti biostimolanti è quindi indispensabile, sia per sopportare che per conservare l’equilibrio fisiologico degli impianti.
La proposta Cifo prevede quindi l’impiego di due specialità nutrizionali: Macys BC 28 ed Ert 23 Plus
Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys integrifolia, riconosciuto dalla legge 75/2010 come prodotto ad azione biostimolante.
Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, raccolta e lavorata con un processo meccanico a bassa temperatura che consente di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.
A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys integrifolia cresce in un ambiente e in condizioni estreme che ne determinano le sue elevate proprietà nutrizionali: ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali quali ad esempio ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali.
I regolatori di crescita naturali contenuti, che danno un supporto ulteriore durante le prime fasi di formazione dei fiori e dei frutti, in quanto grazie all’azione ormon-like permette alla pianta un aumento di allegagione e pezzatura dei frutti.
Ert 23 Plus è ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che attiva la frazione minerale con matrici organiche di qualità.
Viene applicato per via fogliare da rottura gemme, fino a caduta petali.
Le applicazioni consentono di uniformare germogliamento e fioritura, a supporto di un corretto sviluppo degli organi fiorali (maschili e femminili) che porta al potenziamento dei processi di allegagione dei frutti.
Ert 23 Plus è inoltre ricco di Triptofano levogiro attivato, precursore auxinico naturale che rispetta totalmente la fisiologia naturale della pianta.
Dal 2 al 3 di marzo si terrà a Bari, presso il Nicolaus Hotel, la terza edizione della Biostimolanti conference, il cui tema principale quest’anno, sarà “Gli alleati del futuro”.
I biostimolanti sono una famiglia di mezzi tecnici che – anno dopo anno – non smette di suscitare interesse nel mondo agricolo.
Il settore da anni continua a crescere con numeri a due cifre e le novità offerte dalle numerose realtà che operano in questo campo sono molteplici.
Proprio questa accelerazione da parte del mondo della ricerca pubblica e privata potrebbe creare un distacco tra le proposte aziendali e la normativa di riferimento, che cerca – purtroppo senza grandi successi – di tenere il passo. Il rischio concreto è di generare un vuoto di conoscenza tecnico e normativo tra gli operatori del settore.
La terza Biostimolanti Conference si propone di contribuire a colmare il vuoto conoscitivo in questo ambito, divulgando le peculiarità tecniche e normative di questa categoria di sostanze.
Nel corso delle due giornate della Conference, ventuno relatori accademici e istituzionali di spessore internazionale e i referenti di ventotto aziende multinazionali produttrici di biostimolanti relazioneranno per descrivere peculiarità legislative e tecniche e di queste sostanze naturali.
Il 2 marzo alle ore 16,10, all’interno dell’appuntamento pomeridiano dedicato ai seminativi, Francesco Acinapura, sales support di Cifo, parlerà dell’applicazione dei biostimolanti per supportare e migliorare i processi fisiologici delle piante illustrando alcune case studies di grande successo.
Le nostre specialità per la ripresa vegetativa in viticoltura
Nonostante stiamo assistendo a delle stagioni sempre più “stravolte” dal punto di vista meteorologico, inevitabilmente, in ogni annata, si arriva in quel periodo in cui le temperature medie si alzano oltre i 10 C°, ciò può avvenire più o meno precocemente, a seconda dell’andamento climatico stagionale, questo è solitamente il periodo di ripresa vegetativa in viticoltura.
Durante la ripresa vegetativa in viticoltura si registra una rapida e vigorosa attività linfatica della vite e, contestualmente, si verificano delle mutazioni nella fisiologia della pianta che determinano l’emissione di liquido dai vasi xilematici a livello dei tagli di potatura: è il cosiddetto “pianto” della vite.
Le piccole gocce che si formano, composte da minerali, zucchero e acidi, segnalano all’agricoltore che ormai la primavera è inequivocabilmente alle porte e la fase di germogliamento sta per ripartire dopo il lungo periodo di riposo vegetativo.
Una fase che sembra quasi evocativa, ma ancora più importante sotto il profilo agronomico perché presuppone la necessità di riprendere un lavoro già avviato in post raccolta, quando gli interventi erano finalizzati al nutrimento delle gemme e all’accumulo di sostanze di riserva, in maniera tale da arrivare in questo momento con buone dotazioni nutritive.
Quali sono le reali necessità nutrizionali durante questa fase?
Durante la fase del “pianto” gli interventi nutrizionali contribuiscono a raggiungere target agronomici quali:
Uniformità della risposta vegetativa alla ripartenza.
Migliore rimobilitazione delle sostanze di riserva accumulate quali zuccheri, amminoacidi ecc.
Fioritura omogenea e buona allegagione.
Protezione dell’impianto da eventuali ritorni di freddo o gelate tardive.
Proprio per questi motivi è fondamentale considerare la concimazione autunnale e quella primaverile come complementari e dunque progettarle insieme per non eccedere le unità fertilizzanti previste annualmente dal piano di concimazione aziendale.
Gli interventi consigliati in viticoltura per uniformare la risposta vegetativa e mobilitare le sostanze di riserva
Subito dopo il “pianto” è ormai consolidato il protocollo che prevede l’impiego in sinergia per via fogliare delle specialità di casa Cifo: Sinerveg e Calcisan Green.
L’intervento è mirato al conseguimento di target quali:
Il conseguimento di una rapida ed uniforme ripartenza con effetto “booster”
Una migliore lignificazione dei tralci
Una buona uniformità di germogliamento.
La dose consigliata di Sinerveg è di 3 L/ha mentre per il Calcisan Green è pari a 5 L/ha.
Sinerveg è un biostimolante di origine naturale consentito in agricoltura biologica ed impiegato per via fogliare, ottenuto tramite uno speciale processo industriale che permette di garantire la naturale integrità funzionale degli estratti lignocellulosici di cui è costituito.
Il prodotto è stato formulato con lo scopo di fornire una forte spinta al metabolismo della pianta permettendo di mantenere la massima efficienza fogliare e metabolica.
Calcisan Green è una specialità utilizzata per via fogliare costituita da Calcio, Magnesio e Macrocystis integrifolia, un’alga gigante che rende il formulato estremamente attivo e performante.
Oltre ad apportare specifici nutrienti, è in grado di “complessare” naturalmente i mesoelementi di cui è arricchito attraverso specifici polisaccaridi (alginati) contenuti.
Questa particolare caratteristica consente un migliore assorbimento e traslocazione dei nutritivi all’interno dei tessuti vegetali favorendo la sintesi delle protopectine cellulari, costituenti basilari delle lamelle mediane nelle pareti delle cellule.
Come intervenire in caso di eventuali ritorni di freddo?
Dalla fase di “grappoli separati” gli interventi sono orientati ad incrementare la resistenza delle piante alle basse temperature, ai ritorni di freddo improvvisi, a favorire il regolare sviluppo dei grappoli e dei bottoni fiorali.
La specialità ideale da impiegare in queste fasi fino all’allegagione è Macys BC 28 ad un dosaggio consigliato di 2-4 L/ha.
Un vero e proprio “succo” costituito al 100% dall’alga gigante Macrocystis Integrifolia, la cui caratteristica distintiva è caratterizzata proprio dal metodo di estrazione conservativo e dalla varietà delle componenti contenute: promotori di crescita naturali, betaine, laminarine, acido alginico, vitamine e nutrienti minerali mantengono intatte tutte le caratteristiche e le concentrazioni della materia prima di partenza.
Proprio per tali caratteristiche il prodotto garantisce un equilibrio nella risposta sia a livello radicale che a livello della vegetazione epigea.
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Salvaguardare la salute del suolo e promuovere lo sviluppo delle piantine.
Uno degli aspetti più importanti ed in apparenza meno evidenti nella gestione nutrizionale delle specie orticole riguarda il potenziamento della naturale fertilità dei suoli.
Il miglioramento delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dei suoli può avvenire solamente attraverso azioni mirate all’incremento dell’attività microbica, all’ampliamento del volume di suolo esplorato dalle radici ed al miglioramento della capacità di scambio all’interno della rizosfera.
I fattori critici.
Tutti questi fattori si pongono in netto contrasto con quelli che sono invece i problemi più frequenti ed evidenti per chi oggi si trova a coltivare ortaggi, ovvero:
Declino progressivo delle caratteristiche chimiche dei suoli;
Perdita di struttura;
Attività radicale in stato d’inerzia;
Stentata o assente attività biologica nel terreno.
Sono proprio questi i problemi che rappresentano le maggiori cause di partenze difficoltose per le colture, per le quali i soli interventi con concimi tradizionali risultano poco efficaci se non deleteri.
Soprattutto nei mesi a venire, a queste cause si potranno sommare anche fattori di stress quali nevicate, gelate notturne, cali repentini di temperatura e presenza di suoli freddi; fattori che possono determinare cali, come nel recente caso che ha coinvolto le produzioni campane e pugliesi di zucchine e finocchi, che vanno dal 30 al 100% del raccolto, provocando gravi ripercussioni anche sull’assetto economico delle aziende colpite.
L’esperienza di Cifo
Per affrontare queste criticità, le soluzioni messe in campo da Cifo, in oltre 50 anni di ricerca e sperimentazione in campo a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevedono l’impiego di tre specialità che lavorano in maniera complementare attraverso l’azione di acidi umici, acidi fulvici, amminoacidi di origine naturale e sostanze bioattive contenute nell’alga gigante Macrocystis integrifolia.
Le soluzioni
Cifoumic
Gli Acidi umici e fulvici contenuti all’interno di Cifoumic agiscono positivamente sulla fertilità del suolo ed esplicano un’azione biostimolante mirata a stimolare l’attività biologica nel terreno attraverso un potenziamento dell’attività dei microrganismi del suolo, ma non solo.
Usato in fertirrigazione alla dose di 4-6 Kg/ha permette alla pianta di incrementare lo sviluppo delle radichette assorbenti ed assorbire con migliore efficacia nutrienti quali fosfati, ferro, microelementi ecc., grazie ad un’azione complessante e protettiva.
Se impiegato in suoli in cui insistono condizioni difficili, quali ad esempio la presenza di xenobiotici o sostanze dannose (diserbanti, antibiotici, metalli pesanti ecc.) per piante e terreno, Cifoumic svolge anche un’azione “detossificante” e neutralizzante che permette di completare il ciclo delle colture anche su terreni in cui si praticano colture particolarmente intensive.
Sinergon R
In tutti quelle situazioni in cui i suoli manifestano i caratteristici sintomi di carenza di sostanza organica, spiccata salinità o impoverimento della struttura, si rivela efficace l’impiego di Sinergon R.
Un bioattivatore dell’attività radicale completamente biologico caratterizzato dalla presenza di un complesso di amminoacidi di origine naturale derivante esclusivamente da processi di idrolisi enzimatica.
Permette di stimolare i processi fisiologici delle piante durante le diverse fasi fenologiche e, grazie alla speciale tecnologia con cui è formulato, agisce come catalizzatore ed attenuatore della salinità delle soluzioni nutritive in preparazione.
Durante le prove in campo si è mostrato efficacie anche per la riduzione dei dosaggi di prodotti fertirriganti impiegati portando alla massimizzazione delle unità fertilizzanti.
Inoltre, la speciale concentrazione di carbonio organico prontamente disponibile permette di porre rimedio in tutte quelle situazioni in cui l’impoverimento del suolo e l’assorbimento d’acqua rappresentano dei fattori limitanti per massimizzare la produttività delle colture.
La dose d’impiego prevista è pari a 10-20 L/ha, da impiegare tramite fertirrigazione attraverso 3-4 interventi da ripetere ogni 10-15 giorni.
Macys BC 28
Per scongiurare invece i rischi derivanti da gelate notturne, ritorni di freddo e sbalzi termici, Cifo consiglia l’impiego in applicazione fogliare della specialità Macys BC 28.
Un potente biostimolante impiegato in agricoltura biologica costituito al 100% dal succo concentrato dell’alga Macrocystis integrifolia, in grado di influenzare positivamente la fisiologia della pianta e predisporre le basi per superare tutti i momenti di stress del periodo, grazie alla presenza inalterata di tutte le numerose sostanze biologicamente attive contenute naturalmente all’interno dell’alga.
In questo caso la dose d’impiego è pari a 2-3 L/ha, da ripetere in più applicazioni durante il normale ciclo colturale.
Ottimizzare la preparazione delle miscele, ottenere il giusto pH dell’acqua, operare con botti sicure e prive di residui dannosi ed avere la sicurezza di distribuire i prodotti sulla coltura nella maniera più efficacie, in modo che nutrienti o principi attivi possano essere assimilati con sicurezza e senza sprechi: questi sono gli interventi che da anni ormai, attraverso l’utilizzo dei 3 grandi classici di casa Cifo, sono diventati più sicuri, più veloci ed alla portata di tutti grazie anche alla loro semplicità d’impiego.
Nella pratica delle comuni operazioni di campo l’utilizzo di Cifovir, Press e Tecnosan porta ad una maggiore persistenza d’azione dei trattamenti, minori dilavamenti, minori sprechi di prodotto, minor numero di interventi e quindi un risparmio sui costi per la distribuzione, fattori che si traducono in una generale ottimizzazione degli interventi.
Ognuno di questi 3 prodotti è stato formulato per rispondere ad un’esigenza specifica in momenti diversi durante le fasi di un trattamento ma ciò non impedisce comunque un utilizzo dei prodotti in maniera singola.
Evitare gli sprechi
Partendo dalla primissima fase in cui si preparano le miscele all’interno della botte, spesso può capitare che durante questa operazione si formi una schiuma che può causare, oltre ad una miscelazione incompleta dei formulati, anche la fuoriuscita della miscela dal serbatoio generando sprechi di prodotto e forme di inquinamento puntiforme.
Press
Press è il formulato Cifo che nasce con lo scopo di favorire e semplificare la preparazione delle miscele. Interagisce con le molecole dell’acqua modificando, a livello chimico, i legami che determinano la formazione di schiuma nelle soluzioni. Con l’utilizzo di Press si evita la formazione della schiuma che normalmente si crea durante la fase di preparazione delle soluzioni nel serbatoio di irroratrici o atomizzatori.
Press inoltre è compatibile con tutte le soluzioni acquose e non interferisce chimicamente con i prodotti in soluzione.
Massimizzare l’efficacia dei trattamenti
Tra i fattori più importanti che incidono sull’efficacia dei trattamenti ricordiamo il pH dell’acqua utilizzata per la soluzione, da cui dipende il fenomeno di idrolisi alcalina, in cui, in presenza di acque alcaline, l’elevato pH della soluzione causa la rottura e la disattivazione delle molecole del principio attivo, perdendo così l’efficacia voluta contro il patogeno che si deve controllare (insetto – fungo – infestante).
Cifovir 1, prodotto acidificante studiato per migliorare l’efficacia dei trattamenti antiparassitari, diserbanti, fitoregolatori e concimi.
L’acidificazione dell’acqua fino a valori di pH ottimali (5,5) evita l’idrolisi alcalina e consente di migliorare l’efficacia dei formulati che si devono utilizzare nella miscela.
Cifovir 1 contiene sostanze tensioattive che consentono di aumentare l’adesività e la penetrazione fogliare delle miscele distribuite, svolge inoltre un’azione energetica e nutritiva grazie alla presenza di azoto e fosforo prontamente disponibile.
Sii contraddistingue infine per la presenza di sostanze specifiche che ne facilitano l’utilizzo grazie al viraggio del colore dell’acqua in funzione del pH raggiunto.
Cifovir 1
Quattro prodotti in 1:
• Omogeneizzante – emulsionante
• Bagnante – adesivante
• Acidificante
• Indicatore di viraggio
Aumentare la sostenibilità dei trattamenti
La pulizia delle attrezzature è un elemento fondamentale della gestione aziendale. La pulizia delle attrezzature non rappresenta solo una prerogativa utile a rispettare i requisiti di legge ma costituisce un intervento in grado di garantire maggiore sostenibilità ambientale dei trattamenti e sicurezza: sicurezza per l’operatore, ma anche sicurezza che il trattamento che si va a fare dia la massima efficacia o non danneggi le colture.
Tecnosan
Con Tecnosan è possibile assicurarsi che le botti non contengano residui dannosi e siano realmente pronte per un nuovo utilizzo. Botti e atomizzatori regolarmente puliti sono inoltre meno soggetti a rotture o mal funzionamenti il che si traduce in un risparmio di tempo e manodopera sulla manutenzione.
Una volta immesso all’interno del serbatoio ed avviato l’agitatore della macchina irroratrice il formulato agisce, in un primo momento, ossidando le molecole organiche e, successivamente, svolgendo un’azione detergente sulle superfici delle attrezzature senza formazione di schiuma.
In pochi minuti l’acqua si colorerà di rosso-violetto e gradualmente decolorerà assumendo un colore marroncino, indice dell’avvenuto lavaggio completo delle pareti interne del serbatoio, della pompa, del filtro e delle tubazioni fino agli ugelli. Alla fine dell’operazione di lavaggio, un normale risciacquo con acqua corrente a bassi volumi (risciacquo con soli 50/100 litri di acqua) assicura l’eliminazione di ogni traccia di prodotto e di sostanze indesiderate.
Oltre al già trattatissimo tema del cambiamento climatico, il 2021 segna per gli agricoltori un anno incredibile.
Incredibile nel senso delle condizioni eccezionali che si sono venute a creare, in un contesto che gli operatori del settore hanno già definito come “la tempesta perfetta”.
Per chiunque si occupi di agricoltura sorge dunque spontanea la domanda:
Quali sono gli ingredienti che hanno visto generare questa “tempesta perfetta”?
Analizzando a posteriori la situazione che si è venuta a creare nei mesi scorsi, è evidente che ci si trova davanti ad una crisi globale che fa riflettere e fa emergere la necessità di ripensare alle tecniche colturali tradizionali, con fattori che inevitabilmente cambieranno in maniera radicale il modo di programmare l’acquisto e l’utilizzo degli input.
Da un lato, come appena accennato, ci si trova di fronte ad una situazione in cui il prezzo delle materie prime impiegate nei fertilizzanti tradizionali ha raggiunto, se non superato, soglie che non si registravano dal 2008, anno in cui il prezzo dell’urea è aumentato del 120%.
Se oltre a questo fattore si sommano, in un’ottica più di lungo periodo, anche i recenti impegni in ottica di incremento della sostenibilità in agricoltura con la recente implementazione del Green Deal e della strategia Farm to Fork, è facile comprendere il ruolo che rivestiranno i biostimolanti nel prossimo futuro: non solo razionalizzazione degli interventi agronomici ma anche utilizzo più consapevole delle risorse suolo, acqua ed energia che contribuiscono a migliorare rese e qualità delle produzioni.
Potrebbero i biostimolanti contribuire a ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti tradizionali?
La risposta in questo caso è un chiaro sì.
Da oltre 50 anni Cifo crede ed investe in ricerca nel settore dei biostimolanti, sforzandosi di comunicarne il giusto posizionamento: sono e saranno soluzioni complementari, soprattutto in grado di migliorare l’assorbimento e l’utilizzo dei nutrienti, incrementare la tolleranza a condizioni di crescita difficili, nonché di ridurre la quantità di fertilizzanti di cui le piante hanno bisogno per garantire rese e qualità soddisfacenti.
In questo senso i biostimolanti rappresentano una strategia ormai affermata e negli anni anche il catalogo Cifo si è ampliato comprendo un largo spettro di target agronomici connessi a quelli nutrizionali.
Alcune specialità quali Radicifo L 24, Sinergon R promuovono la crescita delle radici, aumentano l’assorbimento di acqua e quindi rendono più facile per le piante resistere a condizioni di siccità, altre classi di biostimolanti consentono alle piante di tollerare meglio temperature molto alte o molto basse. Ed è proprio da queste esigenze che sono nati biostimolanti quali Macys BC 28, Algacifo 3000 e intere linee di prodotto come nel caso della Linea Sinergon; specialità quali Ert 23 Plus aiutano invece gli agricoltori a temporizzare la fioritura e l’allegagione.
Come appena accennato, un altro elemento che rimbalza spesso all’interno dei tavoli di discussione è quello che riguarda il loro ruolo in un contesto di cambiamenti che coinvolgono anche la politica ambientale. Come gli altri settori anche quello agricolo produce degli impatti sull’ambiente ed ormai è necessario controllare l’effetto di ognuno degli input impiegati per la produzione. Anche i fertilizzanti e la tecnologia che è dietro al loro sviluppo si stanno adattando ed evolvendo verso le attuali esigenze, con un impegno sempre maggiore per le case produttrici. Alle stesse si chiede sempre più uno sforzo per incrementare la sostenibilità delle soluzioni proposte ed in tutto questo andrebbe chiarito:
Quale sarà il loro futuro in un contesto dov’è richiesta la riduzione di tutti gli input impiegati in agricoltura?
La strategia europea Farm to Fork chiede una riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici, una riduzione delle perdite di nutrienti di almeno il 50% e una riduzione dell’uso di fertilizzanti di almeno il 20% entro il 2030. Inoltre, mira a raggiungere il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica. E mentre la maggioranza dell’opinione pubblica è convinta che miglioramenti genetici e varietà migliori saranno la chiave per raggiungere questi obiettivi, meno persone sono consapevoli che anche i biostimolanti, attraverso una maggiore efficienza, giocano un ruolo fondamentale contribuendo a raggiungere obiettivi politici come la riduzione delle applicazioni di fertilizzanti (strategia Farm to Fork) e a realizzare un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.
Gli stessi rappresentano oggi delle soluzioni concrete per il mantenimento, miglioramento o persino il ripristino della salute del suolo. Mentre alcuni biostimolanti promuovono la crescita delle radici e la massa radicale si sviluppa nel terreno, una considerevole quantità di carbonio viene intrappolata nel suolo. Biostimolanti microbici quali Blok L e Blok Sinergy migliorano la micro-biodiversità del suolo. Un suolo sano fornisce diversi servizi ecosistemici, tra cui la protezione dall’erosione, la ritenzione di acqua e sostanze nutritive e il sequestro del carbonio.
Chiarito il ruolo fondamentale che rivestono i biostimolanti, sia per gli aspetti ambientali che per gli aspetti prettamente agronomici rimane solo una cosa da chiedersi:
Quale vantaggio economico ne trae l’agricoltore attraverso un loro impiego?
La risposta in questo caso si ricollega a tutti i punti appena delineati: al fine di massimizzare il ritorno del capitale investito tutte le strategie suggerite dai protocolli agronomici Cifo prevedono un impiego dei biostimolanti in sinergia con specialità nutrizionali appartenenti ad altre categorie di prodotto. L’effetto di questa sinergia è un risparmio in termini di minori quantitativi impiegati (acqua e fertilizzante). L’inserimento degli stessi biostimolanti all’interno dei piani di nutrizione consente, non di rado, di ridurre di oltre il 30 % il quantitativo di fertilizzante convenzionale generando quindi un risparmio per l’agricoltore in termini di minori costi.
Questo grazie all’incremento di efficienza nutrizionale conferita dai biostimolanti che consente di realizzare anche maggiore rendimento delle rese.
Risultati simili sono ormai alla portata di tutti ma ottenerli implica un’ evoluzione nell’ottica del “ho fatto sempre così”.
A seguito della firma dell’accordo nazionale tra Cifo e Confagricoltura, volto a migliorare la sostenibilità delle produzioni agricole, proseguono gli incontri di formazione organizzati dai due partner, che stanno riscuotendo grande interesse lungo tutta la Penisola.
Il prossimo webinar, dedicato al tema “Come fare reddito con i cereali a paglia”, è in programma lunedì 4 ottobre, alle 17,30, ed è organizzato da Confagricoltura Emilia Romagna con la partecipazione di Cifo – azienda leader nel settore della nutrizione vegetale, in particolare in biostimolanti e fertilizzanti speciali – e di Hort@, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nata con l’obiettivo di trasferire alla pratica agricola l’innovazione proveniente dal mondo della ricerca tramite la fornitura di servizi altamente qualificati alle filiere agricole e agroindustriali, con lo scopo di incrementarne la competitività e la sostenibilità e di garantire e accrescere la sicurezza alimentare.
Ad aprire i lavori sarà Marcello Bonvicini –Presidente Confagricoltura Emilia-Romagna, che introdurrà l’incontro e lascerà poi spazio alla relazione di Lorenzo Furini, Presidente della Sezione Economica Regionale di Prodotto, settore cereali, che inquadrerà “Il frumento nello scenario commerciale italiano, europeo, mondiale”.
Seguirà l’intervento dedicato all’ “Importanza della nutrizione per una produzione di qualità e del ruolo della concimazione in pre-semina” che sarà affrontato da Pierluigi Meriggi, Presidente di Hort@.
Poi sarà la volta di Massimo Andreotti, Responsabile tecnico di Cifo, che illustrerà “Nuove tecniche di concimazione localizzata alla semina: Esperienze e prove in campo”.
A conclusione, Matteo Ruggeri, Coordinatore del settore cereali di Confagricoltura, presenterà grano.net®, il sistema di supporto alle decisioni (DSS) per una cerealicoltura sostenibile
Andrà in scena giovedì 16 settembre 2021 dalle 17.00 alle 18.30, un webinar incentrato su una delle idee tecniche più avanzate nella coltivazione delle ortive, l’utilizzo dei biostimolanti.
Quando si ha a che fare con colture delicate dal punto di vista della gestione colturale e fitosanitaria come le orticole da consumo fresco non è facile mantenere elevata la qualità in campo. Il rischio di lasciarsi sfuggire dei fattori cruciali per il buon andamento della coltura, come il terreno e l’andamento climatico, è dietro l’angolo. Diventano quindi cruciali una buona gestione della fertilizzazione, unita alla prevenzione contro le malattie e al mantenimento del turgore della foglia, fondamentale nella quarta gamma. Ancor più nel biologico. Problemi che possono essere affrontati anche con l’uso dei biostimolanti.
L’incontro, organizzato da Edagricole in collaborazione con Cifo, potrà essere seguito gratuitamente on line, previa registrazione. E ospiterà gli interventi di due professori universitari specialisti del settore orticolo, dei tecnici Cifo, di due coltivatori di punta.
Scopriamo i benefici derivanti dall’impiego dei formulati Cet 46 Green ed Ener 26 impiegati durante tutta la fase di maturazione dell’uva.
In questa fase la pianta mette in atto complessi meccanismi biochimici che si manifestano attraverso importanti trasformazioni del colore e della composizione delle sostanze aromatiche presenti nella buccia e nella polpa degli acini.
È proprio in questa fase fenologica che diviene necessario curare ogni aspetto che possa influenzare il risultato finale, partendo dalla considerazione degli aspetti nutrizionali che coinvolgono l’intero sistema suolo-pianta, in maniera tale da ottenere la miglior qualità, in cantina così come in bottiglia. Fondamentale in questa fase assicurare all’impianto la migliore nutrizione, applicando una metodologia consolidata che può beneficiare dell’azione sinergica di due prodotti attraverso l’impiego per via fogliare di due specialità biologiche Cet 46 Green ed Ener 26.
I formulati hanno il grande vantaggio di completare la nutrizione apportando meso e microelementi specifici, prevenendo eventuali carenze nutrizionali e influenzando la qualità finale dell’uva e dei mosti.
L’impiego in associazione dei due formulati ha mostrato risultati consolidati nel tempo.
In particolare sottoforma di:
Uniformità di maturazione all’interno dei grappoli;
Omogeneità e miglioramento dello sviluppo dei i tralci;
Un miglioramento della maturazione fisiologica della bacca e dei vinaccioli;
Miglior composizione del profilo fenolico dei mosti, con riflessi positivi sugli indici di tonalità e colore.
Cet 46 Green, specialità biologica contenente amminoacidi e micronutritivi specificatamente formulata per uniformare e migliorare i processi di maturazione di frutta e ortaggi.
Applicato durante le fasi finali permette di migliorare i processi fisiologici coinvolti nella biosintesi dell’etilene e dei pigmenti responsabili della colorazione dei frutti.
I micronutritivi presenti nel formulato agiscono inoltre come catalizzatori del metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi.
Alla dose di 2 L/ha, ripetuta per 2 trattamenti, permette di ottenere un miglioramento del profilo qualitativo del prodotto alla raccolta attraverso un contenuto di polifenoli ed un grado zuccherino maggiore nel mosto a parità di pH.
Ener 26, grazie all’azione della componente organica costituita da amminoacidi, in sinergia con la componente minerale contenente potassio, zolfo, magnesio, calcio ed altri elementi in forma chelata, favorisce l’accrescimento dei frutti in via di maturazione, permette una miglior traslocazione di zuccheri e sostanze di riserva verso i frutti e determina, in associazione al prodotto Cet 46 Green un miglioramento del colore dei grappoli e degli aromi dei mosti. La massima efficacia in campo è provata con l’utilizzo del prodotto ad una dose di 4 Kg/ha, con un trattamento ripetuto 2 volte.
In luglio la campagna di coltivazione del pomodoro è ormai in piena attività.
I campi sono quasi prossimi alla raccolta e rimangono le ultime settimane a disposizione per effettuare gli interventi utili ad uniformare la produzione ed ottenere un raccolto di alta qualità.
Nonostante l’accordo sul prezzo medio di riferimento, il trend della stagione non può che seguire quello già delineato con le precedenti: un mercato caratterizzato da una serrata concorrenza e margini per i produttori sul filo del rasoio, in una partita giocata tra resa e caratteristiche qualitative dei prodotti alla raccolta.
Proprio quest’ultimo rappresenta un aspetto sempre più ricercato dalle aziende di trasformazione e dagli stessi consumatori che richiedono conserve e prodotti di provenienza nazionale, caratterizzati da un notevole valore di servizio e da elevata serbevolezza.
È quindi facile comprendere che, se il mercato richiede nuovi standard qualitativi, per l’imprenditore vi è la necessità di cogliere tutte le innovazioni messe in campo attraverso la ricerca agronomica per non rimanere indietro e subire gli stessi standard vedendoli più come vincoli che come fattori distintivi.
Ottenere risultati migliori in resa e caratteristiche organolettiche.
Il protocollo prevede l’impiego di 3 specialità in azione sinergica, ognuna di queste con uno specifico target agronomico:
Ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare la sostanza secca
Migliorare il grado zuccherino, uniformare colorazione e maturazione
Ridurre la l’incidenza dello scarto e migliorare la consistenza della bacca. verde e la presenza di pomodori sovramaturi.
Il protocollo Cifo.
Per ridurre gli eccessi vegetativi ed incrementare il quantitativo di sostanza secca alla raccolta, ormai da anni risulta particolarmente efficacie nelle fasi centrali e finali del ciclo di coltivazione l’impiego di Cifo KS 64, il fertilizzante speciale liquido ricco di Potassio, Zolfo, acidi organici ed L-Prolina, un amminoacido naturale particolarmente efficacie in situazioni di stress idrico-salini a carico della pianta.
La dose consigliata è di 15 Kg/ha per via fogliare frazionato in due interventi.
L’altro intervento citato in precedenza è legato all’ottenimento di bacche con migliori caratteristiche organolettiche alla raccolta, riducendo lo scarto verde e la presenza di pomodori troppo maturi.
La specialità che più si sposa con questo target è rappresentata dal Cet 46 Green, un prodotto biologico dalle caratteristiche davvero innovative, basato sull’azione combinata dell’alga Macrocystis integrifolia, in sinergia con amminoacidi, acidi carbossilici e microelementi in forma chelata.
Il formulato permette di attivare i meccanismi biologici che favoriscono il metabolismo degli zuccheri e degli acidi grassi, oltre che la sintesi di antocianine e carotenoidi, ciò si traduce in una migliore colorazione della bacca, un maggiore grado Brix ed una migliore uniformità di maturazione alla data di raccolta.
Cet 46 Green trova impiego in abbinamento, per via fogliare, a Cifo KS 64, alla dose di 5 L/ha suddivise in due trattamenti.
Oltre all’uniformità di maturazione al momento della raccolta è importante assicurare anche una miglior consistenza della bacca per incrementare la shelf life ed evitare fessurazioni che possono causare la perdita di succhi e l’insediamento di agenti patogeni.
Per far fronte a questa esigenza Cifo ha ideato Calcisan Green, uno specialebiostimolante contenente Calcio e Magnesio attivati da attivati dal concentrato puro dell’alga Macrocistys integrifolia, la quale permette una maggiore veicolazione della frazione di Calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali.
L’impiego di Calcisan green, per via fogliare alla dose di 3 L/ha, durante la fase di fioritura del secondo palco, attraverso trattamenti ripetuti fino alla fase di invaiatura, ha dimostrato un’ottima efficacia in termini di notevole incremento dell’elasticità delle membrane cellulari, consentendo di ridurre i danni da cracking della polpa e della buccia anche in varietà sensibili.
L’innovativo progetto di coltura sostenibile del Mais è un modello per l’Agricoltura del Futuro, pronto per essere diffuso a livello nazionale
La Tripla Sostenibilità – Ambientale, Sociale ed Economica – è alla base di Combi Mais 8.0 Digital, l’innovativo protocollo di coltivazione in grado di semplificare il lavoro degli operatori e ottenere massima qualità e redditività nella produzione di granella di mais per uso alimentare e zootecnico, con un orientamento sempre più deciso verso la tecnologia del Precision Farming.
Il concept di Combi Mais collaudato in 8 anni di sperimentazione di successo è un esempio concreto di come si possa produrre reddito per le Aziende agricole, con un approccio innovativo pronto ad essere replicato anche a livello nazionale. Dopo un percorso sempre orientato al miglioramento il protocollo ha raggiunto un’eccellente ottimizzazione dei mezzi produttivi fino ad ottenere nel 2019 il prestigioso riconoscimento del Premio Innovazione in Agricoltura.
Commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri, ideatore di Combi Mais e a capo del nucleo operativo dell’attività: — Solo con un’agricoltura più digitale e sostenibile si può affrontare un mercato alimentare sempre più crescente e orientato alla qualità, ma preservando il Bene Terra. —
— Cifo è partner entusiasta di Combi Mais fin dall’inizio — dice Pierluigi Picciani, responsabile marketing e commerciale di Cifo — Per noi che, da tempi non sospetti, consideriamo la sostenibilità uno dei concetti fondanti della nostra mission aziendale è stato naturale aderire a questo progetto —
Combi Mais si conferma un concreto esempio di buona pratica agricola.
È infatti perfetto interprete dei dettami più recenti della PAC (Politica Agricola Comune) legati al Green Deal – Farm to Fork e Biodiversità, con l’obiettivo di creare un sistema alimentare orientato quanto più possibile verso modelli sostenibili.
Il Progetto sposa infatti importanti temi quali salute, ambiente, riduzione dei mezzi tecnici e Agricoltura 4.0, toccando i punti salienti della Sostenibilità in agricoltura, sia dal punto di vista Ambientale che Sociale, che Economica.
Risparmio idrico, precision farming e un mais di altissima qualità sono i vantaggi di un protocollo sempre più avanzato in materia di digitalizzazione dei processi agricoli, grazie a soluzioni di ultima generazione per l’irrigazione a goccia e la micro-irrigazione, che consentono un affidabile calcolo della efficienza idrica, in ottica di risparmio. Viene notevolmente ottimizzato e ridotto anche l’uso di fertilizzanti chimici, oltre che l’impronta carbonica (LCA) del ciclo produttivo.
Il protocollo seleziona una granella di grande qualità dal punto di vista nutrizionale, grazie all’alto tenore di polifenoli antiossidanti, per un prodotto finale più salubre ed esente da micotossine.
Combi Mais ha messo a punto negli anni tecniche di agricoltura a bassissimo impatto ambientale, che consentono una migliore gestione del territorio e del paesaggio, contribuendo alla conservazione della biodiversità.
Anche il mais e le colture, in generale, non sono immuni dagli effetti del cambiamento climatico.
In particolare dagli stress termici e dai vari fenomeni collegati ai cambiamenti climatici. È per questo che i biostimolanti assumono un ruolo imprescindibile, soprattutto in ottica di prevenzione, grazie alla loro capacità di dare un concentrato di energia alle piante, rendendole più resistenti alle avversità.
Combi Mais utilizza prodotti innovativi che esaltano non solo la parte nutrizionale ma anche la fisiologia della pianta, per aiutarla a superare lo stress e farla sempre restare attiva alla crescita.
Oltre che della qualità, continua anche la sfida della profittabilità di Combi Mais, che negli anni scorsi è sempre stata straordinariamente migliore degli standard del territorio. Tutto questo è possibile grazie alla diminuzione delle spese di lavorazioni, diserbi e gestione fitosanitaria, oltre che al monitoraggio tramite sensoristica dei consumi idrici ed energetici, molto più efficiente.
Anche la nuova linea di prodotti da forno dolci e salati Milano 100 Pertiche nata da questo mais speciale rappresenta il completamento del percorso dal campo alla tavola (From Farm to Fork), per offrire al consumatore un’alimentazione sempre più sana e sostenibile.
Vincente anche l’approccio multidisciplinare del progetto, grazie all’intervento di un team di partner che, ognuno nel suo ambito, contribuisce ad ottenere la miglior qualità possibile di mais, il coordinamento di tutti gli step delle attività è affidato alla sapiente regia del prestigioso Istituto di Agronomia dell’Università di Torino, guidato dal Professor Amedeo Reyneri.
Se si parla di olivicoltura, è ormai un fatto assodato che i fattori che contraddistinguono la produzione Italiana nel mondo siano due: l’assoluta qualità dei nostri extravergini e la straordinaria varietà che li contraddistingue le oltre 500 cultivar presenti in tutto il nostro territorio, con caratteri morfologici, fisiologici e agronomici unici.
Equilibrio chiave del sistema olivicolo italiano risiede nella capacità degli agricoltori di coniugare aspetti quali il legame con la territorialità, la tradizionalità tipica della lavorazione e le tecniche agronomiche messe in campo per assicurare produzioni standardizzate e costanti.
L’avanzamento tecnico in questo settore mette sempre più in luce la necessità per l’agricoltore di garantire un controllo su aspetti cruciali per la qualità e la redditività dell’oliveto.
Un controllo che debba necessariamente passare attraverso la corretta gestione di fabbisogni fisiologici e nutrizionali della pianta.
I prossimi mesi saranno decisivi e determinanti per la produzione d’annata, per questo occorre iniziare ad applicare già da ora piani mirati e prefissandosi obiettivi ben chiari: uno degli obiettivi agronomici prioritari per i mesi che seguiranno è quello che riguarda l’accrescimento della drupa, un fattore che influenza positivamente la successiva fase di inolizione.
Oggi sappiamo che in questo periodo l’acido palmitico e stearico lasciano posto all’acido oleico e linoleico, i quali determinano un incremento del contenuto della componente lipidica.
Tutto ciò si traduce quindi in olive con maggiore pezzatura ed una migliore resa in olio al momento della raccolta.
Per ottenere il massimo della carica produttiva in uliveto il protocollo agronomico Cifo prevede l’impiego di due prodotti esclusivi:
Cifamin BK, specialità biologica contenente matrici organiche di alta qualità e microelementi.
Appositamente formulato per stimolare l’accrescimento della drupa durante le fasi di maggior richiesta metabolica.
L’Arginina, lisina e L-Triptofano contenuti, sinergicamente partecipano alla formazione di nuovi tessuti vegetali, altri amminoacidi quali prolina e idrossiprolina si accumulano invece nelle cellule garantendo un ottimo recupero in caso di stress climatici tipici di questo periodo.
È possibile impiegarlo per via fogliare alla dose di 100g/hL d’acqua.
SinerVEG, la specialità di riferimento abbinata per amplificare l’azione nutritiva del Cifamin Bk, utilizzabile anche in agricoltura biologica.
Gli estratti lignocellulosici con cui è formulato conferiscono una notevole azione booster, molto utile per consentire un costante assorbimento di nutrienti anche durante periodi di forti stress idrici o climatici.
Ciò permette di evitare che fattori avversi durante la fase di ingrossamento delle drupe possano provocare carenze o arresti metabolici nella pianta, vanificando così la produttività dell’oliveto.
La metodologia d’impiego consigliata prevede interventi per via fogliare alla concentrazione dello 0,5 – 1,3%.
Per ulteriori interventi e obiettivi agronomici legati alla coltura dell’olivo consigliamo di consultare la scheda colturale dove si trovano indicazioni su interventi particolari, con diverse tipologie di prodotti e numero di interventi suddivisi per ogni fase fenologica.
Scopri di più sull’utilizzo dei biostimolanti in olivicoltura
Dall’Amarone, il vino di metodo per antonomasia, a quello che si identifica simbioticamente con il territorio, il Valpolicella doc Superiore, che sarà al centro di un nuovo progetto di sviluppo da parte del Consorzio della prima dop di vini rossi veneti.
Il 24 giugno prossimo (dalle 14.00 alle 16.00), infatti, andrà in onda la prima edizione di ‘Valpolicella Superiore – A Territory Opportunity’, il format totalmente digitale che metterà in connessione produttori, operatori e stampa nazionali e internazionali per un focus per la prima volta interamente dedicato alla denominazione più ‘giovane e fresca’ dell’area.
“Il progetto si inserisce in un nuovo programma di promozione intrapreso con convinzione dall’attuale governance della compagine rappresentativa – spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella – che intende potenziare le denominazioni della Doc. Tra gli obiettivi di questo inedito percorso, riportare all’attenzione del mercato tutta la piramide qualitativa che esprimiamo dai vini di metodo, come Amarone, Valpolicella Ripasso e Recioto, a quelli di territorio rappresentati dal Valpolicella e dal Valpolicella Superiore.
Riteniamo che sia arrivato il momento – prosegue Marchesini – di chiarire ai buyer e ai consumatori l’ampia gamma dei nostri vini. Dopo il successo della Valpolicella Annual Conference di febbraio, ora proseguiamo il cartellone digitale con il Valpolicella Superiore, un vino fresco e nello stesso tempo complesso anche al netto della tecnica dell’appassimento, che può intercettare nuovi trend di consumo.”
“Cifo è orgogliosa di far parte di questo progetto di valorizzazione commerciale di uno dei prodotti più interessanti del territorio – dice Pierluigi Picciani, direttore commerciale e marketing di Cifo – ma soprattutto, come partner tecnico, ci teniamo particolarmente ad essere al fianco dei soci del consorzio per sottolineare, ancora una volta che, in vigneto, elevati livelli qualitativi si raggiungono solo partendo da piani nutrizionali equilibrati e personalizzati.”
I prodotti Cifo sono il risultato di oltre 55 anni di esperienza nel settore della nutrizione vegetale, come MACYS BC 28, 100% estratto di alga Macrocystis Integrifolia per contrastare gli stress abiotici, ENER 26, ideale per favorire il metabolismo degli zuccheri e l’ingrossamento dei frutti, SINERVEG, biostimolante d’origine naturale per incrementare le performance vegeto-produttive in vigneto e CALCISAN GREEN, per incrementare la consistenza e la conservabilità dei frutti.
Doppio appuntamento on line, organizzato dalla sede pistoiese di Confagricoltura, sull’uso dei biostimolanti in agricoltura, raccomandato a tutti gli operatori professionali.
l’11 giugno si parte con “L’impiego dei biostimolanti nel vivaismo ornamentale per la salute e buona formazione delle piante — centralità del controllo dei marciumi dell’apparato radicale”, il 18 giugno proseguiremo con “L’impiego dei biostimolanti in olivicoltura e viticoltura per migliorare la resa e la qualità – come contrastare rogna, occhio di pavone e mosca dell’olivo”.
Il primo webinar, sul tema “L’impiego dei biostimolanti nel vivaismo ornamentale per la salute e buona formazione delle piante — centralità del controllo dei marciumi dell’apparato radicale”, si terrà venerdì 11 giugno alle ore 18. Argomenti trattati: a) che cosa sono e a cosa servono i biostimolanti e la nuova legge che li regola; b) corretta gestione idrica per ottenere un livello nutrizionale efficace e controllo dei marciumi radicali; c) gestione nutrizionale per piante equilibrate; d) utilizzo di prodotti corroboranti per il controllo dei fattori biotici. «La buona condizione e la bellezza delle piante ornamentali da vivaio – sottolinea Massimo Andreotti – dipendono anche dalla salute e dal completo sviluppo delle radici. I nostri prodotti, soprattutto se utilizzati in modo appropriato, contribuiscono a sviluppare apparati radicali ben formati, con radici secondarie sane, grazie in particolare a un’efficace azione di contrasto dei marciumi radicali». Accesso al webinar qua pochi minuti prima dell’inizio.
Il secondo webinar, sul tema “L’impiego dei biostimolanti in olivicoltura e viticoltura per migliorare la resa e la qualità – come contrastare rogna, occhio di pavone e mosca dell’olivo”, si svolgerà venerdì 18 giugno alle ore 18. Tra i tanti temi trattati si parlerà anche del contributo di questi prodotti nella prevenzione e contrasto alla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), alla rogna della vite (dal batterio Agrobacterium tumefaciens) e all’occhio di pavone (dal fungo fitopatogeno Spilocaea oleaginea) sia in coltivazione convenzionale che biologica. Accesso all’evento formativo online qua.
Entrambi i webinar saranno introdotti dal direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi e saranno ad accesso libero e gratuito sulla piattaforma Zoom (non solo gli agricoltori soci).
Per ulteriori informazioni contattare pistoia@confagricoltura.it oppure il numero di telefono/whatsapp 351 852 2570.
Le priorità del periodo richiedono una strategia nutrizionale in grado di garantire simultaneamente aspetti quali uniformità del grappolo, ingrossamento e miglioramento della consistenza degli acini.
Questi obiettivi prevedono l’impiego di prodotti specifici in grado di agire a livello biochimico sostenendo i delicati processi coinvolti a partire da questo delicato momento fino alle fasi fenologiche prossime alla raccolta.
Cifo, consapevole dell’avanzamento tecnico di cui gode da sempre la viticoltura italiana, ha negli anni sviluppato delle specialità nutrizionali ottimizzate per il settore, proponendo oggi una strategia completa e collaudata attraverso prove di campo che consente di ottenere vendemmie con altissimi standard qualitativi.
Gli obiettivi target prevedono l’impiego di 3 specialità impiegate per via fogliare, con più interventi:
È un biostimolante biologico vegetale completamente di origine naturale, costituito al 100% dal succo dell’alga Macrocystis integrifolia. Impiegato alla dose di 2,5 L/ha, agisce contrastando gli stress biotici attraverso un’azione sinergica delle componenti con cui è formulata: acido alginico, betaine, promotori di crescita naturali, fucoidano, laminarine, vitamine e nutrienti minerali. Queste componenti garantiscono uno sviluppo bilanciato e la conservazione di un elevato turgore cellulare anche in momenti di massima richiesta, durante forti sbalzi termici, siccità, salinità del terreno e squilibri idrico-nutrizionali.
È una specialità biologica costituita da matrici organiche di alta qualità e microelementi. Attraverso l’azione di amminoacidi e peptidi selezionati, consente di incrementare la pezzatura degli acini, stimolare i processi di divisione ed allungamento cellulare. Impiegabile alla dose di 1 kg/ha e utilizzabile anche in abbinamento al Macys Bc 28 per potenziarne l’azione biostimolante.
È un biostimolante a base di Calcio e Magnesio attivati da attivati dall’estratto di alga Macrocystis integrifolia che permette una maggiore veicolazione della frazione di calcio traslocabile all’interno dei tessuti vegetali. L’impiego di Calcisan Green per via fogliare alla dose di 3 L/Ha ha dimostrato un’ottima efficacia in termini di notevole incremento dell’elasticità delle membrane cellulari, consentendo di ridurre i danni da cracking della polpa e della buccia.
I risultati ottenuti attraverso varie prove in campo hanno mostrato:
Maggiore resistenza agli stress di tipo ambientale e tolleranza potenziata nei confronti di sbalzi termici negli stadi primaverili – estivi.
Acini con ottime pezzature e grappoli con uno sviluppo più uniforme.
Maggiore produzione e qualità finale, attraverso una maggiore conservabilità, consistenza e grado di manipolazione alla vendemmia.
Scopri di più sull’utilizzo dei biostimolanti in viticoltura
Il successo riscosso da questa coltura è ormai un fatto evidente: da frutto destinato a poche e ricche tavole è divenuto nel nel giro di pochi decenni un prodotto di consumo universale, sempre più comune all’interno della nostra dieta fino all’attuale rilancio grazie alla riscoperta di varietà a polpa gialla e rossa che sembrano promettere un guadagno di ulteriori spazi commerciali in GDO e mercati ortofrutticoli rispetto alle varietà tradizionali.
Anche se, nonostante il lieve calo di domanda rispetto ai mesi precedenti, il mercato attuale mantenga buone quotazioni e prezzi stabili, il reddito dell’agricoltore in campagna non gode purtroppo di questo trend positivo.
In questo senso la realtà dei fatti non sembra mostrare nessuna novità: i kiwi che si distinguono nettamente per quotazioni sono infatti quelli di grossa pezzatura, mentre quelli di piccolo calibro rimangono relegati in un segmento con prezzi sempre più al ribasso.
Come anticipato, nessuna novità sulla piazza: il mercato paga in base alla pezzatura. Ma, sebbene i prezzi medi si mantengano relativamente alti per talune classi di calibro, occorre d’altro canto che l’agricoltore realizzi comunque rese e PLV soddisfacenti per ottenere una buona remunerazione.
Affinché ciò possa avvenire occorre adottare in azienda degli accorgimenti tecnico-agronomici finalizzati a conseguire alte rese, alte pezzature e frutti con maggiore shelf life per soddisfare le necessità commerciali. Ovviamente questi obiettivi sono imprescindibili da una gestione nutrizionale oculata che tenga conto anche degli aspetti di sostenibilità dei prodotti che arrivano al consumatore.
Ma quali sono i passi da seguire?
Vediamo di fare il punto con le specialità nutrizionali messe a punto da Cifo per rispondere in maniera sinergica alle esigenze di mercato di cui abbiamo appena parlato:
Per ottenere kiwi di calibro superiore, e pezzature uniformi il prodotto ormai da anni sperimentato con successo in campo è Cifamin BK. Una specialità nutrizionale impiegabile per via fogliare in agricoltura biologica arricchita di un complesso di amminoacidi, peptidi e microelementi, appositamente studiati per sostenere e potenziare la divisione e distensione cellulare, due fasi fondamentali per sostenere la crescita di nuovi tessuti.
Per incrementare la resistenza delle piante agli stress abiotici si consiglia l’utilizzo di Macys BC 28, la specialità biostimolante di punta di casa Cifo costituita al 100% dall’estratto dell’alga gigante Macrocystis integrifolia. La caratteristica che lo rende davvero un prodotto unico nel mercato è il suo meccanismo d’azione che si avvale di un pool di sostanze biologicamente attive quali vitamine, minerali, polisaccaridi e promotori di crescita naturali che garantiscono una risposta equilibrata in casi di gelate tardive, siccità, salinità, sbalzi termici e squilibri idrico-nutrizionali.
Per migliorare le caratteristiche produttive e qualitative dei frutti, si riscontrano ottimi risultati tramite l’impiego di SinerVEG, biostimolante fogliare a base di estratti lignocellulosici utilizzabile in agricoltura biologica come potenziatore fisiologico della pianta. Il prodotto agisce come “booster” durante le fasi di accrescimento frutto e impiegato in actinidicoltura permette un incremento del peso medio dei frutti, del contenuto in sostanza secca ed un miglioramento del grado Brix.
L’azione sinergica è completata dal Calcisan Green, una specialità contenente Calcio e Magnesio “attivati” dall’estratto puro di Macrocystis integrifolia che funge da carrier permettendo un più rapido assorbimento degli elementi. Impiegato per via fogliare a partire dalla fase di caduta petali mostra efficacia per l’incremento di croccantezza e della conservabilità dei frutti nel post raccolta (Shelf life).
Per ulteriori informazioni e approfondimenti riguardo gli aspetti nutrizionali della coltura del kiwi consultate il catalogo prodotti
Per coltivare l’actinidia servono passione, impegno e sacrificio, guarda la storia dell’azienda agricola Miscio di Sermoneta (LT)
Complice il grande successo che la coltura sta riscuotendo in questi ultimi anni, grazie ai numerosi accordi di filiera stipulati tra aziende agricole e industria dolciaria, crescono ancora le superfici dedicate al nocciolo anche in areali dove sino a qualche anno fa appariva improbabile un cambiamento di rotta.
Oltre a realtà consolidate come Piemonte, Lazio, Campania e Calabria, gli impianti di nocciolo stanno rappresentando una vera e propria alternativa agli ordinamenti colturali tipici in Regioni come Veneto, Toscana, Umbria e altre aree del Centro-Sud Italia.
Oggi, questa coltura deve il suo notevole successo grazie ad un miglior rapporto costi/ricavi e migliori performance agronomiche rispetto le tipiche colture presenti.
D’altro canto, per generare reddito e garantire al contempo un equilibrato standard qualitativo delle produzioni, diviene imprescindibile la formulazione di un corretto piano nutrizionale che tenga conto, per tutti gli areali, delle reali necessità della coltura in tutte le fasi.
In questo periodo è quindi cruciale predisporre le basi nutrizionali per le fasi di fioritura e allegagione in modo da assicurare le migliori performance in campo al momento della raccolta e scongiurare il rischio che le piante possano andare incontro a situazioni di stress ambientale.
Le 2 soluzioni proposte, nell’ambito del disciplinare Cifo di “Eccellenza nocciolo”, rappresentano il frutto di anni di sperimentazione e prove in campo effettuate su nocciolo in diversi areali d’Italia, attraverso un supporto tecnico che conta una delle reti di specialisti più estese e capillari di tutto il territorio nazionale, in un’ottica ormai consolidata nei riguardi della sostenibilità ambientale:
In tutti gli areali l’utilizzo di Ert 23 Plus registra ormai da anni ottimi risultati e rappresenta la specialità di riferimento in grado di assicurare un’ottima uniformità di fioritura e un notevole potenziamento dell’allegagione.
Il suo principale punto di forza è rappresentato dalla speciale tecnologia attraverso cui viene prodotto, la quale consente una sinergia tra la frazione minerale e la componente biostimolante contenente i principali amminoacidi, tra cui il TRIPTOFANO presente in una speciale forma “biologicamente attivata” che sostiene i processi di divisione cellulare.
La presenza del boro inoltre contribuisce a garantire un corretto sviluppo del budello pollinico, fattore determinante per portare a termine fecondazione e allegagione dei frutti.
Ritorni di freddo e gelate tardive di fine marzo possono compromettere le condizioni fisiologiche della pianta durante le fasi di fioritura e allegagione.
Attraverso l’utilizzo di Algacifo 3000, estratto d’alga totalmente di origine vegetale, si stimola la pianta a reagire a situazioni di stress ambientale e superare le criticità tipiche del periodo.
Un prodotto dalle caratteristiche davvero uniche sul mercato: ricco di sostanze biologicamente attive con funzione termo ed osmo-regolatrice che hanno dimostrato su nocciolo notevoli risultati in campo durante le fasi di allegagione.
A queste sostanze si somma l’azione delle elevate concentrazioni di vitamine, amminoacidi, polisaccaridi, proteine ed enzimi di origine vegetale con uno spiccato effetto anti stress.
Per maggiori approfondimenti riguardo la coltura e scoprire tutta la gamma nutrizionale dedicata al nocciolo per ogni fase del ciclo colturale vi invitiamo a consultare le nuove schede colturali presenti all’interno del nuovo catalogo Cifo 2021
Cresce a doppia cifra (+10,4%) e supera i 38 milioni (record storico), il fatturato di Cifo srl, azienda specializzata in prodotti per la nutrizione vegetale e biostimolanti.
I risultati sono stati resi noti nell’ambito delle annuali convention dedicate alla Divisione Agricoltura e alla Divisione Home & Garden, che si sono tenute il 5 febbraio scorso, per la prima volta da remoto, a causa della pandemia in corso.
L’incremento maggiore ha riguardato l’Export (+23,5%), ma sono cresciuti ulteriormente anche il settore Agricoltura Italia (+4,1%) e l’Home & Garden (+11,9%) che già erano in crescita negli ultimi due anni.
A completare il quadro positivo, pur nel difficile contesto ambientale legato al Covid, anche l’EBITDA dell’azienda è aumentato e sfiora oggi il 19% sul fatturato totale.
“Pur in un momento così complesso, la nostra azienda continua a crescere – ha dichiarato Pierluigi Picciani – Direttore Commerciale e marketing Cifo – per cui non possiamo che ringraziare tutte le persone che lavorano con noi e hanno reso possibile il raggiungimento di questi risultati, dimostrando grande resilienza e capacità di lavorare in modalità differenti ma con immutato impegno”.
L’intesa ha l’obiettivo di favorire un’agricoltura sempre più sostenibile attraverso la creazione di filiere coese a monte e a valle del momento produttivo
Migliorare la sostenibilità delle produzioni agricole nell’ottica del contenimento dei costi, del miglioramento della qualità, della riduzione dell’impatto ambientale. Questo l’obiettivo dell’accordo firmato, il 9 febbraio scorso a Roma, dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e il consigliere delegato di Cifo, Pierluigi Picciani
L’organizzazione degli imprenditori agricoli e il gruppo agroindustriale avviano una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione. In particolare, con l’accordo hanno concordato di dar vita a “campi vetrina” su colture emergenti o di interesse nazionale. Si tratterà di campus in cui gli agricoltori associati a Confagricoltura potranno conoscere, provare in campo e approfondire tecniche agronomiche innovative su tre livelli: per gli agricoltori, che potranno ottenere una maggiore redditività; per il consumatore, che potrà beneficiare di prodotti di migliore qualità e più salubri; per l’ambiente, visti gli impatti minimi dei formulati utilizzati. Iniziative che saranno supportate da programmi congiunti di formazione e tavoli di confronto tra tecnici e agricoltori.
“Tra i nostri obiettivi è prioritario – ha detto il presidente Giansanti – il rafforzamento della competitività delle imprese agricole e delle filiere agroalimentari (che producono, commercializzano e vendono i loro prodotti), anche con un rinnovato impegno per l’ambiente, la sicurezza alimentare, la salute e il benessere, rispondendo ai precisi obiettivi che si è data l’Onu – nella direzione tracciata da Agenda 2030 – e l’Unione europea con Green new deal e la specifica strategia Farm to fork“.
“Cifo è un partner di grande esperienza, che ha la stessa nostra visione e mission per il progresso dell’agricoltura – ha aggiunto Giansanti -. Insieme vogliamo lavorare per far sì che le imprese possano ottimizzare le produzioni agricole tramite le più recenti tecnologie e metodologie e che vengano realizzate filiere coese a monte e a valle del momento produttivo. In quest’ottica, è essenziale il contributo di ricerca e innovazione”.
“Siamo orgogliosi di essere partner di Confagricoltura in questo importante progetto – ha dichiarato Picciani – Da sempre, infatti, siamo impegnati nella ricerca di nuovi prodotti e di nuove soluzioni tecniche in grado di risolvere i problemi dei nostri clienti finali, gli agricoltori, e di soddisfare i requisiti di un mercato sempre più esigente. Siamo quindi ben lieti di poter condividere con gli associati di Confagricoltura le nostre conoscenze, frutto della nostra esperienza in laboratorio e su campo, per favorire un’agricoltura sempre più sostenibile e di eccellenza”.
Scopriamo il ruolo dei messaggeri chimici nelle piante
Comunicare è vitale per le piante quanto lo è per gli animali. Se per questi ultimi risulta scontato pensare che sussista una forma di linguaggio o comunicazione, altrettanto non lo è per le piante.
Il primo ad accorgersene fu Charles Darwin durante i suoi studi, quando dimostrò scientificamente che l’estremità di una radice rappresenta un sofisticato organo in grado di rilevare numerosi parametri e reagire agli stessi. Nonostante ciò, solo di recente (qualche decennio fa), in seguito a numerosi studi di ricercatori quali P. Boysen-Jensen, A. Paál, e Frits Went, si è giunti ad una evidenza che potesse provare l’esistenza di un linguaggio o una via di comunicazione anche nel mondo dei vegetali.
Come sappiamo, la vita di una pianta comprende una serie di numerose fasi e azioni finalizzate ad assicurare la sopravvivenza e a garantire l’accrescimento attraverso l’adattamento ai diversi climi e ambienti, il tutto senza avere nessuna possibilità di movimento. A differenza di quanto possa accadere per il mondo animale, in cui ad esempio una gazzella, anche se presa alla sprovvista, ha pur sempre la possibilità di scappare all’attacco di un predatore, per il mondo dei vegetali non vale lo stesso principio: l’erba medica o qualsiasi altra specie selvatica presente in un pascolo, in ogni caso possiede un apparato radicale che rimane saldamente ancorato al terreno, persino quando una vacca porta via tutta la vegetazione aerea per nutrirsi oppure quando, durante una forte grandinata, tutte le parti verdi ne vengono compromesse.
Questi sono solo due degli esempi che fanno comprendere più visivamente i motivi per i quali le piante, nel tempo, abbiano dovuto studiare fini strategie per poter sopravvivere anche nelle condizioni più ostili. E tutto ciò, senza un sistema nervoso centrale!
Tutte queste complesse funzioni sono regolate dalle piante attraverso sostanze che oggi abbiamo imparato a distinguere con il nome di ormoni vegetali o fitormoni. Nei vegetali sono state riscontrate cinque classi di composti ad azione ormonale, prodotti da diversi organi della pianta durante le diverse fasi del loro ciclo vitale: • Auxine, sintetizzate principalmente nei meristemi apicali, ad esempio in foglie in crescita e nei giovani frutti, coinvolte nell’allungamento e nella crescita cellulare. • Gibberelline, ormoni derivanti da composti terpenici che, tra le varie funzioni, regolano la crescita dei frutti e inducono la germinazione dei semi e l’allungamento degli internodi. • Citochinine, ormoni sintetizzati principalmente nelle aree meristematiche delle radici come ad esempio nell’endosperma del seme. Esse controllano la divisione e la differenziazione delle cellule vegetali (organogenesi), intervenendo inoltre in processi fisiologici fondamentali come la fotosintesi e la dominanza apicale. • Acido abscissico e etilene, ormoni associati invece agli stadi di riposo vegetativo e senescenza.
Ognuno di questi ormoni viene a sua volta traslocato tramite xilema e / o floema al resto degli organi della pianta dove darà origine a varie risposte o stimoli. Tuttavia, gli effetti e le modalità d’azione degli ormoni risultano molto varie e complesse e, spesso, succede che vengano determinati non tanto dall’azione di un singolo ormone, ma dall’equilibrio tra di loro.
A questo proposito, il focus su cui ci concentriamo oggi è proprio l’equilibrio tra Citochinine e Auxine:
il rapporto Auxine/Citochinine permette alla pianta di mantenere un’armonia tra lo sviluppo dell’apparato radicale e la crescita della parte aerea. Quando questo rapporto risulta a favore delle Citochinine, la pianta induce una risposta attraverso la differenziazione delle gemme vegetative coinvolte nell’accrescimento della vegetazione sopra suolo.
Quando l’equilibro risulta invece a favore delle Auxine, la pianta induce una serie di processi che portano alla formazione di nuove radici (rizogenesi) per conservare l’equilibrio.
Nella pratica comune è possibile avere una prova visiva di tale equilibrio quando si svolgono operazioni cesorie o altri interventi meccanici o chimici sulla pianta. Ad esempio, un trapianto mal eseguito o una potatura drastica possono spostare l’ago della bilancia ormonale determinando nella pianta uno squilibrio che porta ad uno sviluppo disforme, con risposte spesso dannose sia sulla vegetazione ipogea che sulla vegetazione epigea (ricacci eccessivi sul tronco e colletto oppure disseccamento di uno o più rami).
Sintetizzando, un’eccessiva crescita della parte aerea rispetto all’apparato radicale genera un aumento di Auxine, le quali vengono trasferite per via floematica alle radici dove indurranno una risposta attraverso un maggior sviluppo delle radici, per compensare le esigenze vegetative della pianta. All’opposto, un eccessivo sviluppo dell’apparato radicale rispetto alla parte aerea provoca un aumento di Citochinine che verranno trasferite per via xilematica alla parte aerea, determinando un maggiore sviluppo vegetativo e una crescita delle gemme laterali, che consentiranno di “smaltire” l’eccesso le risorse assorbite per via radicale.
Questa breve descrizione è utile per avere maggiore comprensione di come avviene la comunicazione all’interno della pianta e di come essa può regolare il proprio sviluppo in conseguenza alla variazione di questo rapporto. I tecnici R&D di Cifo hanno analizzato a lungo questi effetti, studiando in laboratorio e in pieno campo le migliori soluzioni da applicare nell’agricoltura specializzata per incrementare gli effetti favorevoli apportati dai propri prodotti considerando lo sviluppo della pianta nel suo insieme.
A tal fine, vi invitiamo a consultare il nostro nuovo catalogo 2021, presente anche online sul nostro sito, per approfondire le migliori soluzioni all’interno della nostra gamma di prodotti.
Per un’azione diretta sul controllo dei processi metabolici e nutrizionali della pianta, in coerenza con l’obiettivo agronomico prescelto, puoi scoprire la nostra gamma di fitoregolatori:
Energil 100 A, per ottenere frutti con miglior colorazione, pezzatura oltre ad un anticipo della maturazione.
Fixormon, per evitare la cascola precoce dei frutti e controllare l’emissione di germogli laterali e polloni radicali.
Giberellina Cifo, per contrastare i danni da gelate, favorire l’allegagione e anticipare la fioritura;
Gibresol, per accorciare i tempi di germinazione dei semi, migliorare l’allegagione e contrastare l’acinellatura nella vite.
Diversamente, per promuovere un’azione in grado di ristabilire la fisiologia della pianta a seguito di uno sbilanciamento dell’equilibrio ormonale i prodotti più indicati sono quelli ad azione biostimolante. Per quest’obiettivo suggeriamo l’utilizzo di: Ert 23 Plus, Macys BC 28 e linea Sinergon (Sinergon Plus, Sinergon Bio e Sinergon R).
Puoi seguirci anche sugli altri social, dove troverai informazioni sull’azienda, sui nostri prodotti, curiosità e possibili eventi.
Facciamo chiarezza tra le tipologie di formulazione dei concimi fluidi e scopriamo come immetterli correttamente in botte
Molte volte si sente parlare di questi termini nella vita quotidiana e sempre più spesso è possibile trovarli anche all’interno dei testi che compongono le etichette dei prodotti che vengono utilizzati di frequente in agricoltura. Se da un lato per molti questi termini non risultano nuovi, dall’altro lato c’è da dire che spesso vengono utilizzati erroneamente come sinonimi in quanto le differenze non sono spesso così marcate.
In questo articolo si vuole fare chiarezza sulle terminologie procedendo con ordine nel vasto mondo delle formulazioni, cercando di comprendere meglio il tipo di formulazione con cui vengono progettati i prodotti impiegati comunemente come fertilizzanti in campo.
SOLUZIONI
Prima di tutto cerchiamo di chiarire il concetto di soluzione: una soluzione è un miscuglio omogeneo di due o più componenti. Queste componenti sono rappresentate dal solvente, la sostanza o le sostanze presenti in quantità maggiore e il soluto, la sostanza o le sostanze presenti in minori quantità che si sciolgono nel solvente. Un esempio potrebbe essere lo zucchero disciolto in acqua. In questo caso l’acqua rappresenta il solvente e lo zucchero rappresenta il soluto.
SOSPENSIONI
Le sospensioni, sono invece formate da una miscela eterogenea in cui una fase dispersa solida con dimensione particellare >1μm è disciolta in una fase disperdente (o continua) liquida non in grado di sedimentare in tempo breve. Quindi, a differenza di quanto accade nelle soluzioni, nelle sospensioni le particelle solide non vengono disciolte a causa del loro diametro. Ciò conferisce alla miscela un aspetto torbido e un colore opaco. Un esempio pratico potrebbe essere il fango, in cui terra, argilla e limo sono disciolti in acqua.
COLLOIDI
Tempo di sedimentazione e diametro delle particelle sono i fattori che differenziano sospensioni e colloidi. Per comprendere la differenza fondamentale tra sospensioni e colloidi basti ricordare che nei colloidi non avviene sedimentazione, a meno che non si agisca con una forza esterna, in quanto le particelle in sospensione hanno dimensioni e peso minori rispetto a quelle delle sospensioni. Un esempio molto chiaro di colloide è la nebbia, in cui le minuscole gocce d’acqua (fase dispersa) rimangono in sospensione sull’aria (fase continua). In questo caso il piccolo diametro delle gocce impedisce loro di cadere e le tiene in sospensione fino a quando una forza esterna, come un aumento della temperatura, destabilizza il colloide.
FORMULAZIONI IN FLOW
Oltre a soluzioni, colloidi e sospensioni, in questi ultimi anni a riscuotere molta popolarità in agricoltura sono senz’altro le formulazioni in flow. Con questo termine utilizzato in ambito commerciale ci si riferisce a formulazioni liquide in cui la sostanza attiva presente in particelle minuscole finemente macinate viene dispersa in un veicolo acquoso additivato di agenti bagnanti, disperdenti, antigelo e altri stabilizzanti in modo da conferire stabilità al formulato.
Il vantaggio pratico nell’utilizzo dei flow risiede nella presenza di particelle micronizzate che facilitano la dispersione in acqua favorendo l’omogeneità di distribuzione. Questi tipi di formulazioni sono a metà strada tra i fertilizzanti solidi e i liquidi tradizionali. Combinano un’elevata ricchezza di nutrienti, caratteristica dei fertilizzanti solidi, con la facile applicazione di liquidi. Il termine flow viene utilizzato appunto per sottolineare il comportamento delle particelle che possono fluire come un liquido nonostante esse possiedano determinate caratteristiche di un solido.
GEL
Infine, come ulteriore tipologia di cui si sente parlare molto al giorno d’oggi in agricoltura, sono le formulazioni in gel.
Questa tipologia rappresenta un vero e proprio sistema colloidale, un sistema in cui un liquido è disperso in un solido. La fase solida (continua) genera un reticolo che intrappola le particelle di liquido (fase dispersa). Questa proprietà consente alla formulazione di fluire come un liquido mantenendo una certa consistenza come i solidi. Sia i gel che i flow dal punto di vista chimico sono classificabili come sospensioni. Ciò da cui i gel si differenziano dai flow è il quantitativo di particelle solide contenute in essi che nel caso dei flow risulta inferiore.
Un altro punto molto importante è che per ottenere il risultato più ottimale possibile del trattamento risulta fondamentale attenersi ad una corretta sequenza di immissione dei prodotti all’interno della botte.
Ligustro: è una pianta super resistente che non chiede attenzioni, è sufficiente innaffiare nei periodi asciutti e potare due-tre volte l’anno. Le piantine crescono rapidamente, vanno piantate utilizzando Cifo Terriccio Universale: contiene anche perlite, che favorisce il drenaggio e l’areazione, e un dosaggio di concime che assicura nutrimento per le prime fasi del trapianto sostenendo l’attecchimento.
Rododendri e azalee: splendidi arbusti con fioritura primaverile, sono ideali per i giardini con clima fresco. Per il trapianto occorre impiegare Cifo Terriccio specifico per piante acidofile, che contiene una miscela di torba acida di sfagno, torba nera, concime e argilla per ottenere una struttura ottimale ad elevata porosità, ritenzione idrica e areazione delle radici.
Oleandro: pianta straordinaria e ideale per le zone esposte al pieno sole, al vento e al caldo. Resiste bene alla siccità ma per migliorare il mantenimento di umidità nel suolo è consigliabile stendere, intorno al fusto, uno strato di Cifo Corteccia di pino marittimo, che riduce l’evaporazione e impedisce lo sviluppo di infestanti oltre ad essere coibentante per le radici, nei confronti del caldo e del freddo.
Sostanza organica, sviluppo radicale e sostenibilità degli interventi, le tre parole chiave della strategia Cifo per superare le criticità stagionali
La stagione delle colture orticole in meridione, in particolar modo in coltura protetta, non sembra mostrare decelerazioni nelle operazioni colturali neanche in questo periodo dell’anno con l’inverno ormai alle porte.
Che si parli di colture scalari di peperone e di pomodoro da mensa nelle serre del Sud, con prezzi eccezionalmente incoraggianti per il periodo soprattutto per ciliegino e datterino, o di brassicacee, carciofi e altri ortaggi a foglia in pieno campo, per i quali i risultati della campagna appaiono ancora abbastanza altalenanti, si manifesta evidente la necessità per gli operatori di garantire in ogni caso elevati standard qualitativi e produzioni apprezzabili in termini quantitativi al fine di poter generare margine.
Durante questo periodo, le condizioni pedo-climatiche giocano un ruolo fondamentale nella gestione della coltura sia in serra fredda che in pieno campo, dove si prefigura la necessità di porre maggior attenzione soprattutto riguardo eventuali sbalzi termici che possono incidere negativamente sul metabolismo della pianta.
In questo contesto, occorre tenere in considerazione anche la gestione del suolo o del substrato di coltura che può risultare più complicata a seguito di un eventuale eccessiva presenza di sodio, dannosa per la fisiologia e lo sviluppo delle colture.
Oltre ai due fattori appena descritti, in questo periodo si somma anche l’azione di un calodell’intensità luminosa che, soprattutto in presenza di suoli poveri di S.O., incide in particolar modo sull’accumulo dei nitrati nelle colture da foglia, un aspetto su cui la legislazione vigente impone severi limiti.
Per le orticole risulta quindi fondamentale fornire un supporto al metabolismo primario attraverso strumenti e metodi mirati che consentono alle piante di ridurre l’impatto dei fattori limitanti appena citati e apportare valore all’intero comparto.
La strategia messa in campo da Cifo, attraverso tutta l’esperienza maturata in oltre 50 anni di ricerca a servizio della sostenibilità nel settore della nutrizione vegetale, prevede i seguenti scopi per poter affrontare le criticità del periodo:
Incrementare il volume di suolo esplorato dalle radici per facilitare l’assorbimento dei nutrienti e mitigare gli effetti di xenobiotici e sostanze dannose su colture particolarmente intensive;
Apportare sostanza organica al terreno/substrato per predisporre un rilascio graduale degli elementi immobilizzati nel suolo riducendo i dosaggi di fertirriganti;
Ridurre ed evitare gli eccessi di salinità durante la fase di fertirrigazione in modo da limitare gli stress per le colture.
Cifoumic è il biostimolante ideale in applicazione fogliare e in fertirrigazione, sia in serra che in pieno campo, per promuovere lo sviluppo delle radici assorbenti, potenziare la fertilità del suolo e migliorare la capacità di scambio della rizosfera.
In applicazione fogliare si consiglia l’impiego del Macys BC 28, biostimolante a base dell’alga Macrocystis Integrifolia che influenza positivamente la fisiologia della pianta e predispone le basi per superare i momenti di stress.
Per i problemi legati ad un eccesso di salinità dei suoli/substrati di coltivazione risulta utile l’impiego di Sinergon R, un complesso di amminoacidi naturali impiegabile in fertirrigazione e a livello radicale.
Infine, per favorire i processi di sviluppo di radici avventizie e peli assorbenti incrementando al contempo il contenuto di clorofilla nelle foglie e lo sviluppo di nuovi germogli il prodotto ideale da impiegare in fertirrigazione risulta Radicifo L24.
Il bilancio di sostenibilità del Gruppo Biolchim riassume il nostro impegno nel far in modo che la sostenibilità sia un elemento portante e un faro guida della nostra attività:
sostenibilità economica perché i nostri bilanci riflettono solidità economica e finanziaria e consentono progetti a lunga scadenza;
sostenibilità sociale perché gli effetti del nostro impegno impattano positivamente sull’indotto e sulla comunità di cui siamo parte e contribuiscono a rafforzare e sviluppare la nostra filiera di riferimento;
sostenibilità ambientale perché i nostri prodotti sono pensati per un’agricoltura sostenibile, modello concreto di economia “verde” e “circolare” con evidenti benefici sul territorio.
Il Bilancio di Sostenibilità, alla sua prima edizione redatta sulla base dei GRI Standards, presenta i risultati raggiunti nell’esercizio 2019 ed esprime la capacità della nostra impresa di creare valore per sé e per tutti i portatori di interesse – stakeholders – basandosi su un approccio che mette al centro la tutela dell’ambiente, il sostegno dei lavoratori e la sostenibilità delle decisioni e dei processi.
Polvere di Roccia è un prodotto classificato come corroborante compreso nella lista del decreto datato 18/07/2018 – disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici.
Questa particolare tipologia di mezzi tecnici viene riconosciuta dalla legge stessa come categoria di sostanze in grado di potenziare le difese delle piante, ovvero sostanze di origine naturale che migliorano la resistenza delle piante agli stress biotici e abiotici. Essendo un materiale di per sé inerte è consentito l’utilizzo senza limitazioni. Polvere di Roccia può essere utilizzata in Agricoltura Biologica ed è innocua per l’uomo, gli insetti utili e gli organismi acquatici.
Entrando più nello specifico, quest’ultima trova le sue principali applicazioni riconducibili a tre fasi specifiche:
Durante il periodo estivo, contro l’eccesso di caldo, proteggendo le piante da fenomeni di ustione;
Ha dimostrato un’azione contro gli attacchi anche da parte di insetti e acari;
Nel periodo autunnale, asciugando le superfici delle piante, abbassando quindi il tasso di umidità fogliare.
Grazie a queste caratteristiche il prodotto viene utilizzato come corroborante in grado di aumentare le resistenze delle piante agli agenti patogeni quali funghi, batteri, fitoplasmi, insetti ed acari.
Polvere di Roccia viene utilizzata soprattutto in viticoltura: il velo protettivo che si viene a creare sulla superficie fogliare crea una patina idrofobica che ostacola l’inoculo e di conseguenza la proliferazione di funghi e batteri. Abbassando il tasso di umidità fogliare, il prodotto agisce in modo “attivo” abbassando di conseguenza anche la probabilità di insorgenza di varie malattie fungine.
La distribuzione di Polvere di Roccia sui tessuti delle piante crea uno strato idrofobico allo stesso tempo in grado di respingere l’acqua; il suo compito viene sfruttato anche durante il periodo estivo per proteggere i tessuti vegetali dalle scottature solari.
Nei confronti di acari e insetti, grazie alla particolare struttura delle particelle che la compongono se distribuita sulla vegetazione crea confusione ai recettori visivi e tattili degli insetti, che non riescono a riconoscere le piante bersaglio. In questo modo abbiamo una riduzione e localizzazione del danno soprattutto da parte della mosca dell’olivo, mosca della frutte e lepidotteri in genere. È inoltre in grado di ostacolare il movimento degli acari eriofidi, limitandone di conseguenza anche il danno, grazie alla forma lamellare ed aghiforme delle particelle che la compongono;
La riproduzione degli acari è notevolmente limitata, poiché le uova, deposte sul sottile strato di microparticelle, non si sviluppano.
Cifo, da sempre attenta alle richieste del mercato, all’innovazione ma soprattutto a prodotti che non abbiano effetti collaterali sulla salute ambientale, propone l’utilizzo di Polvere di Roccia in associazione al prodotto Propolis, per massimizzare l’efficacia del trattamento e per dare ulteriore sostegno alla pianta. La propoli, prodotto ricchissimo in vitamine, è un ottimo stimolante naturale che esplica un’azione preventiva e curativa grazie anche alle ben note proprietà fungicide, battericide e antivirali. Il suo utilizzo è indicato per prevenire le malattie crittogamiche degli alberi da frutto e ortaggi.
Propolis inoltre svolge un’azione di stimolo anche per le funzioni fisiologiche fondamentali e favorisce i fenomeni di ciatrizzazione di tessuti e ferite causate da lesioni, piuttosto che innesti e/o potature.
Un anno record per Combi Mais 7.0 Evolution, l’innovativo protocollo di coltivazione sostenibile in grado di semplificare il lavoro degli operatori e ottenere più produttività, qualità, redditività nella produzione di granella di mais per uso alimentare e zootecnico.
Era dal 2015 che non si registravano risultati così soddisfacenti e, proprio nell’anno dell’emergenza sanitaria sono state raggiunte 18,5 tonnellate di granella di mais a ettaro, sano dal punto di vista delle micotossine.
Combi Mais è un progetto multifunzionale, che tocca l’intera filiera del mais con le tre linee di prodotto FOOD, BABY FOOD (destinato all’alimentazione infantile) e FEED (per l’ambito zootecnico), a copertura di tutti gli usi del mais.
Oltre all’ottimo andamento stagionale e al clima favorevole, che quest’anno ha consentito di risparmiare ben il 50% di risorse idriche rispetto al precedente, alla base del successo di questo innovativo protocollo di coltivazione vi sono i suoi partner, 8 società tutte leader nei rispettivi settori, che continuano a migliorare in efficienza e qualità, con forniture di prodotti di ultima generazione
Cifo, partner storico di Combi Mais, ha contribuito al raggiungimento di questi risultati con i propri formulati, in particolare nelle fasi di semina e post-emergenza
• Effetto Starter alla semina con Top Start di Cifo, per uniformare la partenza delle piante ed avere un rapido sviluppo delle radici grazie ai bioattivatori presenti nel prodotto.
• Trattamento fogliare con azione “antistress” e difesa dalle malerbe per migliorare la qualità del raccolto: insieme ai prodotti per il diserbo verrà distribuito Sinergon Plus: questo prodotto CIFO è un biostimolante con funzione di antistress che, apportando energia, permette alle piante di continuare lo sviluppo anche dopo il trattamento. In seguito Sinergon Plus insieme a Cifo KS 64 applicati al trattamento piralide favoriscono accumulo di amido rafforzando l’effetto “stay green”; in questo modo si esalta il potenziale genetico del mais in campo aiutando la pianta a superare gli stress estivi.
• Fertirrigazione: Grazie ai componenti della Linea Tech, con particolare riferimento ai terpeni, si ottiene una più efficace assimilazione degli elementi nutritivi sfruttando la fertilità del suolo apportando anche microelementi specifici per il mais.
Combi Mais si conferma un modello ideale in materia di precision farming e dimostra la sua propensione all’innovazione, selezionando una granella di altissima qualità dal punto di vista nutrizionale, grazie all’alto tenore di polifenoli antiossidanti.
Nel 2019 la formula vincente di Combi Mais ha ottenuto il prestigioso riconoscimento del Premio Innovazione in Agricoltura, a livello nazionale, commenta Mario Vigo, presidente di Innovagri: “Produttività, qualità della produzione e sostenibilità: la risposta di un’agricoltura che guarda al futuro in un momento così difficile”.
Inizia la ripresa delle fiere di settore e torna questa settimana anche Agri Kiwi Expo, unica fiera nazionale dedicata in forma esclusiva al kiwi, che sarà inaugurata domani, sabato 12 settembre 2020 a Cisterna di Latina (LT), area Fiera ex Nalco.
Anche quest’anno Cifo avrà un ruolo di rilievo all’interno della manifestazione, che come di consueto affiancherà al momento espositivo una serie di interessanti contenuti scientifici, per affrontare tutte le opportunità e prospettive del settore actinidicolo.
Dopo l’apertura della fiera, prevista per le 9,30 e l’inaugurazione ufficiale con le autorità, in programma per le 16,30, sarà infatti Francesco Acinapura, Sales Support Cifo, ad aprire, alle 17,30 di sabato, la sessione dedicata alle relazioni degli espositori, con l’intervento sul tema “Il ruolo dei biostimolanti per produrre in condizioni difficili”.
“Cifo ha un’esperienza di ormai 55 anni nella nutrizione vegetale – spiega Acinapura – grazie alla quale può offrire ad agricoltori e aziende agricole delle soluzioni ottimali e al tempo stesso sostenibili. Tra queste, ci sono i nostri biostimolanti, che utilizzano solo materie prime purissime e offrono un supporto particolarmente importante, perché in grado non solo di promuovere lo sviluppo e la crescita dei frutti, ma anche di aumentare la resistenze delle piante agli stress idrici e termici, e di ottenere i migliori risultati nelle condizioni più difficili”.
Il prodotto di punta Cifo è sicuramente il Macys BC 28,composto al 100% da estratto puro di Macrocystis Integrifolia, un’alga bruna canadese, ricca di vitamina E e polisaccaridi (laminarine, alginati), che presenta un’altissima concentrazione di sostanze biologicamente attive. E proprio dall’esperienza positiva di Macys BC 28 sono nati, grazie al reparto Ricerca & Sviluppo, i due prodotti novità 2020 la cui azione combinata consente di ottenere risultati ancora più performanti in condizioni sfavorevoli: si tratta di Blok L e Blok Sinergy.
Blok L combina alla Macrocystis integrifolia una selezione di terpeni ottenuta grazie alla tecnologia TE.CO. con lo scopo di aiutare la pianta a reagire alle condizioni difficili del terreno, mentre Blok Sinergy è un prodotto ad azione specifica d’inoculo di funghi micorrizici e batteri del suolo, conforme al decreto legislativo 75/2010, che consente di migliorare l’assorbimento dei nutrienti e quindi particolarmente utile in caso di terreni disidratati.
Grazie all’uso combinato di questi due prodotti innovativi, la pianta che cresce in condizioni difficili, riesce a reagire e portare a termine il raccolto con soddisfazione in termini di quantità e qualità.
Il Fosforo (simbolo chimico P), in agricoltura, fa parte della classe dei macronutrienti, insieme ad Azoto e Potassio, anche detti macroelementi essenziali della nutrizione vegetale. Il Fosforo è un elemento indispensabile per i molteplici processi in cui è implicato: gioca un ruolo primario nei trasferimenti dell’energia (ricordiamo infatti che il Fosforo è uno dei componenti dell’Adenosintrifosfato o ATP); è fondamentale per la germinazione dei semi, rientra nei processi fotosintetici, concorre alla formazione di enzimi e proteine, è coinvolto in tutti i processi metabolici della pianta ed è, infine, uno degli elementi costitutivi delle pareti cellulari degli acidi nucleici (DNA-RNA).
Il Fosforo è inoltre il costituente responsabile della robustezza e stabilità dei tessuti: un irrobustimento dei tessuti determina a sua volta una maggior resistenza della pianta agli attacchi di organismi patogeni e parassiti.
Per tutti questi motivi è quindi importante apportare il giusto quantitativo di tale nutriente alle piante: una carenza di tale elemento potrebbe essere data da una vera e propria mancanza di P nel substrato, oppure, come accade più comunemente, il nutriente è presente ma non si trova in forma biodisponibile per le piante.
Il Fosforo nel terreno lo si ritrova sia in forma minerale, come risultato della degradazione di rocce quali apatiti e fosforiti, mentre la frazione fosfatica di origine organica è invece data dal processo di umificazione della sostanza organica (S.O.).
Nel terreno, il Fosforo è considerato un elemento stabile a causa della sua bassa solubilità.
Nei suoli acidi (spesso ricchi in Alluminio) e nei suoli alcalini (ricchi in Calcio), si formano composti del Fosforo ad elevata insolubilità (esempio il fosfato tricalcico), da cui ne consegue una ridotta disponibilità per le piante.
Il Fosforo nel terreno lo si trova come fosfato derivato dall’acido ortofosforico H3PO4 che può essere di origine organica e/o inorganica. Nella soluzione circolante del suolo lo troviamo sottoforma di ione diidrogreno fosfato (H2PO4–) o di ione idrogenofosfato (HPO4—).
Lo stato e la dinamica dei composti del P sono strettamente correlati dalla dipendenza e dal grado di dissociazione dell’acido ortofosforico (H3PO4) in funzione del pH. Da qui ne deriva che la forma più protonata dei due ioni circolanti è predominante a elevate concentrazioni di ioni H* (quindi nei suoli a pH acido).
Come si manifestano le carenze di P
Il contenuto totale di P nel suolo mediamente si aggira tra lo 0,02 e lo 0,05%, di cui la maggior parte lo si ritrova concentrato in superficie (i primi 15 cm di terreno circa). Individuare nei terreni agrari una carenza di Fosforo è abbastanza complesso, poiché i sintomi che provoca sono facilmente confondibili con altre carenze/eccessi: ad esempio possono essere confusi con un eccessivo apporto di Azoto.
In linea generale i sintomi da carenza fosfatica sono così riconducibili: scarso sviluppo vegetativo dei germogli (nanismo) e delle radici (piante poco ancorate nel terreno), rami scarsamente lignificati e talvolta poco eretti, foglie piccole, esili, con colorazione bronzea/violacea. La fioritura avviene con un’intensità minore e in modo tardivo, e di conseguenza anche la maturazione dei frutti. Alcune manifestazioni più specifiche si riscontrano ad esempio nel pomodoro, dove si può notare una colorazione violacea della pagina inferiore delle foglie.
Da quanto sopradetto, se ne deduce quanto sia fondamentale dotare di una buona quota di concimazione fosfatica le piante, inserendolo in particolare nella concimazione post raccolta dei frutteti, vigneti e piante da frutto in genere. Tra la fase di raccolta dei frutti e quella di caduta delle foglie, infatti, anche se l’attività di accrescimento vegetativo è modesta, al contrario invece l’apparato radicale intensifica il suo sviluppo: è una fase quindi assolutamente da non sottovalutare, in quanto è questo il preciso momento in cui la pianta accumula sostanze nutritive di riserva negli organi legnosi, per poi andarli ad utilizzare alla ripresa vegetativa e successive fasi nella primavera seguente.
Spostando l’attenzione non più su frutteti e vigneti, bensì sui cereali autunno-vernini, le concimazioni autunnali cadono proprio nelle prime fasi di sviluppo della nuova pianta, cioè rientrano a pieno titolo nel piano di concimazione del ciclo in essere.
Ricordando che tale elemento svolge un ruolo chiave nella fase di radicazione, ne deriva che il P è essenziale per consentire una rapida formazione dell’apparato radicale della giovane piantina, favorendo quello che in gergo tecnico viene identificato come “effetto starter”.
Le soluzioni di Cifo
Cifo, con più di 55 anni di esperienza nel settore della nutrizione vegetale, propone diverse tipologie di prodotti in grado di soddisfare ogni specifica esigenza agronomica. A seguito dell’attento ed accurato lavoro del settore Ricerca e Sviluppo, Cifo offre all’interno del suo catalogo diversi fertilizzanti contenenti Fosforo, ognuno presenta diverse caratteristiche specifiche:
Grinver 53 NP
Grinver 53 NP è un formulato di ultima generazione a base di perfosfato d’ossa, acidi umici ed arricchito di Azoto prontamente disponibile. Gli elementi contenuti nel Grinver 53 NP sono stati studiati per avere una doppia modalità di azione: la prima, con la frazione N – P – Zn prontamente utilizzabili, per formare velocemente la pianta favorendo la radicazione (effetto starter); la seconda con formulati a lento rilascio e Zolfo per migliorare l’accestimento e favorire la ripresa vegetativa, incrementando il contenuto di proteine. Gli acidi umici completano il prodotto con l’obiettivo di stimolare l’attività dei microrganismi del suolo, complessare e proteggere gli elementi nutritivi e quindi migliorare l’efficacia nutrizionale.
Top NP 7-14
Top NP 7-14 è un concime pellettato di nuova concezione, particolarmente ricco in P biologico e N organico a cessione modulata, studiato per le applicazioni in pre-semina o pre-trapianto, alla ripresa vegetativa e post-raccolta di piante da frutto. L’altissima qualità delle materie prime e la presenza nella matrice organica della molecola APR (Attivatore Proteico della Rizosfera) lo rendono un fertilizzante caratterizzato da un’elevata efficienza nutritiva anche a bassi dosaggi. In particolare la molecola APR svolge una triplice azione: nel suolo favorisce l’attività dei microrganismi utili alle piante (aumentando quindi la fertilità biologica), sulle radici stimola lo sviluppo delle radichette assorbenti ed infine complessa gli elementi nutritivi, rendendoli maggiormente disponibili a livello radicale: in particolare svolge un’azione complessante nei confronti del P naturale, favorendone l’assorbimento proprio nei momenti di massima richiesta energetica da parte delle piante.
Foxter
Foxter è prodotto specifico per la localizzazione alla semina/trapianto. Foxter è un prodotto appositamente studiato per fornire alle colture P e N in una forma perfettamente assimilabile, per stimolare la radicazione, la germinazione e lo sviluppo vegetale. L’Azoto presente in forma ammoniacale è subito disponibile per le prime fasi di sviluppo del seme, mentre il P (contenuto in alta quantità ed in forma totalmente disponibile per le colture), influisce positivamente su radicazione, germinazione dei semi ed aumento della resistenza delle giovani piante all’allettamento.
Foxter 520
Foxter 520 è un formulato appositamente realizzato per fornire alle colture Fosforo in una forma perfettamente assimilabile, per stimolare la radicazione, la germinazione e lo sviluppo vegetativo. Formula ulteriormente arricchita di microelementi quali Zinco e Manganese, fondamentali nelle prime fasi di sviluppo. Il prodotto consente il posizionamento degli elementi nutritivi nello strato di suolo esplorato da radici/seme, creando inoltre un microambiente ottimale attorno ai semi/radici (dovuto al suo pH sub-acido), che favorisce l’assorbimento degli elementi nutritivi. Il P, presente in alte percentuali ed in forma totalmente disponibile per le colture, influisce positivamente sulla radicazione la germinazione dei semi e sull’aumento della resistenza delle giovani piante alle sollecitazioni meccaniche (per esempio vento), e termiche.
Il magnesio e lo zolfo giocano un ruolo importante nella vite regolando, il primo, il metabolismo della pianta e contribuendo, il secondo, al mantenimento della struttura cellulare.
Il magnesio è la molecola principale della clorofilla; per questo partecipa a molteplici funzioni biologiche regolando il metabolismo della pianta formando pigmenti.
La sua carenza si manifesta con la formazione di ingiallimenti ossia la scomparsa del pigmento verde limitando molto le trasformazioni chimiche che attua la pianta durante la fase di maturazione.
La carenza di magnesio determina scarsa lignificazione dei tralci, abbassamento del grado zuccherino, formazione di zone necrotiche internervali sulle foglie.
Lo zolfo è un elemento plastico utile per il mantenimento della struttura cellulare, partecipa alla formazione di aminoacidi e proteine, i mattoni con i quali la pianta cresce in ogni sua parte.
Lo zolfo stimola la sintesi di enzimi, composti aromatici molti dei quali contengono zolfo.
Per queste esigenze della vite, Cifo ha ideato un prodotto specifico ed unico sul mercato: Actisel, fertilizzante ammesso in agricoltura biologica con alto contenuto di Magnesio e Zolfo incluso manganese e zinco.
Il magnesio, simbolo chimico Mg, è un mesoelemento molto abbondante in natura; costituisce infatti il 2,3% della crosta terrestre.
Lo si trova sotto forma di catione bivalente,Mg 2+: è presente in quasi tutte le rocce in diverse forme, quali carbonati, ossidi, silicati, solfati e cloruri. I minerali più importanti contenenti magnesio sono la dolomite, la magnesite e la carnallite; è inoltre presente in grandi quantità nelle acque marine.
Nel terreno la quantità di magnesio, sempre sotto forma di Mg2+, è di norma compresa fra lo 0,05% nei terreni sabbiosi e lo 0,5% in quelli argillosi. La dolomite è il più importante carbonato di magnesio, ma è contenuto anche in minerali primari ferromagnesiaci quali biotite, serpentini, orneblenda e olivina.
La presenza di magnesio nel terreno dipende fondamentalmente da tre fattori: tipologia del substrato pedogenetico, intensità dei processi di alterazione e di lisciviazione peculiari di quel suolo.
La maggior parte del magnesio nel suolo si trova nella frazione non scambiabile (minerali primari e secondari); la sua mobilizzazione avviene per alterazione dei minerali che lo contengono, con un’intensità che dipende da diversi fattori che influenzano i processi di disgregazione e decomposizione.
La sua concentrazione nella fase liquida è compresa fra 5 e 50 mg/l, con valori elevati nei suoli delle regioni dell’area mediterranea e aride (che presentano infatti scarsa lisciviazione), bassi in quelli lisciviati delle regioni temperate e umide.
La determinazione del magnesio assimilabile (quota in soluzione e frazione del suolo scambiabile) si può eseguire misurando la frazione di Mg2+ solubile in acqua e quella presente sul complesso di scambio; di norma, i suoli coltivati italiani non presentano situazioni particolari di carenza, soddisfando le esigenze della maggior parte delle colture.
I casi di carenza di magnesio sono infatti molto spesso dati da eccessi di Calcio e Potassio – elementi detti antagonisti – i quali ne determinano uno scarso assorbimento da parte della pianta.
Al pari di un macroelemento è molto importante che non si verifichino stati di carenza di magnesio in quanto entra direttamente nella composizione chimica della clorofilla, pigmento chiave per la pianta per intercettare energia e poter svolgere il processo fotosintetico; è inoltre responsabile dell’attivazione di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo della pianta – più di ogni altro elemento; il magnesio partecipa poi alla formazione di altri pigmenti, quali carotene e xantofille; facilita la traslocazione del Fosforo negli apici vegetativi e nei semi; entra nei processi di sintesi di amido e zuccheri.
Le carenze di magnesio nelle piante
Uno stato carenziale di magnesio si manifesta generalmente nelle foglie, dove si può osservare una clorosi screziata del lembo fogliare con una tendenza acropeta, seguita poi da necrosi delle foglie colpite e caduta delle stesse. La sintomatologia poi può variare da specie a specie.
Le due principali fisiopatie derivanti da magnesio carenza, quelle di importanza più rilevante, sono la Filloptosi del Melo e il Disseccamento del rachide della Vite.
Le soluzioni di Cifo
Per ovviare a tutte queste problematiche, l’azienda Cifo, specializzata da oltre 50 anni nella nutrizione delle piante e nella produzione di biostimolanti, propone all’interno del suo catalogo diversi prodotti per fornire alle colture il giusto ed equilibrato apporto di Magnesio:
MAG 32
Mag 32 è un correttivo biologico ad alto tenore in Magnesio e Zolfo, appositamente studiato per applicazioni dirette al terreno. La formulazione microcristallina consente un’elevata superficie di contatto con i colloidi del terreno e con le radici, rendendo i nutritivi di Mag 32 altamente assimilabili dalle piante. Gli apporti di Mag 32sono particolarmente opportuni in terreni leggeri ed acidi, ed in quelli ricchi in Calcio e/o Potassio, poichè l’alta concentrazione di questi due cationi ostacola l’assorbimento del Magnesio. Mag 32, inoltre, risulta di fondamentale importanza nella coltivazione di varietà frutticole ed orticole ad elevato rendimento produttivo ed in particolare, nel miglioramento delle caratteristiche qualitative (contenuto proteico, riduzione dei nitrati, grado zuccherino, aromi) della produzione finale.
Consentito in agricoltura biologica.
MAGNESIO ATTIVATO
Magnesio Attivato è un formulato in polvere solubile, ad alto contenuto in Magnesio, per applicazioni fogliari ed in fertirrigazione. Magnesio Attivatopreviene e cura le fisiopatie da magnesio carenza, favorisce la fotosintesi clorofilliana, intensifica il colore di foglie e frutti, migliora i livelli produttivi.Magnesio Attivato è arricchito di microelementi che permettono efficacemente di prevenire o di curare eventuali carenze o squilibri micronutrizionali e nel contempo stimolano la fotosintesi agendo da catalizzatori.
Consentito in agricoltura biologica.
MAGNESIUM FAST
Magnesium Fastè un formulato di estrema purezza in grado di esaltare le funzioni biochimiche del Magnesio nella pianta. La presenza di specifiche sostanze umettanti ed adesivanti garantiscono l’omogenea e persistente copertura delle foglie, migliorando l’assorbimento dell’elemento nutritivo. Magnesium Fast è in grado di oltrepassare efficacemente le barriere presenti nell’epidermide della foglia, che riducono la penetrazione anche dei chelati tradizionali. Grazie alle elevate caratteristiche di penetrabilità e bagnabilità, Magnesium Fastpermette di prevenire e curare efficacemente le fisiopatie dovute alla carenza di magnesio e in particolare:
il disseccamento del rachide della vite;
la filloptosi del melo;
la clorosi magnesiaca;
il seccume fogliare degli ortaggi come coadiuvante del calcio.
POLITER PLUS
Politer Plus è un formulato di nuova concezione costituito da un insieme di meso e microelementi ad elevato titolo; risulta particolarmente adatto in tutti i casi in cui si vogliano prevenire e curare i sintomi di carenze nutrizionali multiple delle principali piante coltivate. Grazie alla presenza di coadiuvanti specifici in grado di legare e proteggere tutti gli elementi nutritivi presenti nel prodotto da fenomeni di insolubilizzazione, Politer Plus presenta un’elevata efficienza nutritiva creando una riserva di meso e microelementi prontamente assimilabili dalle piante. L’elevato apporto di Zolfo, oltre a svolgere un’azione nutritiva, favorisce l’acidificazione della rizosfera ottenendo un microambiente ideale per l’assorbimento degli elementi nutritivi (sfruttamento della fertilità del terreno). Sotto il profilo agronomico, Politer Plus agisce da catalizzatore di numerosi processi fisiologici (fotosintesi, fioritura, sintesi di pigmenti coloranti, ecc) favorendo la prevenzione di fisiopatie da meso e microcarenze e il miglioramento della produzione finale.
In orticoltura, i patogeni fungini a danno dell’apparato radicale sono diversi e arrecano gravi conseguenze sulle produzioni finali.
Funghi come Fusarium, Pythium, Rhizoctonia, Sclerotinia, Phytopthora possono azzerare le produzioni, portando con rapidità le piante alla morte. L’eccessiva e prolungata umidità o i ristagni a cui sono esposte le radici delle piante, determinano le condizioni favorevoli per l’attacco dei funghi patogeni.
Il Fusarium vive in terreni umidi, sfrutta le ferite provocate da altri patogeni per entrare nella pianta e creare problemi come le Tracheofusariosi, che impediscono il passaggio della linfa nei vasi della pianta portandola a morte. Questo fungo a volte può venire dalle acque di irrigazione e il suo contenimento risulta molto difficile con la sola lotta chimica.
Il Phytium è l’agente dei marciumi del colletto e delle radici e anch’esso si diffonde nei terreni umidi o con problemi di ristagno idrico e penetra i tessuti delle piante, vive allo stato saprofitario, in genere dopo l’attacco del Phytium attacca anche il Fusarium.
Quando la radice si ammala, la pianta viene privata della principale via di nutrimento ed idratazione. Si incorre quindi rapidamente in una riduzione di qualità e quantità del raccolto, a cui seguirà la morte della coltura, con gravi perdite economiche per l’agricoltore.
La ricerca e sviluppo Cifo ha selezionato, dopo anni di sperimentazioni, T34 Biocontrol un fungicida biologico a base di Trichoderma asperellum, ceppo T34, formulazione in conidi. Questo particolare ceppo di Trichoderma asperellum, è unico sia per la sua concentrazione: 12 miliardi di conidi (forma prontamente attiva per la colonizzazione), sia per i suoi meccanismi di azione.
Azione preventiva: rapida colonizzazione della radice con sottrazione degli spazi e dei nutrienti, forte competizione con i funghi patogeni. Innalzamento delle difese endogene delle piante che determinano un ambiente ostile per lo sviluppo dei funghi patogeni.
Azione curativa: capacità del T34 Biocontrol di agire su piante con attacco in atto, determinando un’azione di parassitismo sul fungo patogeno e sintesi di sostanze antibiotiche che determinano il blocco del metabolismo e la morte dei funghi patogeni.
Azione stimolante:T34 Biocontrolsvolge un’azione secondaria di stimolo sull’apparato radicale che ne permette una maggiore crescita ed efficienza, grazie alla simbiosi che si genera tra il microrganismo e la pianta.
Risultato su peperone con Fusarium, intervento con attacco in atto
L’agricoltura moderna, cioè quell’agricoltura che si è sviluppata dagli anni 80 e 90 fino ai giorni nostri, ha vissuto e goduto di un’importante e forte innovazione delle tecniche colturali nel corso di così pochi decenni.
Se questo forte ammodernamento ha reso accessibile a tutti gli imprenditori agricoli mezzi di lotta, che siano essi fisici, chimici o biologici, ha visto anche dall’altra parte una sorta di selezione naturale delle erbe infestanti cui è sottoposta la coltura in oggetto, dovuta soprattutto all’intensità di coltivazione, all’uso a volte continuativo dei prodotti chimici e la stretta rotazione colturale cui abbiamo assistito nei precedenti decenni.
In particolare, per quanto riguarda la coltura del mais, abbiamo diverse specie di piante cosiddette “infestanti”: questo aggettivo infatti è da intendersi in senso relativo e non assoluto. Il termine infestante indica la presenza di una pianta che cresce in un ambiente dove non è desiderata; piante che con la loro presenza in campo diminuiscono le caratteristiche quali-quantitative del prodotto o il valore commerciale.
I danni che possono derivare da questa diffusione di specie infestanti sono fondamentalmente riconducibili a quattro macro sezioni:
Danno di tipo quantitativo;
Danno di tipo qualitativo;
Ostacolo alle lavorazioni colturali, durante la lavorazione del suolo e/o la raccolta della produzione finale.
Diffusione/prolificazione degli organismi patogeni, come ad esempio virus, batteri, nematodi ed insetti.
Entrando più dettagliatamente dell’ambito della coltura del mais, è di fondamentale importanza proteggere la pianta nelle fasi iniziali del ciclo vegetativo: indicativamente dalla germinazione fino alla 7°-8° foglia, periodo denominato appunto “critico” per questa particolare coltura. Una volta superata questa fase, il mais è una coltura che non richiede ulteriori accorgimenti, in quanto grazie alla sua levata ed all’ottima capacità di copertura del suolo, risulta essere molto competitiva rispetto alle malerbe.
Cifo, da sempre orientata verso un’agricoltura sostenibile attraverso un’accurata ed attenta azione di ricerca e sviluppo di fertilizzanti in grado di sostenere in modo naturale la pianta in tutte le sue fasi di sviluppo, propone in abbinamento al diserbo di post emergenza dei cereali, in particolare del mais, un fiore all’occhiello del catalogo Cifo: Sinergon Plus.
Sinergon Plus è un prodotto di recente rivisitazione, che ha permesso al formulato di avere caratteristiche ancor più efficienti e performanti: il prodotto è caratterizzato da una matrice organica di elevata purezza, contenente Azoto organico, Magnesio e Ferro, elementi essenziali durante il processo di formazione della clorofilla, oltre che maggiormente arricchito in Amminoacidi e Peptidi, componenti in grado di favorire la sintesi proteica all’interno della pianta, sostenendola in modo adeguato ed efficace nei momenti di massima esposizione agli stress ambientali.
Cifo ne consiglia l’uso in abbinamento ai diserbi, proprio perché grazie alle caratteristiche di Sinergon Plus, il prodotto evita l’interruzione delle funzioni fisiologiche della pianta, raggiungendo così risultati migliori in termini di resa e qualità.
Tra le principali specie che nel nostro Paese vengono considerate “piante infestanti” del mais, di particolare rilievo abbiamo:
la Sorghetta (Sorghum halepense), specie appartenente pluriennale appartenente alla Famiglia delle Graminacee; questa specie rientra nella categorie delle più pericolose per il mais, a causa del grande impatto negativo che può avere sulla resa produttiva finale e dalla sua capacità di produrre sostanze allelopatiche, sostanze in grado di inibire la crescita e lo sviluppo di piante concorrenti.
Altra malerba di rilevante importanza per la coltivazione del mais è il Farinaccio Comune (Chenopodium album): questa pianta, che predilige terreni fertili, è in grado di asportare notevoli quantità di nutrienti, a scapito della coltura principale.
l’Amaranto comune (Amaranto retroflexus), la quale presenta caratteristiche di tossicità per gli animali, l’Erba Morella (Solanum nigrum), appartiene alla Famiglia delle Solanacee ed è diffusa come le precedenti un po’ in tutta Italia. Questa tipologia di erba infestante è molto pericolosa se consideriamo la produzione di composti tossici che crea nel mais insilato.
Ma perché il diserbo stesso, uno dei passaggi chiave del ciclo colturale, potrebbe creare non pochi problemi alla produzione maidicola?
Al giorno d’oggi, molteplici aziende propongono all’interno del loro catalogo un’ampia gamma di prodotti per il controllo delle malerbe, a base dei più diversi e svariati principi attivi. Tali sostanze risultano agire in maniera positiva ed efficace sulle infestanti, ma possono purtroppo dare luogo ad una “retroattività negativa” sulla cultura, cioè i cosiddetti effetti collaterali assolutamente da non trascurare e contro i quali bisogna adottare accorgimenti utili a prevenirli. Non per niente, spesso e volentieri si può assistere a fenomeni di elevata vigoria della coltura su zone non trattate, rispetto al resto dell’appezzamento trattato.; ecco spiegato l’importanza di utilizzare Sinergon Plus insieme al trattamento con funzioni di antistress per dare modo alla pianta di continuare il suo normale sviluppo senza interruzioni.
Ogni specie vegetale, tra cui anche la pianta di mais, ha la sua capacità di tollerare e recuperare in modo attivo nei confronti di quel fenomeno comunemente chiamato “stress da diserbo post emergenza” o più semplicemente solo “stress da diserbo”; questo particolare tipo di stress può manifestarsi in modo diverso a seconda di quale coltura viene trattata e a seconda anche dell’epoca in cui viene effettuato il trattamento.
Altro fattore da tenere in considerazione è l’epoca in cui si effettua il diserbo, poiché la coltura potrebbe già di per sé trovarsi in condizioni di difficoltà, a causa delle temperature o troppo alte o troppo basse tipiche del periodo primaverile, essere cioè in uno stato di stress termico. Una pianta più sana, ben nutrita e rafforzata dal prodotto Sinergon Plus, consentirà alla stessa di essere anche meno sensibile e meglio preparata ad attacchi di eventuali patogeni, ad esempio da parte di agenti fungini, che come ben sappiamo possono creare non pochi problemi di qualità qualora si dovesse riscontrare presenza di aflatossine nel raccolto finale.
In un momento molto complesso che ha mutato radicalmente le nostre vite e le nostre abitudini, Leonardo Valenti, amministratore delegato di BCI Group, fa il punto sulla situazione attuale e illustra le prospettive future del Gruppo a pochi giorni dalla riapertura degli stabilimenti produttivi.
Nonostante le difficoltà siamo riusciti a mantenere vivo il rapporto con i nostri clienti, con la nostra rete e con i nostri utilizzatori finali – spiega Leonardo Valenti – ma anche a mantenere saldo e coeso il rapporto all’interno di tutte le aziende del gruppo, questo grazie alla disponibilità e al coraggio di tutti i dipendenti e collaboratori.
Si dovrà ripartire dai valori fondanti del gruppo, concretezza, innovazione e supporto tecnico, valori che ci hanno permesso, nel corso degli ultimi anni, di raggiungere una posizione di rilievo nel settore – continua l’amministratore delegato – Sappiamo che dovremmo lavorare ancora più di prima, ma siamo certi che i risultati arriveranno e con l’aiuto e l’impegno di tutti, il futuro ci regalerà ancora grandi soddisfazioni.
La stanchezza del terreno è un fenomeno rilevante degli ultimi anni e che porta inevitabilmente a una progressiva perdita di produzione delle colture orticole, in generale è dovuta a colture intensive perpetuate nel tempo, senza le adeguate rotazioni colturali e senza gli apporti significativi di nuova sostanza organica.
Non di rado, in questi terreni così come nelle colture intensive in serra, trovano spazio i Nematodi, parassiti che sulle piante possono provocare deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie e formazione di galle sulle radici, arrivando a compromettere l’intero raccolto.
I nematodi danneggiano le radici sia di numerose piante orticole come pomodoro, peperone, melanzana, carota, melone, anguria, zucchine, insalate, patate, finocchi, ecc., sia di tabacco, vite e fruttiferi. Prediligono terreni sciolti, con sabbia superiore al 30%, ambienti molto umidi e la loro capacità di crescita è influenzata dalle alte temperature.
Soprattutto in questi casi occorre preservare l’integrità del Rizobioma, ovvero quella porzione di terreno esplorata dalle radici che ospita una enorme quantità di microrganismi benefici. Questi instaurano vantaggiosi legami con la pianta, costituendo i primi fondamentali alleati in condizioni del suolo sfavorevoli. Tale relazione è detta mutualismo e in cambio di depositi ed essudati radicali, il Rizobioma promuove lo sviluppo e le funzionalità radicali, migliora la disponibilità di nutrienti e crea un ambiente favorevole alle radici, ma sfavorevole ai nematodi.
COME MIGLIORARE IL RIZOBIOMA
Per contrastare il fenomeno della stanchezza del terreno e migliorare il Rizobioma la ricerca Cifo ha messo a punto Blok Le Blok Sinergy, bioregolatori della rizosfera, prodotti biologici che favoriscono la relazione di reciproco vantaggio tra pianta e microrganismi benefici del suolo (mutualismo) rendendo le radici della coltura inappetibili ad organismi tellurici, promuovendo lo sviluppo e le funzionalità radicali (grazie all’alga Macrocystis Integrifolia e ai batteri del suolo presenti nei prodotti) e rafforzando il naturale effetto barriera del rizobioma. Applicati in strategia sinergica in fertirrigazione, sia Blok L (che agisce come prebiotico, favorendo l’attività della microflora benefica del suolo) che Blok Sinergy(agisce da probiotico ripopolando il Rizobioma) consentono di preservare, sostenibilmente, ottimali livelli produttivi e di qualità, anche in presenza di avversità telluriche.
Grazie all’efficacia biostimolante, il loro utilizzo ripristina il Rizobioma, il quale costituisce la prima barriera che i parassiti tellurici, nematodi inclusi, debbono attraversare per raggiungere la radice e allo stesso tempo aiutano le piante a reagire alla situazione di stress.
BLOK L
Composto da alga Macrocystis Integrifolia e estratti vegetali, Blok L nasce unendo varie specialità al fine di ottenere un prodotto unico sul mercato. L’’alga Macrocystis integrifolia ha la funzione di far superare i continui stress che si possono verificare nel terreno; inoltre contiene una selezione di terpeni, ottenuta grazie alla tecnologia TE.CO. I terpeni sono stati selezionati con lo scopo di aiutare la pianta a reagire alle condizioni difficili del terreno. Utilizzando costantemente Blok L si ottiene un duplice effetto:
– Sviluppo radicale: le piante rinnovano costantemente le radici
– Disorientamento: i tessuti radicali vengono stimolati a produrre degli essudati tali da disorientare gli animali tellurici presenti nel terreno e grazie alla presenza dei terpeni, le radici risultano più attive e robuste.
La pianta che cresce in condizioni difficili, con l’impiego di Blok L riesce a reagire e portare a termine il raccolto con soddisfazione. Il raccolto che si ottiene risulta di quantità ma soprattutto di qualità riuscendo a soddisfare i requisiti di mercato sempre più esigenti. Blok L, a seconda delle situazioni di terreno, può essere applicato in sinergia con Blok Sinergy oppure con prodotti che potenziano l’attività radicale come Radicifo L 24 o Cifoumic.
BLOK SINERGY
Blok Sinergy è un prodotto ad azione specifica d’inoculo di funghi micorrizici e batteri del suolo, conforme al decreto legislativo 75/2010, studiato per essere impiegato esclusivamente insieme a Blok L.
Le micorrize hanno il compito di stimolare la formazione dei peli radicali attraverso un miglior assorbimento dei nutrienti. Aumenta l’attività dei microrganismi presenti nella rizosfera, fungendo da probiotico per il microbioma presente nella rizosfera.
– Favorisce l’assorbimento e la traslocazione nella radice dei terpeni presenti in Blok L.
– Stimola e favorisce lo sviluppo e l’esplorazione degli spazi nel terreno, migliorando lo stato nutrizionale della pianta.
– Genera un equilibrio ottimale, grazie all’azione probiotica migliorando il microbioma suolo/pianta; in questo modo le piante trattate vegetano e producono anche in condizioni difficili.
Le rose sono fiori amatissimi: il loro profumo e i loro colori rendono incantevoli balconi e giardini. Per secoli le rose hanno dominato i giardini delle famiglie reali, e ne esistono varietà infinite tra colori, forme e grandezze diverse, così in grado di accontentare ogni “palato”.
Far crescere delle rose rigogliose, non è così difficile come uno potrebbe pensare, e coltivare un rosaio sano e rigoglioso porta tantissime soddisfazioni. Abbiamo pensato di raggruppare per voi alcuni consigli grazie ai quali le vostre rose cresceranno sane e rigogliose.
RIMUOVERE I FIORI APPASSITI
Tagliare le parti sfiorite è di aiuto per favorire la formazione di nuovi germogli con boccioli, evitando la formazione delle bacche.
COME IRRIGARE E CONCIMARE PER FAR RIFIORIRE LE ROSE
Il terreno, deve asciugarsi bene tra un’innaffiatura e l’altra, e bisogna prestare attenzione a non inumidire le foglie.
La concimazione, con Cifo Concime granulare per rose, è indispensabile per far rifiorire le rose; i granuli vanno sparsi su terreno già umido, ricoprendoli con un sottile strato di terra e irrigando generosamente, ogni 15-20 giorni. Senza concime le rose rallentano lo sviluppo e producono pochi boccioli di piccola dimensione.
RINFORZARE LE DIFESE DELLA PIANTA Le infestanti vanno estirpate e i rami di rosa che nascono sotto il punto di innesto vanno recisi alla base: questa pratica dona maggiore forza alle rose. Per ostacolare la proliferazione delle infestanti si può ricorrere anche alla pacciamatura di corteccia intorno al fusto dei rosai, adoperando CifoCorteccia di pino marittimo – Linea Torfy. Questo prezioso materiale naturale aiuta, inoltre, a limitare l’evaporazione e svolge un’azione termo-isolante.
Se le piante mostrano segni di debolezza, Cifo Algatron può essere d’aiuto. Algatron è una specialità naturale ottenuta da alghe Macrocystis integrifolia, che aiutano a rinforzare le difese naturali della pianta permettendole di resistere agli stress di natura termica (siccità, escursioni termiche, ecc.) e idrica (carenza di acqua nel substrato).
PREVENIRE LE MALATTIE In presenza di ambiente umido e caldo, con scarsa circolazione d’aria, le rose rischiano di essere soggette a infestazioni fungine. La prevenzione con trattamenti di Cifo Zolfo Flow è per questo fondamentale. Questo preparato, consentito in agricoltura biologica, rinforza le piante rendendole meno sensibili alle malattie più comuni, come l’oidio (mal bianco) e la ticchiolatura (macchie nere).
Come ridurre al minimo la fatica e l’impegno per la cura degli ortaggi
Lavorare l’orto può sembrare troppo impegnativo, troppo faticoso. In realtà, un orto biologico ben organizzato non richiede molto impegno e, per contro, offre grandi soddisfazioni da portare in tavola, ma anche sul piano estetico e come terapia rilassante, socializzante e anti-stress. Per ridurre al minimo l’impegno, ecco alcuni consigli utili (applicabili sia all’orto classico che in vaso).
La buona resa degli ortaggi scelti parte dalla qualità del terreno. Se la terra è molto indurita, con zolle grossolane, lavoratela superficialmente con la zappa oppure, meglio, con una motozappa. Arricchite lo strato superficiale con la specialità biologica Cifo Biotron S, la soluzione ottimale per aumentare la fertilità del terreno.
Realizzate un sistema di irrigazione con erogatori a goccia o tubi porosi: collegato a una centralina, meglio se a più vie, consentirà di fornire acqua alle diverse parcelle dell’orto senza sprechi e con la necessaria frequenza, per conservare il substrato sempre leggermente umido.
Proteggete le nuove piantumazioni con teli di non-tessuto per riparare dal freddo notturno e con reti ombreggianti per il sole forte: ridurrete la perdita di piantine e la conseguente fatica di sostituirle.
Concimate sempre su terreno già leggermente umido; Cifo concime granulare per piante da orto e da frutto, biologico, favorisce la produzione di piante e frutti sani, appetitosi, gustosi e con aroma intenso; si somministra ogni 3 settimane circa.
Per gli ortaggi particolarmente esigenti, o che mostrano segni di debolezza, viene in aiuto la specialità Cifo Bio Oro, biostimolante universale, che induce nelle piante trattate un rigoglioso sviluppo, da fornire ogni 10-12 giorni.
Per proteggere le piante dall’attacco di parassiti senza utilizzare formulazioni di origine chimica, la scelta consigliata è la prevenzione: Cifo Sapone Molle e gli altri prodotti Cifo della linea Barriera naturale utilizzano componenti estratti da vegetali o ricavati da minerali per irrobustire e favorire la crescita delle piante stimolandone il sistema immunitario. Grazie a questa azione le piante trattate sono in grado di reagire con maggiore efficacia e velocità agli attacchi dei patogeni e degli organismi nocivi più comuni.
Per ridurre i tempi di manutenzione, invece di partire dai semi utilizzate le piantine; quelle innestate (sono reperibili varietà di pomodoro, peperone, melanzana, cetriolo, melone, anguria) sono molto resistenti e più veloci nello sviluppo, hanno davvero “una marcia in più”.
Il clima e l’ambiente, influenzano e regolano l’andamento fisiologico di qualsiasi specie vegetale.
In generale, le piante arboree, per superare la fase della dormienza, devono trascorrere un certo periodo a basse temperature (fabbisogno in freddo), che varia in dipendenza della specie e delle singole varietà. Soddisfatte le ore di freddo minime, le piante sono pronte per attivare i loro processi metabolici per il loro risveglio.
Durante tutta la fase vegetativa, le piante producono una serie di ormoni naturali specifici per singola fase fenologica, la quantità di questi ormoni naturali sono influenzati anche dagli andamenti climatici e da eventuali stress, al fine di ottimizzare e portare a compimento la fruttificazione è necessario attenuare tutte le influenze esterne sulla pianta.
Nelle frutticole, dapprima si ha un risveglio dei germogli a fiore, poi dopo diverse fasi fenologiche si arriva alla produzione dei frutti. A causa di fattori climatici, ambientali e fisiologici (clima, nutrizione e stato fitosanitario, nell’anno precedente), si assiste spesso ad un germogliamento irregolare che inevitabilmente si ripercuote negativamente sulla omogeneità di fioritura e di conseguenza sulla sua relativa allegagione con un aumento di costi per il prolungamento dei tempi di raccolta (maggiore scalarità di maturazione).
Molte colture, sono sensibili a questa problematica e come accade spesso da un po’ di anni a questa parte, le primavere anomale in cui si verificano frequenti sbalzi termici, accentuano tale problematica.
Cifo da 55 anni al fianco di un’agricoltura ragionata, propone una metodologia con due sue specialità, per massimizzare la ripresa delle attività fisiologiche delle piante, attraverso una serie di interventi volti a limitare il più possibile la scalarità e ad uniformare il germogliamento e fioritura, evitando i fenomeni di mancata allegagione per ottenere produzioni sostenibili e di alta qualità.
La caratteristica della metodologia Cifo durante le prime fasi delle colture frutticole, è quella di ottenere:
mitigazione degli stress termici;
uniformità di germogliamento;
uniformità di fioritura;
uniformità d’allegagione;
uniformità di sviluppo e maturazione frutti.
Vediamo come:
Macys BC 28
Macys BC 28 è un prodotto esclusivo Cifo, si tratta di concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia che incrementa le resistenze naturali delle piante, aiutandole e supportandole nei massimi momenti di richiesta energetica e di stress, grazie all’elevato contenuto di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati, e ormoni naturali.
Il prodotto permette una ripresa ed un superamento veloce agli stress ambientali ed agisce come termoregolatore attenuando gli sbalzi termici, fornendo direttamente energia dall’elevato contenuto di carboidrati presenti.
La Macrocistys Integrifolia inoltre, cresce in un areale marino molto difficile (temperatura e profondità). Proprio grazie a questa tipologia di ambiente è ricca di regolatori di crescita naturali, che danno un supporto ulteriore durante le prime fasi di formazione dei fiori e dei frutti, in quanto grazie all’azione ormon-like permette alla pianta un aumento di allegagione e pezzatura dei frutti
ERT 23 plus
Ottenuto tramite un processo produttivo ad elevato livello tecnologico che attiva la frazione minerale con matrici organiche di qualità. Ert 23 Plus si utilizza tramite applicazioni fogliari da rottura gemme, fino a caduta petali.
Le applicazioni consentono di uniformare germogliamento e fioritura, favorendo il corretto sviluppo degli organi fiorali (maschili e femminili), potenziando i processi di allegagione dei frutti.
Ert 23 Plus è ricco di Triptofano levogiro attivato, che entra nel processo metabolico naturale di formazione delle auxine endogene, rispettando totalmente la fisiologia naturale della pianta. Gli altri componenti, agiscono in sinergia tra loro e consentono alle piante di regolarizzare i processi di fecondazione e allegagione, anche in situazioni di stress ambientale, come ad esempio i ritorni di freddo che spesso si verificano in frutteto durante la fioritura.
Cifo per il biologico, propone delle soluzioni efficaci basate su una metodologia simile, impiegando materie 100% BIO, anche queste rispettose dell’ambiente e degli insetti pronubi, appositamente studiate per avere un ottimo risultato finale e sostenibile con la tipologia di agricoltura attuata.
Fragranza e sapore sono i doni delle aromatiche, che hanno anche numerose virtù terapeutiche. Chi ama le curiosità potrà sperimentare il basilico violetto, con foglie color porpora dal vivido profumo, particolarmente adatto per accompagnare piatti di pesce, pasta e insalate; ha virtù digestive e depurative.
Strano e insolito l’aroma del coriandolo, pianta molto facile le cui foglie si utilizzano per insaporire carni e pesci, liquori e biscotti. E per la frittata non può mancare l’erba di San Pietro, pianta asiatica che aiuta anche a prevenire e curare i sintomi del raffreddore oltre ad aiutare i processi digestivi.
Per ottenere il meglio dalle aromatiche, coltivatele utilizzando Torfy terriccio Specifico per aromatiche, ammesso in agricoltura biologica. Ogni 12-15 giorni nutrite le aromatiche con Cifo concime liquido per piante da orto e da frutto, e proteggete la salute delle piante con l’impiego regolare di Propoli Cifo, che attiva le difese naturali, favorisce la cicatrizzazione di lesioni e ostacola l’ingresso di patogeni, migliorando così lo sviluppo delle piante.
Tra le tante variabili che interagiscono con il regolare sviluppo delle produzioni e influenzano la qualità del raccolto finale, quelle riconducibili agli eventi climatici estremi rappresentano, per l’agricoltore, l’aspetto più preoccupante della gestione quotidiana delle colture.
Bombe d’acqua, vento, grandinate, riduzione di temperatura repentina, sono fenomeni sempre più frequenti nelle nostre campagne e spesso impediscono il raggiungimento di produzioni soddisfacenti causando ingenti danni economici. Altrettanto frequentemente assistiamo a periodi di siccità, intervallati da forti temporali oppure a sbalzi di temperatura estremi, come accaduto a maggio 2019, ricordato per le temperature insolitamente basse.
Le migliori risposte, per proteggere le produzioni agricole da questi fenomeni improvvisi, vengono fornite dagli studi di biochimica e fisiologia delle piante, che ci hanno svelato i meccanismi naturali di reazione delle piante e hanno permesso alle imprese di mettere a punto soluzioni tecniche ideali per sostenere le colture.
La linea Sinergon
I biostimolanti della linea Sinergon, sono particolarmente indicati per fornire, alle piante, il supporto adeguato in previsione oppure a seguito di eventi climatici estremi.
Tutti i prodotti della linea sono ottenuti attraverso un procedimento industriale innovativo, grazie al quale si ottengono, con un processo totale di idrolisi enzimatica, amminoacidi e piccoli polipeptidi; il processo di idrolisi ha la peculiarità di produrre piccole catene peptidiche e amminoacidi levogiri, utilissime per stimolare fisiologicamente la pianta in maniera diretta.
I prodotti della linea Sinergon hanno un’altissima efficienza biostimolante, aiutano la pianta a utilizzare al meglio gli elementi nutritivi e possiedono due funzioni basilari, biostimolante e antistress.
La funzione biostimolante si ottiene attivando dei geni specifici nella pianta, i quali potenziano le funzioni fisiologiche utili per produrre al meglio, anche in condizioni difficili e non ottimali.
La funzione antistress, si ottiene attraverso l’apporto di energia, che la pianta utilizza ad esempio, nell’aumento di turgore cellulare. Utilizzato quindi in maniera preventiva, la pianta si trova preparata nell’affrontare situazioni difficili.
Sinergon BIO
Sinergon BIO un biostimolante fogliare liquido utilizzabile anche in agricoltura biologica. La sua funzione è quella di stimolare la pianta durante tutto il ciclo colturale, in modo particolare lo sviluppo della pianta e la pezzatura dei frutti. Di conseguenza migliora lo sviluppo dei germogli, lo sviluppo dei frutti e migliora l’accrescimento ed uniformità di frutta e ortaggi.
SINERGON PLUS
Sinergon Plus è una specialità fogliare in formulazione liquida, che grazie alle sue componenti svolge diverse funzioni:
Antistress da sbalzi termici
Antistress da trattamenti erbicidi
Antistress da siccità
Antistress da sommersione radicale
Aumento di stay-green
Favorisce la formazione di amido
Migliora il quantitativo degli antociani nella frutta
Con il risveglio vegetativo e la ripresa dei lavori in campo, i due formulati trovano largo impiego nel predisporre le piante allo sviluppo dei germogli, all’allegagione o nell’impiego durante le operazioni di gestione delle malerbe (ad esempio nei cereali), supportando le piante durante le varie fasi delicate di sviluppo e valorizzando l’investimento dell’agricoltore.
Per l’agricoltura italiana gli ultimi anni sono stati l’esempio emblematico dei cambiamenti climatici tanto discussi.
Se prendiamo in considerazione il 2021, si è passati da una primavera fredda, con temperature invernali sino alla fine di maggio, e nel giro di pochi giorni un salto termico che ha visto nelle prime settimane di giugno i termometri salire oltre i 40°.
Anche l’autunno e l’inizio dell’inverno si sono caratterizzati con bassa piovosità e temperature miti quasi primaverili per il periodo.
In questa altalena climatica, le coltivazioni agrarie vanno incontro a molteplici stress nonché ad arresti vegetativi, dovuti ad esempio ai repentini cali termici, che determinano conseguenze sulle produzioni sia in termini qualitativi che quantitativi.
I biostimolanti che aiutano le piante.
In queste condizioni il supporto di prodotti biostimolanti è indispensabile, nel riuscire a fare sopportare e mantenere l’equilibrio fisiologico alle piante.
La proposta Cifo è Macys BC 28 un concentrato puro di alga Macrocistys Integrifolia, riconosciuto dalla legge 75 dei fertilizzanti come biostimolante.
Un’alga unica nel suo genere, esclusiva di Cifo, in quanto proprietaria dello stabilimento che, nella British Columbia (Canada), raccoglie e lavora l’alga con un processo meccanico a bassa temperatura, consentendo di mantenere inalterata l’alta concentrazione di sostanze biologicamente attive presenti nella matrice algale.
A differenza delle altre varietà di alghe, la Macrocistys Integrifolia cresce nei fondali dell’oceano pacifico canadese, sempre in condizioni di stress, ovvero bassa luminosità, assenza di ossigeno, forte pressione e alta concentrazione salina.
L’ambiente di crescita ne determina le sue elevate proprietà nutrizionali in quanto la Macrocistys Integrifolia è ricca di vitamine, amminoacidi, laminarine, alginati e ormoni naturali, tutte sostanze utili alle piante per incrementare i livelli produttivi e per permettere alle stesse di sopportare e superare velocemente gli stress ambientali.
Macys BC 28 grazie alla varietà di sostanze biologicamente attive promuove ed intensifica le funzioni fisiologiche e metaboliche della pianta, aumentando la resistenza agli stress ambientali e fisiologici (ritorni di freddo, squilibri idrici e nutrizionali).
Come prevenire i danni del gelo.
La massima efficacia nella prevenzione dei danni da gelate si ottiene attraverso un programma di interventi ripetuti, che copre la pianta nei periodi più delicati.
A partire dalle prime fasi di sviluppo dei germogli può essere somministrato anche in abbinamento al Calcisan Green che ne esalta l’azione, conferendo elasticità e robustezza alle pareti cellulari.
L’azione sinergica dei due prodotti consente quindi di aumentare la resistenza della pianta in caso di un brusco calo della temperatura e al contempo, di riattivare i processi fisiologici e biochimici di risposta utilizzati per ripartire attraverso uno sviluppo vegeto-produttivo.
Entrambi i prodotti vengono applicati per via fogliare a partire dalle prime fasi di sviluppo, ad interventi ripetuti a distanza di 7-10 giorni, alle seguenti dosi:
Nell’ormai abituale cornice della comunità di San Patrignano si è svolta la convention 2020 della divisione agricoltura di Cifo
Un’occasione importante per fare un bilancio sulle attività e i risultati conseguiti nel 2019 – un altro anno chiuso in positivo e con un fatturato che ormai è arrivato a sfiorare i 35 milioni di euro – e soprattutto per fissare gli obiettivi per il 2020, anno del 55° compleanno di Cifo, a partire dal lancio dei nuovi prodotti frutto del costante lavoro del Reparto Ricerca e Sviluppo e del reparto Marketing.
– Siamo particolarmente contenti del successo ottenuto nel corso dell’ultimo anno – ci racconta Pierluigi Picciani, direttore commerciale e marketing di Cifo – Non è mai semplice riconfermare i risultati positivi in un mercato in continua mutazione come quello dei biostimolanti, questo dimostra come Cifo sia un’azienda capace di adeguarsi rapidamente alle richieste del mercato, sia quelle produttive che quelle normative senza rinunciare alla propria identità: perseguire la sostenibilità in agricoltura.
Tanti i prodotti nuovi presentati nell’edizione 2020 del catalogo CIFO e tante le idee da applicare in campo: dall’uso combinato di alghe e Terpeni di Blok L con i funghi Micorrizici di Blok Sinergy al biostimolante Sinerveg a base di estratti lignocellulosici.
Strategico anche il completamento della linea Sinergon con Sinergon Bio, biostimolante per uso fogliare e Sinergon R, bioattivatore dell’attività radicale.
Infine si arricchisce e si rinnova anche la linea Barriera Naturale, con l’ingresso della Polvere di Roccia che va a completare una linea di prodotti innovativi composta anche da Propolis, Olio di Lino, Sapone Molle e Aceto particolarmente efficaci nel potenziamento delle difese endogene delle piante.
Si è tenuta a Varese, al centro congressi Ville Ponti il 16 e 17 gennaio, l’ottava edizione del convegno nazionale AICG – Associazione Italiana Centri Giardinaggio, uno degli appuntamenti più attesi del settore florovivaistico.
Il tema del convegno è stato “I Centri di giardinaggio fanno squadra per diventare protagonisti dell’economia che cambia”: in una società in cui le risorse diventano sempre più limitate e il cambiamento climatico ci impone un’inversione di rotta nella gestione dell’ambiente, i Centri di Giardinaggio assumono un ruolo fondamentale per un futuro che sia davvero sostenibile, passaggio fondamentale per lo sviluppo della green economy.
Il meeting è stato come ogni anno un’importante occasione di confronto tra i Centri di Giardinaggio italiani, le aziende sostenitrici e gli operatori professionali e istituzionali del settore, a partire dalla tavola rotonda di confronto e approfondimento sui recenti sviluppi normativi legati al servizio fitosanitario, sul passaporto verde delle piante e sul Marchio Vivaifiori, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Alberto Manzo (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali), Leonardo Capitanio (Presidente ANVE), Roberto Magni (Presidente Associazione Nazionale di tutela del Marchio VivaiFiori), Edoardo Sciutti (Segretario ANVE).
Tra i relatori intervenuti al convegno da sottolineare le presenze di Sebastiano Barisoni, vice direttore di Radio 24, Elisabetta Bracci, Smart Service & Smart Building Specialist, Fondatrice JUMP Facility e gli imprenditori Luca Spada (CEO & Founder di Eolo) e Dario Filippi (Fondatore e Presidente Gruppo Samarcanda) a rappresentare due eccellenze innovative italiane come Eolo, società di telecomunicazioni italiana e Internet Service Provider, e il Gruppo Samarcanda, che da trent’anni offre servizi di intrattenimento e spettacolo a strutture turistiche in Italia e all’estero.
Emanuela Rosa-Clot, direttrice della rivista Gardenia, è intervenuta premiando il vincitore della prima edizione del Premio Gardenia-Aicg 2019, un riconoscimento al Centro di Giardinaggio che si è distinto e prodigato più di altri nella diffusione della cultura del verde.
Durante il convegno non è mancato lo spazio anche per un tavolo di confronto sul tema del cambiamento e dell’importanza di fare squadra tra i consulenti Lucio Brioschi, Oberdan Lazzarini, Paolo Montagnini e Severino Sandrini e alcuni gardenisti.
Durante la parte privata dell’assemblea – riservata solo ai soci AICG – si è tenuto inoltre il confronto “Quale inquadramento normativo per il futuro dei Garden?”, con approfondimenti sui recenti sviluppi del tema.
I partner del grande progetto WIN-Worldwide Innovation Network si sono ritrovati il 13 e il 14 gennaio all’interno della comunità di San Patrignano (Coriano, Rimini) per l’importante momento di confronto sui temi scientifici, di scenario globale e che guardano all’agricoltura del futuro.
Centri di saggio, Università ed enti di ricerca nazionali ed internazionali, rappresentanti delle filiali, personale export e tecnici che a vario titolo sono coinvolti nello sviluppo dei prodotti e nel posizionamento tecnico a livello mondiale, hanno così avuto occasione di analizzare lo stato dell’arte delle attività di ricerca del gruppo. Si sono approfonditi i metodi utilizzati all’interno della ricerca e sviluppo come i biosaggi, la genomica, il 2D phenotyping, etc…e condiviso informazioni sui nuovi prodotti testati nelle performance agronomiche e dunque di imminente lancio, seguendo il percorso che negli ultimi anni ha visto l’uscita di numerosi biostimolanti, corroboranti e prodotti a base di microrganismi.
L’amministratore delegato e presidente del gruppo Leonardo Valenti nel discorso di apertura ha illustrato i punti fondamentali del percorso di crescita e di successo delle aziende del gruppo e ha illustrato anche gli obiettivi e le sfide che il settore richiede nei prossimi anni con riferimento alle mutate condizioni di mercato, regolatorie e quindi competitive.
Nel corso dell’evento sono state presentate la nuova mission, la nuova vision nonché il logo che identificherà in maniera più immediata il gruppo BCI (acronimo di Biolchim-Cifo-Ilsa) nell’ambito degli eventi corporate e in alcune attività di relazione e di comunicazione con gli stakeholders.
Il gruppo, primo in Italia e tra i primi dieci nel mondo – è leader nella produzione e nella commercializzazione di fertilizzanti speciali in particolare di Biostimolanti, prodotti innovativi per le materie prime che li compongono e per le performances agronomiche che consentono di conseguire.
Una sezione dell’evento è stata dedicata ai plus delle tecnologie industriali che il gruppo possiede e che rappresentano un ulteriore punto di forza rispetto ai principali competitor perché permettono ai prodotti del gruppo di distinguersi per innovazione, efficienza e know-how. In questa sezione, in particolare, sono stati approfonditi i vantaggi industriali dell’idrolisi enzimatica e termobarica, dell’estrazione di composti di origine vegetale attraverso la CO2 supercritica e la produzione del succo di alghe macrocystis canadesi.
In chiusura di evento è stata prevista una importante sessione con Nomisma che ha affrontato con il professor Poma l’attualissimo tema di Regolamentazione ed innovazione ripercorrendo interessanti case studies di settori di business diversi da quello dei biostimolanti. Sono stati così forniti interessanti spunti di riflessione da un punto di vista economico ed in particolare in relazione ai rischi/vantaggi che le nuove regolamentazioni possono imporre/offrire ai diversi comparti industriali che hanno bisogno dell’innovazione come motore di crescita
La gestione delle operazioni di pulizia delle attrezzature, e delle macchine irroratrici in particolare, è un argomento spesso poco considerato, anche se in realtà si tratta un’operazione fondamentale per due motivi principali: in primis, mantenere in buono stato la propria attrezzatura di lavoro permette di preservarla al meglio nel tempo e nelle migliori condizioni, prevenendo quindi danni da usura/degrado; in secondo luogo, in concomitanza a questo aspetto più pratico, vi è la problematica dell’inquinamento ambientale: si parla infatti in questo caso di un particolare inquinamento, detto “puntiforme”: consiste nella contaminazione da parte di prodotti fitosanitari, una superficie limitata e ripetuta sistematicamente nel tempo.
L’inquinamento puntiforme derivante da agrofarmaci è potenzialmente più elevato tanto più il prodotto utilizzato è concentrato e/o i quantitativi dispersi sono considerevoli.
Le operazioni che da questo punto di vista possono aumentare il rischio di inquinamento puntiforme sono le fasi di riempimento e di pulizia della macchina irroratrice e la gestione dei prodotti reflui/residui de trattamento stesso.
Come già ricordato, una buona pulizia delle macchine irroratrici ogni volta che si conclude/si interrompe un trattamento è fortemente consigliato al fine di preservare nel miglior stato possibile i singoli componenti, quali tubazioni, sistemi di regolazione, valvole, ugelli, pareti interne ed esterne dei serbatoi e così via, dal contatto con gli agenti chimici che, soprattutto in alcuni casi, possono essere particolarmente aggressivi e danneggiare in modo più o meno grave i componenti della stessa.
È quindi una regola che rientra nella buona pratica quella di attuare una corretta manutenzione dei mezzi di lavoro.
A maggior ragione, nel caso in cui il trattamento con un certo tipo di prodotto fitosanitario sia stato completato e si preveda un successivo utilizzo dell’attrezzatura impiegando però un altro tipo di prodotto (ad esempio prima un erbicida ed a seguire un fungicida, e via dicendo), è molto importante garantire un’adeguata pulizia interna dell’irroratrice affinché non si verifichino fenomeni di incompatibilità fisico-chimica tra prodotti diametralmente opposti.
Allo stesso modo, l’impiego della macchina irroratrice su una coltura diversa da quella trattata in precedenza, se effettuato senza prevedere un’adeguata pulizia dell’attrezzatura, può determinare pericolosi fenomeni di fitotossicità (ad esempio, l’utilizzo di un prodotto erbicida selettivo nei confronti di una determinata coltura non è scontato che lo sia anche per un’altra).
In ultimo, anche la contaminazione esterna della macchina irroratrice, spesso molto sottovalutata, se non rimossa in modo adeguato alla fine di ogni applicazione, oltre a produrre facilmente fenomeni di intasamento degli ugelli dovuti all’accumulo e all’essiccazione della miscela utilizzata, è in grado di aumentare considerevolmente il rischio di contaminazione ambientale (a causa, ad esempio, delle piogge che possono dilavare i residui accumulatisi sulle parti esterne della macchina) e l’esposizione a prodotti tossici e nocivi sia per l’operatore o chiunque per lui che entri in contatto con la macchina contaminata.
La pulizia dell’irroratrice è fortemente consigliabile farla in quelle aree di terreno dove non vi sia il rischio di inquinare le acque superficiali e/o di falda, considerando sempre che la procedura di pulizia dell’irroratrice non deve provocare mai il superamento del livello massimo di dosaggio del prodotto fitosanitario ammesso in etichetta.
Quando invece non è in alcun modo possibile effettuare il risciacquo dell’attrezzatura direttamente in campo, è necessario organizzare un’area appositamente attrezzata per il corretto svolgimento dell’operazione; per poter prevenire al massimo i fenomeni di inquinamento puntiforme è indispensabile che l’area in cui si effettua il lavaggio delle attrezzature sia pavimentata e possibilmente dotata di un sistema per la raccolta delle acque contaminate con i prodotti chimici in un apposito serbatoio per poterle smaltire secondo le buone pratiche e nel rispetto della normativa vigente.
Cifo, da sempre al fianco degli agricoltori, anche in questa situazione propone una valida soluzione: il prodotto Tecnosan è stato appositamente formulato per essere utilizzato durante le operazioni di lavaggio e pulizia delle attrezzature impiegate, raccomandato soprattutto per quei macchinari la cui pulizia risulta particolarmente difficoltosa.
Nel particolare, il formulato Tecnosan è in grado di svolgere due attività allo stesso tempo diverse e complementari nei confronti delle impurezze. In un primo momento il prodotto agisce ossidando le molecole organiche, e successivamente esplica la sua azione pulente delle superfici delle attrezzature. Un semplice risciacquo dopo il lavaggio è sufficiente per eliminare ogni traccia di prodotto, permettendo così di ottenere attrezzatura pulite a fondo ed esenti da sostanze indesiderate.
Metodo di applicazione: inserire circa 50 L di acqua nel serbatoio dell’atomizzatore. Si consiglia di utilizzare acqua non troppo fredda. Aggiungere 200 mL di Tecnosan.
A questo punto, azionare l’agitatore in modo che la soluzione circoli attraverso le tubazioni e la pompa, fino ad ottenere il lavaggio completo delle pareti interne del serbatoio.
L’acqua si colorerà di rosso – violetto e gradualmente decolorerà assumendo un colore marroncino. Il cambiamento di colore è dovuto alla specifica azione del prodotto che ha esaurito la sua funzione pulente. Azionare l’irroratrice in modo da pulire anche gli ugelli.
Successivamente, si consiglia di eseguire un abbondante risciacquo di tutta l’attrezzatura con acqua pulita.
Sabato 14 dicembre 2019 si terrà, presso la Sala Rigolin – Cen.Ser di V.le Porta Adige 45 a Rovigo, il convegno “FRUMENTO & MAIS, Basi dell’agroalimentare italiano”.
Alle colture più importanti del nostro paese, almeno in termini di superficie coltivata, saranno dedicate due sessioni distinte della giornata, dopo una breve introduzione di Lorenzo Andreotti, giornalista de L’informatore Agrario e per l’occasione moderatore dell’incontro, si parlerà di Frumento e dei risultati della sperimentazione 2019 del progetto SiGeCoDON, illustrati Da Roberto Causin, professore dell’università di Padova e responsabile scientifico del progetto
Il progetto vuole affrontare la tematica della micotossina deossinivalenolo (DON) prodotta dal nel frumento tenero (Triticum aestivum) e nel frumento duro (Triticum durum), in relazione alla sua tossicità e pericolosità per la sicurezza alimentare, in un quadro dove i cambiamenti climatici giocano un ruolo molto importante determinando da un’annata all’altra output produttivi completamente diversi in termini di quantità e qualità.
La seconda parte della mattinata sarà invece dedicata al Mais con interventi di Luca Rossetto, Professore dell’università di Padova, di Amedeo Reyneri, Professore dell’università di Torino e di Gianni Barcacci, anch’esso professore dell’ateneo patavino.
A.i.r.e.s, C.M.C.P, Coldiretti, Confagricoltura e C.I.A saranno le sigle presenti al convegno, Cifo partecipa in qualità di sponsor.
L’evento sarà accreditato ai fini della formazione continua con 3 CFP.
Cifo sarà presente alla terza edizione di Futurpera, l’unico evento fieristico in Europa dedicato alla valorizzazione della filiera pericola, che torna a Ferrara dal 28 novembre al 30 novembre.
Un appuntamento imperdibile, che già alla seconda edizione, aveva raggiunto numeri importanti, con oltre 10.000 visitatori e 120 espositori qualificati proventinenti da tutta Europa, a testimonianza dell’enorme interesse che gravita intorno al settore.
“Non potevamo che confermare la nostra presenza a questo evento – ha dichiarato Massimo Andreotti, Responsabile Ufficio Agronomico Cifo – che ci dà modo di incontrare i nostri clienti e nuovi buyer, per illustrare la nostra offerta e i risultati ottenuti dalle nostre continue sperimentazioni, per soddisfare al meglio i fabbisogni nutrizionali nelle coltivazioni frutticole”.
Nello specifico, grande attenzione sarà posta su Macys BC 28, biostimolante della crescita vegeto-produttiva e su Ert 23 Plus, biopromotore della fioritura e dell’allegagione dei frutti.
Macys BC 28 è un biostimolante composto al 100% da estratto puro di Macrocystis Integrifolia, un’alga bruna proveniente dalle coste occidentali canadesi, da cui si ottiene un estratto ricchissimo di sostanze biologicamente attive, ricche di laminarine, che stimola lo sviluppo vegetativo e produttivo della pianta, migliora la resistenza agli stress ambientali (alte temperature, siccità, salinità, squilibri idrico-nutrizionali) e incrementa l’assorbimento e la traslocazione dei nutritivi nei tessuti vegetali (azione “carrier”).
Un concentrato puro di Macrocystis Integrifolia è anche Ert 23 Plus, particolarmente indicato in frutticoltura, dalla prefioritura alla caduta petali, consente di migliorare la fioritura, favorendo lo sviluppo degli organi fiorali maschili e femminili, potenziando i processi di allegagione frutti, favorendo la germinazione e la vitalità del polline, e se utilizzato precocemente, nella fase di rottura delle gemme, di promuovere un germogliamento e una fioritura più uniformi.
La sua elevata capacità di assorbimento e la considerevole rapidità di traslocazione, contribuiscono a massimizzare la sua efficacia.
Per il terzo anno consecutivo c’eravamo anche noi sul palco del 74esimo Congresso Nazionale di Assoenologi, durante la cerimonia di consegna degli attestati agli sponsor ufficiali.
Per la prima volta nella storia di Assoenologi, il Congresso nazionale arriva in Basilicata.
E lo fa nell’anno in cui Matera è capitale europea della cultura. Il tema generale dell’evento più importante dell’anno non poteva che essere “Il vino è cultura” ed è stato declinato in un programma veramente ricco ed esclusivo.
Tre i momenti congressuali. Uno dedicato ai “santuari” dell’enologia (Champagne, Borgogna e Langhe); il secondo alle nuove frontiere (Giappone, Russia e Portogallo) e il terzo al territorio della Lucania e ai suoi vini. Prevista una serata di gala esclusiva (quella di sabato 2 novembre) nella Piazza Orazio Flacco di Venosa, dove sarà nominato “socio onorario Assoenologi” Corrado Casoli Presidente Del Gruppo Italiano Vini e consegnato il premio “Territorio Assoenologi” alla Cantina Donato D’Angelo.
A seguire il talk show condotto da Bruno Vespa a cui parteciperanno il presidente del Comitato nazionale vini Michele Zanardo, il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro e il direttore generale di Ismea, Michele Borriello. Ospite d’onore sarà il neo Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova.
Si tratta di una tradizione, quella della presenza del Ministro delle Politiche agricole ai Congressi Assoenologi che si perpetua da anni e che rappresenta, oltre che un’importantegratificazione dell’attività svolta da Assoenologi, un forte segnale di riconoscimento della nostra figura professionale all’interno del comparto viticolo enologico.
La cerimonia e la prima giornata di lavori congressuali è stata condotta da Andrea Amadei, di “Decanter” – Radio 2.
Cifo è orgogliosa di essere al fianco di Assoenologi nella promozione della cultura del vino, uno dei simboli del patrimonio culturale italiano.
La manifestazione vedrà protagonisti tutti i partner che collaborano con il Consorzio ravennate nelle attività quotidiane di sostegno all’agricoltura del territorio.
La mission di questo ente, da sempre il punto di riferimento del mondo agricolo del territorio, è la stessa dei padri fondatori: fornire servizi utili all’agricoltura. Oggi declinare questa mission significa interpretare il trend dei mercati, saper consigliare una certa produzione anziché un’altra, tenere in considerazione fenomeni che sono recenti come i mutamenti climatici, le guerre commerciali, i trend del consumatore finale.
Orgogliosa di essere tra i fornitori invitati, Cifo parteciperà all’Expo del consorzio con un proprio spazio, all’interno del quale incontrare i visitatori e i professionisti del settore.
Le piante entrano in una fase di riposo: il minor numero di ore di luce induce al riposo vegetativo. Ma è proprio in questa fase che occorre pensare a migliorare e arricchire il terreno con la nutrizione autunnale, per renderlo generoso in vista della nuova stagione produttiva.
In giardino e in terrazzo, tutte le piante arbustive e arboree, incluso le conifere, meritano in autunno una nutrizione in grado di attivare la fertilità biologica del suolo, migliorando l’assorbimento degli elementi nutritivi. Ma prima di nutrire è importante ripulire il terreno intorno alle piante asportando le foglie cadute e i resti vegetali (frutti, bacche…) per evitare fenomeni di marcescenza. Poi è bene zappettare delicatamente per smuovere la crosta superficiale e favorire così non solo l’assorbimento del concime, ma anche la respirazione radicale e il drenaggio dell’acqua, riducendo il rischio di formazione di pozzanghere. Queste operazioni sono consigliate anche per le fioriere e i grandi vasi.
A questo punto si può spargere bene, in modo omogeneo, Cifo Top N, innovativo concime organico in microgranuli: ciascun microgranulo contiene un’elevata percentuale di aminoacidi e sostanze nutritive naturali che agiscono positivamente sulla fisiologia della pianta, promuovendo la formazione di nuove radici anche nella fase autunnale e invernale. La ricca presenza di azoto a lenta cessione garantisce una nutrizione idonea per questa fase stagionale, preparando le piante al successivo risveglio primaverile con rinnovata energia. Ottimo anche per il tappeto erboso.
Per siepi, conifere e piante verdi in genere, un prodotto particolarmente adatto per la nutrizione autunnale è Cifo concime a lenta cessione per piante verdi: utile per nutrire in modo continuo ed equilibrato per un periodo di 4 mesi. Il formulato contiene granuli ricoperti da una speciale membrana porosa (MCT™) che rilascia gli elementi nutritivi in maniera costante e graduale. Ricco di Azoto, è particolarmente indicato per la concimazione di piante verdi, cespugli e alberi ornamentali. Il preparato è utile anche per le piantumazioni autunnali di arbusti e alberi, perché fornisce alle radici nutrimento graduale che non genera stress e non causa eccessi di nutrimento, dannoso per la pianta che si avvia comunque al riposo invernale.
Ci sono però piante che proprio in inverno conoscono un momento di grande generosità: sono gli agrumi, che offrono il loro raccolto più generoso fra ottobre e marzo. In piena terra nelle zone a clima mite, e in serra o veranda dove l’inverno è freddo, gli agrumi richiedono un nutrimento su misura in autunno: Cifo concime granulare agrumi, consigliato anche per le acidofile (azalee, rododendri, camelie…). È consentito in agricoltura biologica e, come nella tradizione, è a base di lupini macinati, ideale per tutti gli agrumi (limone, arancio, mandarino, pompelmo, clementino, cedro, kumquat…). Contiene azoto organico che viene rilasciato lentamente nel terreno così da supportare la crescita delle piante in modo ottimale migliorando inoltre le caratteristiche fisiche e biologiche del terreno, acidificandolo. Utilizzato regolarmente favorisce uno sviluppo rigoglioso delle foglie, dei fiori e dei frutti e consentirà di portare in tavola un vero tesoro di sapori mediterranei ricchi di valori nutritivi.
Il verde in casa, sul luogo di lavoro, a scuola e nei locali pubblici, è fondamentale per le sue capacità di generare armonia e relax, portando la natura vicino a noi e regalando tanta bellezza. Per ottenere il meglio dalle piante tropicali, è importante rinvasarle dopo l’acquisto e quando si nota che le radici hanno riempito il vaso, o quando il terriccio è visibilmente impoverito e invecchiato o troppo crostoso.
Le piante tropicali vanno quindi subito rinvasate in un contenitore di una o due misure in più, ponendo sul fondo uno strato di Cifo Argilla espansa – Linea Torfy, per il drenaggio, e utilizzando
Cifo Terriccio universale – Linea Torfy, mix di torba nera e torba bruna che garantisce una riserva costante di elementi nutritivi, una corretta idratazione e una ottimale porosità data dalla presenza di perlite che favorisce il drenaggio e l’areazione. Il concime contenuto assicura nutrimento per le prime fasi del trapianto sostenendo l’attecchimento. Dopo il rinvaso è bene innaffiare delicatamente, far assorbire bene l’acqua e poi eliminare l’eccesso rimasto nel sottovaso.
Per la nutrizione, una soluzione facile consiste nell’impiego di Sassolini Cifo, concime in compresse per piante verdi, uno o più sassolini nel vaso ogni tre mesi. Tramite annaffiatura, il formulato diffonde gradualmente nel terreno gli elementi nutritivi necessari per la pianta, previene l’ingiallimento fogliare e esalta il colore verde delle foglie. Le piante rimarranno belle e vigorose, accompagnando la nostra vita anche nei mesi freddi, se vengono collocate in posizioni ben luminose e con elevata umidità.
Nel mese di ottobre, la Divisione Home&Garden Cifo si è riunita in convention nella suggestiva comunità di San Patrignano, per fare un bilancio del 2019 e fissare i nuovi obiettivi per il 2020.
Tra le tante novità presenti nel prossimo catalogo, in primis c’è un potenziamento della linea Barriera Naturale, con la nuovissima referenza POLVERE DI ROCCIA, il disabituante per le lumache che va a completare la gamma e l’arrivo di CIFOBLOK PLUS, un preparato pronto all’uso di nuova concezione a base di estratti di Echinacea, Aloe e Tormentilla, coadiuvati dalla molecola CuACT che rappresenta un versione potenziata del già conosciuto CifoBlok.
Inoltre entra nell’offerta Cifo una linea totalmente nuova, CifoFire, interamente dedicata ai prodotti accendifuoco e per la manutenzione e pulizia di camini e stufe.
Con un aumento del fatturato che sfiora il +3% rispetto al 2018, la rete vendita Cifo si prepara con fiducia ad affrontare le nuove sfide in programma per l’anno nuovo.
La giornata vissuta all’interno della comunità di San Patrignano è stata emotivamente molto coinvolgente e ha permesso a tutti i partecipanti alla convention di ascoltare le storie personali di ragazzi che stanno lottando per rinascere in un luogo di valori e rigenerazione.
Il protocollo di coltivazione del kiwi a polpa gialla G3 è stato il tema dell’incontro formativo organizzato ad Aprilia, all’inizio di ottobre, dall’Ordine degli agronomi di Latina, con il contributo tecnico di Cifo e del distributore di zona Diego Snidero.
Proprio nella provincia di Latina la coltivazione di questa varietà a marchio SunGold di Zespri, si è imposta come una delle colture commercialmente più interessanti e in forte espansione.
Dopo la visita in campo della mattina, condotta da Diego Snidero, la giornata si è conclusa in aula dove, con Francesco Acinapura, Sales support di Cifo, si è parlato de “l’importanza del calcio nella coltivazione del kiwi e di come migliorare la shelf-life del frutto” e in seguito con Ottavio Cacioppo, direttore di “Kiwi informa”, della qualità del marchio IGP di Latina.
Ciclamini, eriche, cavoli e altre bellezze di stagione
L’autunno può essere una stagione meravigliosa per chi ama piante e fiori: i colori e la durata delle composizioni non fanno certo rimpiangere l’estate; i colori caldi e allegri delle piante stagionali riempiono vasi e cassette, per avere terrazzi e balconi belli fino ai geli. Lo shopping di piante autunnali non richiede un budget importante: con pochi euro si possono creare spettacoli di lunga durata che non temono il freddo.
Ecco alcune delle piante più interessanti, con i consigli per ottenere il meglio.
– Ciclamini. A fiore grande, per ambienti relativamente protetti (amano il fresco ma temono gli sbalzi di temperatura) oppure a fiore piccolo, molto resistenti e durevoli. La durata della fioritura diventa maggiore se gli esemplari sono riparati dalla pioggia e dalla brina.
– Eriche. Lunga durata se non sono esposte al sole ancora forte di ottobre, e se il terreno non si asciuga (ma evitando con cura i ristagni). Vanno subito rinvasate utilizzando Cifo Terriccio specifico per piante acidofile – Linea Torfy; sul fondo del contenitore occorre uno strato di Argilla Espansa Cifo – Linea Torfy per garantire un eccellente drenaggio. Il terriccio è indicato anche per veroniche (hebe) e per le splendide camelie autunnali (Camellia sasanqua) con fiori profumati, che sbocciano da ottobre in poi. Ogni 15-20 giorni, una concimazione con Cifo concime liquido per piante acidofile potrà contribuire al mantenimento della fioritura.
– Crisantemi. Esistono in tante forme e dimensioni diverse, quelli noti come “crisantemi coreani” hanno i fiori a margherita in mille colori e durano molto a lungo. Hanno bisogno di concimazioni regolari ogni 15 giorni con Cifo concime liquido per piante fiorite, ricordando di togliere i fiori appassiti per favorire la formazione e apertura di nuovi boccioli. Non di rado restano fioriti fino a dicembre, se sono leggermente riparati dalla brina.
– Viole del pensiero. Ottima scelta per comporre vasi e aiuole: costano poco, sono coloratissime e resistenti, quasi sempre arrivano fino alla primavera ancora bellissime. Vanno concimate in autunno con Cifo concime liquido per piante fiorite, sospendere le concimazioni in inverno e riprendere da febbraio-marzo in poi.
– Aster (settembrini). Nonostante il nome, il loro momento d’oro è fra ottobre e novembre; se possibile è bene proteggerli dalla pioggia per prolungare la fioritura, aiutando le piante a mantenere vigore con l’impiego di Cifo Eclat 15, specialità nutrizionale con sangue d bue, che influisce positivamente sullo sviluppo delle grazie all’alto contenuto di Azoto (15%). Può essere utilizzata per conservare il
– Cavoli ornamentali. Piccoli o grandi, in tanti colori splendidi, sono molto resistenti al freddo e si prestano a belle composizioni con altre piante stagionali. Rimangono belli anche sotto la neve. A fine inverno perdono compattezza e formano un ciuffo di foglie alto e spennacchiato che può essere comunque gradevole. Attenzione a non innaffiarli troppo e a non portarli in casa: non resistono al caldo.
– Peperoncini. Molto ornamentali e decorativi, conservano la bellezza se sono irrigati con regolarità e riparati dal gelo intenso. Se sono del tipo commestibile, è possibile raccoglierli e utilizzarli freschi o farli essiccare. Alcuni sono super piccanti e vanno utilizzati con grande attenzione! I peperoncini ornamentali non sono commestibili (troppo amari o piccanti ma soprattutto sono coltivati con metodi e prodotti non idonei per uso alimentare). Nel dubbio, chiedete informazioni sul punto vendita.
– Solanum. Pianta durevole che può vivere anche per anni se riparata dal gelo; in autunno dai fiorellini bianchi si formano bacche arancioni non commestibili, di lunga durata.
Altre piante autunnali possono decorare vasi e cassette: pernettya e sinforina, con belle bacche vistose; conifere nane, utili per le composizioni miste; abelia, arbusto con fiorellini bianchi molto resistente sia al gelo sia al caldo estivo; edera, per rifinire le composizioni… e molto altro ancora, per una lunga stagione di allegria e di bellezza.
In questo periodo si piantano le bulbose a fioritura primaverile: tulipani, narcisi, giacinti, crochi, fritillaria, anemoni e molte altre tipologie di fiori. Tutte queste piante hanno in comune la caratteristica di nascere da una “cipolla” e di resistere al freddo. Attenzione però all’umidità: i ristagni di acqua possono danneggiare il bulbo, il terriccio deve essere ben drenante e restare solo appena umido, non fradicio.
I bulbi da fiore si piantano in vasi e cassette di media profondità, anche a strati (quelli più piccoli, come i crochi, quasi in superficie; i bulbi grossi, come quelli dei tulipani, a 5-7 cm di profondità), utilizzando Cifo terriccio universale – Linea Torfy, che garantisce le migliori condizioni di radicazione e di sviluppo.
Se i bulbi vengono piantati in aiuole, è consigliabile miscelare alla terra Cifo Biotron S, specialità a base di Leonardite, sostanza naturale ricca di humus. L’utilizzo di Biotron S aumenta la fertilità del terreno e gli elementi nutritivi sono più disponibili, favorendone l’assorbimento da parte delle radici che i bulbi emetteranno nel corso dell’autunno e dell’inverno.
Le cure autunnali per riportare il manto erboso folto e verdissimo
Giornate fresche, umidità e sole ancora in grado di scaldare il terreno: la combinazione di questi tre fattori rende l’autunno un momento ottimale per il prato, dopo il caldo dell’estate e gli inevitabili stress da siccità che colpiscono anche i manti erbosi più curati. Tra settembre e novembre è bene pensare quindi alla semina di nuovi prati o al risanamento e rinfoltimento di quelli esistenti.
Un nuovo prato in 5 semplici passaggi
– Diserbare la superficie, attendere il disseccamento delle infestanti e asportarle con cura; zappettare o passare la motozappa più volte per disgregare bene le zolle e favorire l’operazione di pulizia
– Spianare l’area aggiungendo in superficie Cifo Terriccio specifico per prato – Linea Torfy, miscela di torbe a struttura molto fine (torba bionda di sfagno, torba nera) con sabbia silicea per garantire la germinazione e la corretta crescita dei semi, garantendo un’elevata capacità di ritenzione idrica. Il concime contenuto favorisce lo sviluppo iniziale dell’erba.
– Inumidire, seminare (possibilmente con un carrello spandisemi o comunque con attenzione per ottenere uno spargimento omogeneo), coprire con un velo di Cifo Terriccio specifico per prato – Linea Torfy, possibilmente passare il rullo. I semi devono essere scelti in base al clima della zona, all’utilizzo che intendiamo fare del prato e al livello di manutenzione previsto; non va dimenticato che il prato all’inglese, il più bello e pregiato, è anche il più delicato ed esigente.
– Innaffiare regolarmente se non piove; nel giro di pochi giorni il prato germoglia e occorre sorvegliare per asportare manualmente eventuali infestanti. Il primo taglio dovrà essere fatto dopo 3-4 settimane se l’erba è cresciuta e si è infoltita a sufficienza.
– Prima dei geli spargere Cifo Slow – Concime a lenta cessione per prato e giardino, la cui formula “lento effetto” assicura alle piante una disponibilità costante ed equilibrata di elementi nutritivi, per un periodo di circa 3-4 mesi, in modo da consentire all’erba di rinforzarsi gradualmente.
Come risanare un prato indebolito in 5 semplici passaggi
– Con il tempo e gli eventuali momenti in cui possiamo dare minore attenzione al manto erboso, l’erba può indebolirsi e diradarsi. L’autunno è il periodo consigliato per un’operazione di risanamento.
– Tagliare l’erba, rastrellare con cura, se possibile passare l’arieggiatore-scarificatore per “grattare” la superficie indurita del suolo e asportare il feltro (strato di residui vegetali induriti e compattati)
– Innaffiare moderatamente, spargere Cifo Terriccio specifico per prato – Linea Torfy per creare le condizioni idonee alla trasemina, utilizzando preferibilmente un mix di semi del tipo “da rigenerazione” oppure lo stesso tipo di semi utilizzati inizialmente per il prato, coprire con un velo di terriccio.
– Innaffiare delicatamente e con regolarità se non piove. Se l’erba già esistente era pallida e debole, dopo qualche giorno dalla trasemina utilizzare Cifo Azoto della Linea Integratoriper ottenere un maggiore sviluppo dell’erba esistente per favorire la nascita e irrobustimento dei semi utilizzati per la rigenerazione.
– Mantenere l’erba a un livello di taglio non troppo basso per non esporre le radici all’azione dannosa delle prime gelate; una volta cresciuto, il prato sopporterà bene il freddo.
– Quando il prato si è infoltito, prima dell’inverno somministrare Cifo Slow – Concime a lenta cessione per prato e giardino, che contribuisce a rinforzare le pianticelle di erba. In primavera, grazie a questi trattamenti il prato sarà bello e robusto.
Venerdì 4 ottobre 2019 dalle ore 15.30, si terrà presso l’Az. Agricola Folli dei F.lli Vigo la presentazione dei risultati di campo del progetto “Combi Mais 6.0”, progetto di cui Cifo è ormai partner storico.
Il progetto è arrivato ormai al suo sesto anno di attuazione, innovandosi e raggiungendo di anno in anno gli obiettivi prefissati: la sfida che Cifo e tutti gli altri partner hanno dovuto sostenere è stata quella di mettere a punto ed affinare un protocollo che sostiene produttività, qualità e redditività anche nelle stagioni più difficili.
Combi Mais, parte del progetto Mais in Italy, è diventato ormai un protocollo di riferimento in ambito nazionale capace di coniugare innovazione, redditività per gli agricoltori e produzioni sostenibili di eccellente qualità.
La carota è consigliabile per l’orto autunnale; bastano 10 °C per avere una germinazione accettabile dei semi, ma se possibile, per accelerare lo sviluppo e il raccolto, conviene trapiantare le pianticelle, prevedendo l’impiego di un mini-tunnel per proteggere dai freddi. In autunno è consigliabile scegliere carote a ciclo rapido (60 giorni), per raccogliere entro novembre-dicembre.
Il terreno deve essere sciolto e leggero, assolutamente senza ristagni (tipici nel suolo argilloso); può essere consigliabile utilizzare Cifo Terriccio specifico per ortaggi – Linea Torfy, composto da una miscela di torba nera, torba bionda baltica e argilla che conferisce una struttura ottimale e drenante. Il concime contenuto assicura nutrimento per le prime fasi del trapianto sostenendo l’attecchimento. Il terriccio è ammesso per l’agricoltura biologica.
Durante lo sviluppo è utile somministrare Cifo Concime in polvere idrosolubile per ortaggi, ogni 15-20 giorni fino al completo sviluppo, proteggendo le piantine con Cifo Polvere di roccia, che forma una barriera naturale: il preparato va nebulizzato sul fogliame o sparso ai piedi di ogni piantina, per scoraggiare chiocciole e lumache che possono divorare il fogliame.
Le piante per creare barriere visive e acustiche e abbellire lo spazio verde
Rumore, smog, vento, sguardi indiscreti dalle abitazioni vicine o dalla strada: elementi che rendono poco godibile lo spazio outdoor. Giardino e terrazzo diventano più accoglienti quando sono protetti da siepi che formano uno schermo vegetale in grado di ostacolare il rumore del traffico e della città, assorbendo per quanto possibile gli agenti inquinanti, rallentando la brezza e il passaggio di polvere.
Gli schermi vegetali protettivi devono essere formati da piante molto robuste e poco esigenti. Per farle crescere rapidamente, di qualunque tipo esse siano, è importante piantare nei periodi migliori: settembre-ottobre o fine inverno, utilizzando Cifo Terriccio Universale – Linea Torfy, composto da uno specifico mix di torba nera e torba bruna per garantire una riserva costante di elementi nutritivi, una corretta idratazione e una ottimale porosità data dalla presenza di perlite che favorisce il drenaggio e l’areazione. Il concime contenuto assicura nutrimento per le prime fasi del trapianto sostenendo l’attecchimento. Alla base delle piante, sia in piena terra che in vaso, occorre uno strato di Cifo Corteccia di pino marittimo, che ha tre funzioni: ostacola la ricrescita di erbe infestanti, trattiene l’umidità del terreno e svolge un’azione termo-isolante, oltre ad un ruolo non trascurabile sul piano estetico, per coprire la nuda terra.
La presenza di una bordura verde, folta e alta, è importante per ridurre l’azione del vento fino al 60%, limitando così in modo significativo i danni che esso può causare. La siepe aiuterà anche a preservare meglio la fertilità naturale del suolo, evitando che la brezza si porti via le ricche particelle di humus dalla superficie del terreno. Inoltre, il fogliame delle siepi disperde le onde sonore e attutisce l’effetto del rumore. Per avere un’elevata efficacia, se c’è abbastanza spazio conviene creare una bordura vegetale strutturata su un doppio o triplo livello, disponendo verso la strada piante alte e frondose con foglie larghe, nel livello centrale gli arbusti di media altezza e in primo piano, rivolta verso l’interno del giardino, una bordura bassa di cespuglietti ornamentali.
Le specie adatte a formare schermi protettivi sono molte, la scelta è in funzione del clima, dell’esposizione e dell’aspetto estetico preferito. Ecco una scelta di piante particolarmente belle e robuste.
Lauroceraso. Siepe classica, apprezzata perché folta e di rapida crescita
Berberis. Siepe spinosa non molto fitta. Pianta ideale per bordure basse e siepi di media altezza.
Carpino. Compatto ed elegante, non produce fiori. Ideale per siepi medie e alte; è resistente al freddo
Viburno “Pallon di maggio”. Splendida fioritura per un arbusto da siepe informale. Resiste bene al freddo e non sembra sensibile all’inquinamento
Nandina. Bella e facile, è una pianta sempreverde che produce spighe di fiorellini bianchi in primavera, seguiti da bacche rosse e lucide che rimangono per tutto l’inverno.
Ci sono poi piante che formano pareti spinose, “antifurto vegetali”, come il piracanta e l’agrifoglio; quanto alle conifere, come tuja e tasso, sono consigliabili per ottenere schermi compatti da potare in forma geometrica.
Al momento della scelta è bene documentarsi sulle precise esigenze in fatto di sole e acqua, e sulla velocità di crescita: essa è da un lato un fattore gradito, ma necessariamente implica poi un costante impegno per la potatura, allo scopo di conservare la siepe nell’altezza e dimensione richiesta. Inoltre, alcune specie, se si spogliano alla base, poi non riemettono più fogliame e assumono quindi un aspetto poco gradevole, occorre quindi essere costanti nella cura e nell’irrigazione, con un impianto erogatore a goccia o tubo poroso.
La concimazione è fondamentale. Un aiuto importante viene da Cifo concime idrosolubile per siepi e piante verdi, che può essere somministrato sia nel terreno che con spruzzature sul fogliame, da effettuare quando non batte il sole (possibilmente al tramonto), ogni 8-15 giorni in base al tipo di pianta e alla sua età; su siepi adulte può essere sufficiente ogni 3-4 settimane, da aprile a ottobre. Il prodotto è indicato sia per sempreverdi che per piante decidue, ed è arricchito con indispensabili microelementi per prevenire antiestetici ingiallimenti fogliari, evitare la caduta anticipata di foglie e la crescita stentata. L’utilizzo costante migliora l’infoltimento della chioma e una colorazione intensa delle foglie.
In cosa consiste la concimazione localizzata alla semina?
La concimazione di fondo dei cereali autunno vernini rappresenta una tecnica agronomica fondamentale per garantire sin dalle prime fasi un corretto e sufficiente apporto di Azoto, Fosforo, Potassio, oltre ai micro e meso elementi necessari per l’emergenza e lo sviluppo della coltura.
Impostare un piano di concimazione per queste colture rappresenta però un’operazione in cui è molto facile incorrere in errori: prima di procedere alla distribuzione occorre infatti tenere conto di una serie di parametri ben precisi, come ad esempio quello di stabilire la tipologia di fertilizzante da impiegare, calcolare le quantità di unità fertilizzanti occorrenti alla coltura per completare il ciclo, oltre che l’identificazione della corretta epoca di distribuzione.
Questi aspetti non sono solo gli unici a caratterizzare l’andamento produttivo e qualitativo della coltura, l’agricoltore infatti deve ormai considerare necessariamente anche la pressione esercitata dagli stress di tipo ambientale, eventi ormai sempre più frequenti che potrebbero mettere facilmente in pericolo la redditività delle colture.
In questo contesto diventa quindi necessario modificare le tecniche colturali inserendo prodotti più specializzati, in grado di fornire all’agricoltore rese migliori e di qualità con un contenimento dei costi di produzione.
In che modo permette di incrementare la redditività della coltura?
Cifo crede nella potenzialità di questo mercato ricordando sempre che il frumento rappresenta una tra le prime colture dell’annata agraria in grado di fornire reddito all’agricoltore, consentendogli di recuperare le anticipate spese di coltivazione.
La semina dei cereali può essere effettuata nelle migliori condizioni, ma se la pianta non dispone degli elementi nutritivi opportuni nelle primissime fasi di sviluppo, il suo potenziale produttivo ne può risentire sensibilmente.
La concimazione localizzata a contatto con il seme, grazie alla vicinanza dei nutrienti alle radici, offre indubbi vantaggi sia in termini economici, grazie all’unico passaggio e ai bassi dosaggi di concime, sia in termini agronomici, dato che l’effetto starter riduce di molto lo stress della pianta conferendo una maggiore resistenza alle avversità climatiche, una migliore resa e una superiore qualità della produzione.
La linea Grinver
I prodotti della linea Grinver rappresentano una soluzione ideale ed a basso impatto per la concimazione localizzata alla semina.
Essi infatti grazie alla loro elevata efficienza e purezza dei componenti permettono un impiego a bassi dosaggi, con notevoli riflessi positivi dal punto di vista economico ed ambientale.
Visti gli ottimi risultati in campo, Cifo ha investito in ricerca progettando un nuovo formulato in grado di trovare impiego anche negli ambienti più difficili o scarsamente fertili.
Il frutto di questa ricerca oggi è rappresentato dalla linea Grinver che si completa grazie al nuovo formulato Grinver 53 NP, oltre al già collaudato prodotto Grinver 49 P
Grinver 49 P è un concime appositamente progettato per la localizzazione alla semina attraverso una granulometria e peso specifico che gli consentono di poter essere messo a diretto contatto con il seme e le radici per garantire così il massimo effetto starter.
Il formulato può essere così miscelato direttamente alla semente tramite mescolamento o stratificazione, assicurando comunque un’elevata omogeneità di distribuzione.
Interamente derivato da una matrice organica di origine naturale, Grinver 53 NP contiene fosforo completamente assimilabile che, grazie ad uno specifico processo produttivo, non contiene fluoro o metalli pesanti, elementi inquinanti spesso contenuti nei normali perfosfati minerali.
Grinver 53 NP è un formulato di ultima generazione che condivide le stesse caratteristiche della linea, ovvero una base di perfosfato d’ossa con un peso specifico uguale al seme di grano, a cui si sommano però le componenti di azoto prontamente disponibile, acidi umici e fulvici che migliorano l’assimilazione degli elementi nutritivi e stimolano l’attività dei microrganismi del terreno.
In questo modo si migliora l’efficacia del concime con particolare riferimento al fosforo evitando la retrogradazione.
La componente fosfatica a pronto effetto, pari al 15% del totale, favorisce una rapida crescita delle piantine proprio grazie all’effetto Starter, mentre la frazione a rilascio graduale, che ammonta al 10%, fornisce energia per dare un pieno supporto nutrizionale lungo tutto il ciclo colturale, migliorando il livello produttivo finale della coltura.
Le sue componenti permettono una quantità di utilizzo limitato tra i 40 e 60 kg/ha localizzandolo a contatto con il seme; di conseguenza possiamo dire che Grinver 53 NP è un prodotto a basso impatto ambientale; permette di eseguire in un unico passaggio semina e concimazione.
Rispetto ai concimi tradizionali la quantità distribuita per ettaro permette spazi di stoccaggio molto limitati e le sue componenti hanno la capacità di avere una frazione pronta e una a “lento rilascio” utile per avere un buon accestimento per produzioni di quantità e qualità.
LA CONCIMAZIONE LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI BIOLOGICI
In agricoltura biologica, TOP N è il prodotto innovativo per stimolare la partenza e la crescita delle piante contribuendo ad aumentare le proteine nei grani.
Crea un ambiente ideale per lo sviluppo delle radici grazie al complesso APR
Aumenta attività microbica del terreno
Crea un perfetto equilibrio suolo – pianta
Forma un reticolo con la capacità di trattenere acqua
Migliora disponibilità e assorbimento degli elementi nutritivi
Dalle esperienze fatte risulta essere il prodotto ideale per l’agricoltura biologica
Caratteristica del prodotto è l’innovativo complesso APR (Attivatore Proteico della Rizosfera) che svolge una triplice azione:
nel SUOLO favorisce l’attività dei microorganismi utili alle piante migliorando la fertilità;
sulle RADICI stimola lo sviluppo delle radichette assorbenti;
complessa gli ELEMENTI NUTRITIVI rendendoli più disponibili a livello radicale.
Grazie alle sue caratteristiche, TOP N è il concime ideale per le concimazioni localizzate dei cereali autunno vernini.
In estate, nei periodi di caldo intenso, le rose entrano in una fase di riposo ma con le notti più lunghe e più fresche, il calo delle temperature e cure adeguate, si riprendono e rifioriscono generosamente nelle varietà rifiorenti. Per ottenere un buon risultato:
Zappettare superficialmente per smuovere la crosta superficiale intorno al fusto, anche per le piante in vaso, e concimare con Cifo Concime granulare per rose dopo aver inumidito il terreno; innaffiare generosamente e ripetere ogni due settimane fino alla fine di ottobre.
Mantenere le piante pulite, asportando le foglie secche o malate (anche quelle cadute a terra) e tagliando i fiori appassiti per stimolare l’apertura di nuovi boccioli
Evitare lo sviluppo di malattie, facili in autunno a causa dell’umidità e del permanere del caldo, utilizzando Cifo ZolfoFlow, preparato biologico che irrobustisce le piante rendendole meno sensibili ai parassiti fungini e favorisce il vigore delle piante. Il prodotto è indicato anche per tutti gli ortaggi e frutti.
Cifo è sponsor delle Giornate Tecniche dedicate al noce da frutto, organizzate da SOI Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, che si terranno a Bologna il 20 e 21 settembre 2019
Alla luce del crescente e rinnovato interesse per la nocicoltura da frutto specializzata in Italia, le Giornate Tecniche Noce mirano ad illustrare e divulgare le più recenti acquisizioni scientifiche per la specie, proponendo strategie di gestione innovative e sostenibili per il rilancio del settore.
La prima giornata dell’evento sarà dedicata al Convegno Nazionale che si articolerà in 5 sessioni con relazioni ad invito nelle quali verranno affrontati, con il contributo di esperti nazionali ed internazionali, l’evoluzione della coltura, il miglioramento genetico, la tecnica colturale nonché gli aspetti economici e di mercato della nocicoltura da frutto specializzata. La giornata si concluderà con una tavola rotonda alla quale prenderanno parte gli attori della filiera: Istituzioni, mondo produttivo e rappresentanti degli Enti di Ricerca con l’obiettivo di definire una proposta operativa di coordinamento nonché tracciare le priorità per supportare il settore in espansione.
La seconda giornata è dedicata alle visite tecniche che si terranno presso realtà produttive del territorio.
Come ridurre al minimo l’impegno per la cura degli ortaggi
Mentre maturano gli ultimi pomodori e altri ortaggi estivi si avviano alla conclusione del loro ciclo di produzione, è tempo di allestire le nuove aree dedicate al raccolto autunnale e invernale. Se decidete di partire dalle piantine pronte, trovate in questo periodo una buona scelta di verdure che maturano nelle prossime settimane o mesi; prevedete di disporre un telo ombreggiante dopo il trapianto, perché il sole estivo potrebbe disidratarle in poche ore. Il telo sarà utile anche per proteggere da temporali e grandinate di fine estate.
Le parcelle destinate ai nuovi ortaggi devono subire una lavorazione del terreno; se questo è già morbido e fertile sarà sufficiente una fresatura a mano o con una motozappa elettrica; in caso contrario occorre vangare superficialmente per eliminare la crosta superficiale, che si forma facilmente nei terreni argillosi e irrigati in modo irregolare. Durante la lavorazione è necessario incorporare Cifo Top N, innovativo concime in microgranuli, consentito in agricoltura biologica. Ciascun microgranulo contiene un’elevata percentuale di aminoacidi e sostanze nutritive naturali che riducendo lo stress da trapianto e migliorano lo sviluppo vegetativo. La ricca presenza di azoto a lenta cessione garantisce una nutrizione costante ed equilibrata durante il ciclo di sviluppo della pianta. Il dosaggio consigliato è 100 – 120 g ogni 10 mq.
Quando il terreno è morbido e umido al punto giusto si possono mettere a dimora gli ortaggi autunnali: alcuni, come lattughe e bietole, saranno pronti nel giro di 3-6 settimane; altri, come cavoli e broccoli di ogni tipo, porri, sedani, finocchi, radicchi, rape, carote, verze e cipolle, richiedono alcune settimane. Non dimenticate anche ortaggi facili e rapidi come rapanelli, rucola, catalogna ed erbe aromatiche varie, che rimarranno generose fino ai geli.
L’irrigazione è un elemento chiave a fine estate; deve essere abbondante e regolare ma non eccessiva, evitando la formazione di pozzanghere e calando gradualmente la quantità e la frequenza quando il clima diventa più umido e più fresco.
Lo sviluppo degli ortaggi andrà supportato da concimazioni periodiche con Cifo Concime idrosolubile per Ortaggi, indicato per nutrire in modo completo tutte le piante da orto e arricchito con Zolfo, elemento fondamentale per la creazione di aromi e profumi tipici. L’utilizzo regolare ogni 10-15 giorni assicura raccolti abbondanti e gustosi.
Il periodo di fine estate e autunno comporta, per gli ortaggi, un forte rischio di stress: da un lato per il caldo ancora intenso e la rapida disidratazione del terreno; dall’altro per gli sbalzi di temperatura in occasione di burrasche tardo-estive e successivamente per il cambio del clima e l’arrivo delle prime notti fredde. Occorre prendere provvedimenti per tempo utilizzando Cifo Sinergon Plus, specialità 100% naturale per favorire la crescita di piante stentate e migliorare l’assorbimento degli elementi nutritivi; crea nelle piante una maggiore resistenza alle avversità e agli stress vegetativi, tra cui gli sbalzi di temperatura.
Con questi accorgimenti, l’orto autunnale sarà generoso e proseguirà a offrire raccolti genuini e saporiti fino all’inverno. Alcuni ortaggi, come rape, cavoli, verze e cavolini di Bruxelles, saranno buoni persino sotto la neve; per altri ortaggi sarà opportuno prevedere un tunnel protettivo, dove sarà possibile coltivare molte verdure che non temono il freddo.
I frutti che maturano nel periodo compreso fra fine estate e l’inverno sono molti; l’epoca di maturazione dipende dalle varietà. Mele, pere, fichi tardivi, uva da tavola, kiwi, kaki e melograno sono i più noti; altri fanno parte dei frutti antichi e dimenticati, oggi tornati ad essere interessanti e consigliati per i giardini e i terrazzi: uvaspina, amelanchier, corniolo, cranberry, sorbo, giuggiolo, azzeruolo…
Per migliorare e proteggere i frutti è importante, a fine estate, arricchire il terreno intorno alle piante utilizzando Cifo concime idrosolubile per piante da frutto, la cui composizione consente l’impiego anche con irrorazione del fogliame (al tramonto, mai in pieno sole). Creato con materie prime di elevata purezza e qualità, consente di ottenere risultati eccellenti. L’utilizzo regolare ogni 8-15 giorni assicura raccolti abbondanti e gustosi.
Se il terreno intorno alle piante è diventato crostoso e indurito dopo l’estate, è importante zappettare per arieggiare e incorporare Cifo Biotron S, un prodotto naturale costituito da Leonardite, un ammendante di origine fossile che aumenta la fertilità del terreno e rende più disponibili per le piante gli elementi nutritivi presenti nel suolo, aumentando la capacità di assorbimento delle radici. Per gli alberi da frutto il dosaggio consigliato è 250-500 g per pianta, distribuiti nella zona di suolo occupata dalla proiezione della chioma. Il suolo tornerà ad essere fertile e morbido, aiutando così la produzione dei frutti.
Come prolungare la bellezza e il vigore delle piante
Il gran caldo estivo mette alla prova le piante, ma ce ne sono alcune che aspettano proprio il culmine della stagione per diventare più belle e regalare il meglio da fine estate all’autunno. Ecco una top ten delle migliori, da coltivare in vaso in terrazzo o in giardino, dove i contenitori offriranno il vantaggio di poter essere spostati per “riempire” gli eventuali vuoti lasciati nelle aiuole da piante che non hanno superato i giorni troppo bollenti, o per decorare piacevolmente le zone di sosta e di relax all’aperto.
Tutte queste piante da fiore hanno la caratteristica di richiedere molto nutrimento. Occorre impiegare Cifo Concime liquido per piante fiorite ogni 10-12 giorni nell’acqua di irrigazione, che dovrebbe essere sempre a temperatura ambiente e fornita di sera o di prima mattina, per ridurre il rischio di stress alle radici quando fa molto caldo e la terra è del tutto asciutta.
Lantana. Ottima per la sua resistenza al caldo, fiorisce fino all’autunno
Girasole. Alcune varietà offrono il meglio a fine estate e settembre, in particolare quelli doppi con fiore a ponpon
Fucsia. Spesso soffre il caldo tra giugno e luglio, ma in agosto e settembre le notti più lunghe e più fresche la aiutano a ritrovare una bella fioritura.
Ibisco cinese. I grandi fiori durano solo un giorno ma la pianta ne produce tanti, fino all’autunno.
Ipomea. Questa rampicante dai grandi fiori blu spesso fiorisce fino a ottobre.
Celosia. Esiste in diverse tipologie, alcune sono tipicamente settembrine.
Ibisco di Siria. Arbusto generoso, i suoi bei fiori viola, bianchi o rosa sbocciano tra luglio e settembre
Dalie. Regine dell’estate avanzata, se ben irrigate reggono bene per settimane e settimane
Settembrini. Gli aster cominciano a fiorire a luglio in montagna e da agosto a novembre in pianura.
Rudbekia. Questa bella pianta dai fiori a margherita è amata dalle farfalle e fiorisce a lungo.
Se ben coltivate, nutrite con regolarità e ben irrigate, anche le altre piante estive trovano nuova bellezza nella seconda metà dell’estate. Per rinvigorire gerani, surfinie, tagete, plumbago, verbene, portulache, cosmea, lobelia e tante altre, occorre grattare via il terriccio vecchio oppure rinvasare integralmente, utilizzando Cifo Premivit Terriccio Rinvigorente, ottimo per tutti i tipi di piante ornamentali. La peculiarità di questo terriccio è quella di rinvigorire le piante quando presentano sintomi di stress o deperimento, attivando un maggiore sviluppo delle radici, con conseguente maggiore assorbimento dei nutrienti e quindi maggior vigore a favore delle piante debilitate.
Per migliorare e rinvigorire occorre anche il giusto nutrimento: la specialità Cifo Algatron intensifica le difese naturali a stress come la siccità, gli squilibri nutrizionali, gli sbalzi di temperatura ecc. e, favorisce l’accrescimento e la produzione di nuovi boccioli.
Le analisi del terreno rivestono un’enorme importanza e al contempo sono un aiuto fondamentale per l’agricoltore in quanto grazie ad esse riesce ad impostare al meglio il suo piano di concimazione da effettuare, conoscendo la fertilità residua nel terreno e studiando ad hoc la quantità di sostanze nutritive da apportare, per aumentare la produttività del terreno stesso operando però nel rispetto delle buone pratiche di sostenibilità ambientale.
Da qui è nata l’esigenza di avere a disposizione uno strumento che permettesse all’imprenditore agricolo di conoscere “in tempo reale” la situazione nutrizionale delle piante, in modo tale da poter intervenire tempestivamente in caso di eventuali eccessi/carenze, da non lasciare quindi la pianta in uno stato di stress prolungato, o addirittura la possibilità di poterle prevenire prima ancora della loro insorgenza.
Infatti anche le foglie, come il terreno, se interrogate nel modo corretto sono in grado di fornire indicazioni molto utili sulla salute delle piante. In particolare, rivelano l’effettivo stato di nutrimento della coltura, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: il dato qualitativo si riferisce al rapporto ottimale tra le differenti sostanze nutritive, mentre quello quantitativo riguarda la percentuale di nutrienti che la pianta è riuscita effettivamente ad assorbire.
Le analisi fogliari che vengono effettuate sono quindi di tipo chimico e multi residuale; è importante che i campioni che vengono consegnati al laboratorio d’analisi rispecchino il più possibile lo stato nutrizionale della pianta: bisogna prestare molta attenzione durante la fase di prelievo, in modo da non sfalsare i risultati.
Le foglie dovranno essere mature, ma poco oltre il periodo giovanile e senza danni causati nè da agenti biotici nè abiotici; è inoltre buona pratica effettuare il prelevamento alla stessa altezza ma da differenti lati della pianta.
Esiste inoltre un periodo ideale per fare le analisi fogliari e dipende principalmente dalle specie alla quale appartiene la pianta: per i fruttiferi, ad esempio, il periodo ideale è durante la seconda settimana di fioritura; per la vite invece il periodo ideale va invece da fine fioritura fino all’inizio dell’autunno.
Una volta pervenuti i campioni al laboratorio, questi devono seguire un preciso procedimento di preparazione all’analisi versa e propria: le foglie vengono sempre lavate con acqua distillata leggermente acidulata (può essere utilizzato acido citrico, acido ascorbico e così via), per eliminare qualunque tipo di impurezza in quanto potrebbero essere contaminate non solo da concimi fogliari ancora non assorbiti ma anche da altri trattamenti (per esempio trattamenti rameici).
Altro passaggio importante è la spicciolatura della foglia prima del lavaggio, in quanto il picciolo ha caratteristiche diverse e, se interessano i dati sul picciolo, questi vengono tolti e determinati a parte.
Infine la foglia spicciolata, lavata ed asciugata, viene prima essiccata in stufa a 105°C per poi essere macinata finemente e procedere all’analisi vera e propria.
Cifo, da sempre dalla parte degli agricoltori e di un’agricoltura sostenibile, comprendendo bene l’importanza che le analisi fogliari ricoprono nel quadro di una nutrizione equilibrata, efficace ed a basso impatto ambientale, offre tra i propri servizi anche quello dell’analisi fogliari, disponendo infatti di laboratorio attrezzato e personale qualificato e competente.
Stanchi di cene e feste in compagnia di insetti molesti? Prima di arrivare allo stress è meglio prendere le misure di cautela, impiegando nelle aree frequentate di giorno o di sera gli opportuni formulati.
Cifo Nephorin Insetticida Mosche e Zanzare è un insetticida pronto all’uso che per la sua azione abbattente e residuale risulta particolarmente efficace, ed è a pronto effetto.
Cifo Fly Trap è la trappola capace di catturare le mosche in modo ecologico e sicuro. La bio-esca, in bustina idrosolubile, è a base di sostanze naturali che una volta attivate con acqua, attirano all’interno della trappola le mosche che ne rimangono intrappolate. L’attrattivo naturale contenuto nell’esca è privo di insetticidi e non è efficace per gli altri insetti come api o altri insetti utili.
Cifo Teramit Plusè la scelta per ambienti fortemente infestati: per la sua formulazione agisce ad ampio raggio contro vari tipi di insetti volanti tra cui mosche, zanzare, flebotomi, vespe, e insetti striscianti tra cui blatte e zecche.
Come vincere la battaglia contro gli insetti fastidiosi
La lotta alle zanzare diventa di anno in anno più difficile per vari motivi, tra i quali c’è il cambiamento climatico: gli inverni sono più brevi e meni freddi. Inoltre, alcune specie provenienti da altre zone del Pianeta si sono perfettamente ambientate nei nostri territori: prima del 1990, le zanzare tigre non erano presenti in Italia. Per difendersi bene, ecco alcune regole.
Ove possibile, le zanzariere sono una scelta eccellente per proteggere gli ambienti indoor; il costo va vissuto come un investimento per vivere in tranquillità in estate, con le finestre aperte e le luci accese, senza rischio di invasioni di zanzare fastidiose e pericolose.
Utilizzare nel bruciaessenze oli profumati repellenti (lavanda, eucalipto, menta, tea tree…). L’
Evitare le piccole giacenze di acqua (nei sottovasi, nelle grondaie…) e impiegare le pastiglie larvicide nei tombini e caditoie. In un solo sottovaso con acqua stagnante si possono annidare le uova e larve di decine e decine di zanzare. Nei sottovasi grandi, che non è possibile svuotare, vanno utilizzate le pastiglie larvicide (non sono dannose per le piante).
All’aperto, nei giardini infestati da zanzare è preferibile indossare abiti chiari (i colori scuri le attirano). Consigliabile la protezione della pelle con le apposite salviette o liquidi: esistono anche in formulazione idonea per i bambini e per le pelli delicate.
Indispensabile favorire e proteggere la presenza di pipistrelli: in una notte, un solo pipistrello riesce a divorare centinaia di zanzare. Sono del tutto innocui ed estremamente utili per la lotta agli insetti fastidiosi. Altri ottimi alleati sono gli uccelli come rondini e altri insettivori, e la piccola fauna selvatica (rane, rospi, lucertole, ricci…).
Proteggere lo spazio esterno con regolarità, e invitare i vicini di casa a fare altrettanto, perché un’azione collettiva consente di ottenere risultati totali e durevoli. Il prodotto da utilizzare per la protezione di balconi, terrazzi e giardini è Cifo Fenthrin, Insetticida concentrato contro le zanzare: si può utilizzare anche sulla vegetazione. Ha un forte potere abbattente e snidante nei confronti degli insetti indesiderati.
Negli ambienti interni e circoscritti (es. camper e caravan…) si può utilizzare CifoNephorin, efficace su insetti alati come le zanzare e striscianti in ogni stadio di sviluppo (uova, larve e adulti), attivo anche contro blatte, formiche, pulci, zecche, mosche, zanzare, tarli e acari.
Una lotta alle zanzare efficace, svolta con i prodotti sopra indicati fin dalla fine della primavera (senza aspettare che l’infestazione abbia assunto dimensioni difficili da controllare), è l’unico sistema per godersi lo spazio esterno senza fastidi.
Le cocciniglie sono insetti particolarmente tenaci e difficili da eliminare se l’intervento di eliminazione non viene svolto nelle prime fasi di infestazione. Possono essere a scudetto, simili a conchigliette attaccate ai rami e alle foglie, oppure bianche e cotonose, poco mobili. La metcalfa è un insetto affine: simile a una piccola farfallina grigia, poco mobile; il fogliame e i rami delle piante infestate da metcalfa sono coperti da una melata appiccicosa e biancastra.
Per combattere cocciniglia e metcalfa sulle piante ornamentali, ortive e da frutto si può scegliere la lotta naturale. Cifo Olio di Lino – Stop Cocciniglia è in grado di attivare le difese naturali delle piante nei confronti degli insetti, in particolare delle cocciniglie e metcalfa, e non lascia alcun residuo sulle piante. Utile anche Cifo Sapone Molle – Stop Insetti, che rinforza le piante rendendole meno soggette alle infestazioni e ha un importante effetto “pulente” naturale, per lavare le piante imbrattate da melata o fumaggini (la muffa nerastra che si forma sulla melata).
Per le piante ornamentali in casa e giardino colpite da cocciniglia si può impiegare anche Cifo Insetticida Anticocciniglia Oleosan Plus PFNPO, pratico perché pronto all’uso: oltre alle cocciniglie e metcalfa, agisce anche contro uova di afidi, acari e larve di lepidotteri.
Il peperoncino è una pianta generosa che si accontenta anche di vasi di media dimensione; cresce rapidamente e dalla metà d’estate all’autunno continua ad emettere fiorellini dai quali si formano i peperoncini. Esistono moltissime varietà, dolci o piccanti, alcune super-piccanti. Per tutte le tipologie, ecco qualche consiglio utile.
Coltivate i peperoncini utilizzando Cifo Specifico Terriccio per ortaggi – Linea Torfy: è un substrato consentito in agricoltura biologica ideale per ottenere una crescita vigorosa. Ideale anche per i peperoncini acquistati già sviluppati, in vasetto, che vanno trapiantati al più presto (sia quelli commestibili che quelli solo ornamentali)
Per conservare vigore e ottenere molti fiori (e quindi molti frutti) è consigliabile somministrare, ogni 3 settimane al posto del concime sopra indicato, Cifo Eclat 15: contiene tutte le forme azotate necessarie per consentire una pronta assimilazione e per svolgere un’azione nutritiva immediata e duratura, stimolando la pianta nelle sue diverse fasi di sviluppo.
Una scelta vincente per avere fascino e spettacolo senza fatica e con pochissima acqua
Temperature tropicali anche in Pianura Padana: l’estate 2019 conferma il drammatico riscaldamento del clima che, fra le tante conseguenze, ha anche quello di rendere indispensabili nuove interpretazioni del verde ornamentale. La risorsa acqua diventa sempre più preziosa e irrigare è anche costoso: ma ci sono
piante che si accontentano di poche innaffiature e restano splendide nel caldo estivo.
Le piante grasse e succulente sono le più robuste e capaci di superare bene il caldo, ma per fare in modo che restino splendide e, in alcuni casi, ricche di fiori, occorre prima di tutto scegliere bene il substrato di coltivazione. Nei vasi occorre stendere sul fondo uno strato drenate di Cifo Argilla espansa – Linea Torfy, e scegliere Cifo Terriccio specifico per piante grasse – Linea Torfy, studiato per creare le migliori condizioni di habitat dalle radici, assicurando il giusto livello di umidità e porosità, evitando dannosi ristagni idrici e compattamenti del suolo.
Quanto alle piante che tollerano bene il caldo con poca acqua, ecco 5 superstar:
Tutti i cactus, meglio se in vasi piuttosto profondi; la posizione ideale è con sole alla mattina e irrigazioni regolari senza ristagni di acqua nel sottovaso per più di 15 minuti
Portulaca, a fiore semplice o doppio; pianta eccezionale per la ricca fioritura. Può fiorire fino a ottobre
Sedum spectabile, succulenta con infiorescenza rosa da metà estate a settembre, molto amata dalle farfalle. Non teme il gelo: in autunno perde la parte aerea e dalle radici rinascono gli steli l’anno dopo
Aloe e agave: piante incredibilmente resistenti. L’aloe trova ampio impiego fitoterapico ed è molto decorativa; l’agave può formare grandi cespi di foglie succulente e, in condizioni idonee, lascia emergere lo stelo di un fiore spettacolare, in genere a fine estate-autunno o a fine inverno.
Tutte le piante grasse e succulente migliorano il loro aspetto e la loro resistenza con un minimo di attenzioni, tra le quali c’è il nutrimento: Cifo concime liquido piante grasse, grazie agli elementi nutritivi contenuti, favorisce uno sviluppo equilibrato e una rigogliosa fioritura delle specie che hanno questa caratteristica, come portulaca, sedum, mesembriantemi.
Ci sono poi altre piante molto tolleranti che superano bene il caldo senza afflosciarsi, basterà irrigare con regolarità: tra queste ci sono la gazanie, l’oleandro, la lantana, la bella di notte (Mirabilis jalapa), i girasoli di vario tipo, l’ibisco cinese e quello di Siria, la canna d’India, rampicanti come buganvillea e bignonia e piante scultoree come le palme nane (palma di San Pietro e altre) e la cycas. Per queste, e in genere per tutte le piante, un aiuto è offerto da Cifo Sinergon 2000, specialità 100% naturale, a base di aminoacidi: è un formulato indicato per favorire la crescita di piante stentate e migliorare l’assorbimento degli elementi nutritivi. Grazie al contenuto di aminoacidi e di elementi nutritivi favorisce una crescita abbondante, una maggiore resistenza alle avversità come il caldo intenso e i momenti di siccità.
Un consiglio in più: quando fa molto caldo è importante innaffiare con acqua a temperatura ambiente nelle ore più fresche, ossia la sera o di prima mattina: l’acqua verrà assorbita meglio, senza stress per le radici. Se il terriccio, nei grandi vasi o in aiuola, viene coperto con Cifo Corteccia di Pino Marittimo – Linea Torfy, l’umidità sarà conservata più a lungo, ottenendo inoltre un pregiato effetto estetico di copertura della nuda terra.
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito ad una diminuzione degli ettari dedicati alla maidicoltura italiana; i motivi da imputare a questo calo sono molteplici, ma quello che spicca in particolar modo è il livello qualitativo della granella prodotta che non raggiunge gli standard richiesti dal mercato e dall’Unione Europea stessa.
In particolare, l’amido, il tenore proteico e come essi sono distribuiti all’interno della granella ricoprono un ruolo fondamentale per il raggiungimento dei minimi qualitativi richiesti; questi obiettivi standard sono ancor più difficili da raggiungere, se a questi poi aggiungiamo le problematiche che insorgono in seguito agli attacchi di Diabrotica da una parte, e a quelli di Piralide dall’altra.
La Diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera) è un coleottero originario degli Stati Uniti, comparso per la prima volta in Italia nel 1998. Il danno maggiore è provocato dalle larve, che si nutrono delle radichette e scavano gallerie nelle radici più grosse; le piante danneggiate presentano un ridotto sviluppo radicale, il quale le rende più soggette ad allettamenti, ne riduce la capacità di assorbimento di acqua e nutritivi e, durante le operazioni di raccolta, provoca maggiori perdite di produzione.
La Piralide del mais (Ostrinia nubilalis), è un lepidottero polifago da sempre presente in Italia, anche se il mais resta comunque il suo bersaglio prediletto. Il suo grado di infestazione e l’entità dei danni causati sono legati essenzialmente all’andamento climatico (predilige estati miti e umide).
I danni causati in particolare da questo insetto sono di tre tipologie diverse, ma tutti riconducibili principalmente allo stadio larvale del lepidottero: fisiologici, quantitativi ma soprattutto qualitativi, in quanto le gallerie e i fori causati dall’attacco dell’insetto costituiscono la via di accesso preferenziale di alcuni funghi parassiti, i più diffusi dei quali sono riconducibili ai generi Fusarium e Aspergillus.
Alla luce di queste molteplici problematiche, è diventato ormai prassi effettuare in questo momento del ciclo colturale quello che in gergo comune viene chiamato “trattamento con i trampoli”; data l’estesa quantità di superficie da trattare nella breve finestra temporale utile per il trattamento, si rende quasi obbligatorio l’utilizzo dello stesso anche nelle ore più calde della giornata: un trattamento effettuato a foglia calda con acqua fredda, crea nella pianta uno shock termico tale da bloccare momentaneamente l’attività vegetativa e fisiologica della stessa.
Cifo, da oltre cinquant’anni al fianco degli agricoltori, investendo in Ricerca, Sviluppo e formulati sempre più efficaci, collaborando in progetti di portata nazionale quale ad esempio “Mais in Italy”, propone un protocollo efficace per il raggiungimento degli obiettivi, ed il superamento degli stress cui potrebbe incorrere la coltura.
Al trattamento programmato per combattere la piralide, Cifo propone di abbinare questi due formulati:
Sinergon Plus è un nuovo formulato unico sul mercato, ottenuto attraverso un processo altamente innovativo, dal quale si ottiene un prodotto ad altissima efficienza nutrizionale: grazie ai piccoli peptidi contenuti, Sinergon Plus stimola la pianta ad aumentare lo stadio vegetativo verde della pianta (il cosiddetto “staygreen”), e nel contempo la supporta contro lo stress termico causato dal trattamento effettuato durante le ore più calde della giornata. Dose consigliata: 2 litri per ettaro.
In abbinamento a Sinergon Plus, Cifo propone l’utilizzo di Cifo KS 64, formulato a pronto effetto, la cui peculiarità è quella di essere un potassio a reazione acida: ciò ne permette un assorbimento immediato ed induce la pianta ad idratarsi ed al contempo a velocizzare i processi fisiologici naturali e di fotosintesi clorofilliana. Questi processi sono fondamentali per la pianta per poter accumulare ancora di più amido e proteine all’interno delle cariossidi e dello stocco. Dose consigliata: 4 kg per ettaro.
Situazione al 12 luglio
L’alta pressione che continua ad insistere sull’areale padano sta favorendo lo sviluppo della popolazione di Piralide. Su gran parte degli ambienti maidicoli della Pianura Padana sono iniziate le ovideposizioni e nelle zone più calde possiamo già trovare le larve di 1a età.
Soluzioni per balconi e terrazzi fioriti fino all’autunno
Caldo intenso, afa e aria immobile: condizioni che alcune piante non tollerano bene. Ma il balcone può restare splendido scegliendo le piante che non temono le alte temperature e anzi, grazie alla loro origine tropicale, le preferiscono, regalando splendidi colori e lunghissime fioriture. Ecco quali scegliere, con una premessa: irrigate con regolarità, preferibilmente di sera o di prima mattina, e unite all’acqua una dose di concime Cifo una volta alla settimana.
Surfinie e simili. Oggi alle Surfinie® (petunie ricadenti) si affiancano altre tipologie simili, come le Calibrachoa (petunie nane) Million Bells® e le Potunia®. Sono fiori instancabili a tre condizioni: vaso profondo, concimazione settimanale con Cifo concime liquido per petunie e surfinie, irrigazioni regolari (passare dal terreno disidratato al terreno fradicio è molto dannoso per le radici, è bene innaffiare prima che il substrato sia del tutto asciutto).
Lantana. Pianta di origine centroamericana, è disponibile anche in varietà nane che crescono benissimo in vasi profondi e non temono il caldo e il sole. Se irrigata regolarmente, non smette di fiorire fino a ottobre e ha discreta resistenza a occasionali momenti di siccità (soprattutto se è in piena terra; in vaso ha maggiore fabbisogno idrico).
Gazania. Fiore africano eccezionale per la bellezza e la resistenza, sopporta momenti di siccità e non teme l’aria marina carica di sale.
Portulaca. Esiste in versioni con fiore semplici o doppi, simili a piccole roselline. Robusta e generosa, apre le corolle durante il giorno e le chiude al tramonto, resta fiorita fino all’autunno. Gradisce concimazioni con Cifo concime liquido piante grasse, essendo una succulenta; il prodotto è consigliato anche per Sedum spectabile, altra bellissima succulenta dai fiori rosa in tarda estate e autunno, facilissima e resistente al freddo: la chioma si secca in tardo autunno e gli steli rinascono in primavera.
Oleandro. Arbusto per vasi profondi e per aiuole, praticamente autosufficiente (ma se irrigato cresce e fiorisce molto di più), con fioritura instancabile e grande resistenza al vento, all’incuria e allo smog urbano.
Un consiglio in più: tutte le piante in terra o in vaso risentono delle temperature molto calde, anche quelle citate qui sopra; inevitabilmente c’è un rallentamento nello sviluppo. Per ridurre al minimo lo stress causato dal caldo è consigliabile una somministrazione quindicinale di Cifo Sinergon 2000, specialità 100% naturale, a base di aminoacidi, indispensabili per il corretto sviluppo delle piante. E’ un concime rigenerante indicato per favorire la crescita di piante stentate e migliorare l’assorbimento degli elementi nutritivi, migliorando la risposta a stress termici e di altra natura.
Con il caldo crescono le piante nell’orto… e anche gli insetti. Alcuni parassiti vedono il loro picco di sviluppo proprio in piena estate. La scelta consigliata è la strada dei metodi bio, utilizzando preparati che migliorano la resistenza delle piante e ostacolano lo sviluppo dei parassiti senza lasciare residui tossici nella vegetazione.
Cifo Sapone Molle – Stop Insettiè una delle proposte comprese nella linea Cifo Barriera Naturale. Si tratta di un formulato consentito in agricoltura biologica, completamente naturale, in grado di attivare le difese naturali delle piante nei confronti degli insetti, in particolare afidi, ragnetti e altri, come la dorifora. Sapone Molle Cifo ha inoltre un effetto “pulente” naturale, per lavare le piante imbrattate da melata o fumaggini prodotte da insetti.
Cifo Olio di Lino – Stop cocciniglie è indicato per ortaggi, piante da frutto, agrumi e per le piante ornamentali in genere. Ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di lino, è biologico e in grado di attivare le difese naturali delle piante nei confronti degli insetti, in particolare delle cocciniglie. Consigliato anche per ostacolare le infestazioni di psilla e metcalfa.
Nell’agricoltura moderna il controllo delle erbe infestanti in un campo in produzione risulta essere uno dei fattori principali che possono limitare le produzioni finali.
Ad oggi diverse aziende propongono un’ampia gamma di prodotti per il controllo delle malerbe, che possono essere a base di diversi principi attivi. Tali sostanze risultano agire in maniera positiva ed efficace sulle infestanti, ma hanno una retroattività negativa sulla coltura che sarebbe meglio non trascurare. Infatti, spesso e volentieri si assistono a fenomeni di elevata vigoria della coltura su zone non trattate, rispetto al resto dell’appezzamento trattato.
Ogni specie vegetale ha la sua capacità di tollerare e recuperare in modo attivo al cosiddetto “stress da diserbo post emergenza”, essendo che questo stress si manifesta in modo diverso a seconda di quale coltura viene trattata e a seconda anche dell’epoca del trattamento stesso.
L’epoca del trattamento è importante poiché la coltura potrebbe già di per sé trovarsi in condizioni di difficoltà, a causa delle temperature o troppo alte o troppo basse (stress termico).
Nel particolare la soia, in base alla stagione di semina, può subire dei bruschi rallentamenti dello sviluppo a causa sia della pressione delle infestanti, sia per l’effetto della tossicità causata dai trattamenti erbicidi.
Essendo la soia una leguminosa che stringe un rapporto di simbiosi con i batteri azotofissatori appartenenti alla famiglia Rhyzobium, ritardando lo sviluppo della pianta viene direttamente rallentato anche lo sviluppo dei noduli radicali; questo si ripercuote in maniera negativa sulle produzioni finali.
Cifo, da sempre al fianco degli agricoltori, propone diverse soluzioni volte al superamento ed al recupero attivo della coltura, in questo caso specifico della soia.
La prima soluzione studiata appositamente per questa particolare esigenza è SINERGON PLUS, un biopromotore della crescita e sviluppo delle piante soprattutto a seguito di stress di natura ambientale e/o fisiologica. Il prodotto agisce riattivando i processi metabolici della coltura, ripristinando nel breve le normali funzioni fisiologiche.
In alternativa e altrettanto efficace è l’uso combinato di MACYSET e MOLIFOSS: Macyset è una specialità nutrizionale a base di Macrocystis integrifolia, che agisce in maniera positiva sui meccanismi di riattivazione del metabolismo cellulare, inducendo resistenza ai successivi stress ambientali e/o fisiologici.
Molifoss, apportando microelementi essenziali per la riattivazione del metabolismo cellulare, è in grado di supportare positivamente la crescita e lo sviluppo della pianta stessa. Inoltre, i microelementi contenuti all’interno del prodotto esercitano un’azione benefica anche sulla pezzatura dei legumi formati, migliorandone le caratteristiche qualitative e nutrizionali.
Sapore, bellezza e virtù di 7 piante eccezionali in cucina e per la salute
Facili e belle anche in vaso sul balcone, le piante aromatiche e officinali sono un mondo da scoprire. Oltre alle più note, come basilico, salvia e rosmarino, eccone alcune che hanno proprietà particolari, di grande utilità sia in cucina che per la salute naturale.
Coltivate queste piante utilizzando Cifo Terriccio specifico per aromatiche – Linea Torfy, perché hanno bisogno di un substrato di alta qualità, ben drenante e nutritivo: questo terriccio soddisfa tutte le loro esigenze di base.
Alloro. Arbusto sempreverde che chiede pochissime cure, ha foglie saporite che favoriscono la digestione; le foglie, bruciate in una ciotola, aiutano a tenere lontano le zanzare.
Calendula. Bella pianta con brillanti fiori gialli, commestibili, da usare anche per insaporire insalate e risotti. La calendula è una pianta preziosa per la salute della pelle.
Finocchietto. Cresce rapidamente anche senza cure; si utilizzano foglie e fiori per insaporire i piatti. I semi si utilizzano anche per conserve e salse.
Lavanda. La splendida fioritura non è la sola virtù della lavanda, che ha proprietà calmanti, rilassanti e aiuta a dormire meglio, oltre ad essere utilizzabile anche in cucina per insaporire torte, creme e gelati. Ottimo effetto anti-zanzara.
Menta. Esistono molte tipologie di menta, che al profumo e al sapore associa proprietà depurative, digestive, dissetanti e disinfettanti del tratto intestinale.
Peperoncino. Il sapore piccante e a molti gradito si accompagna a proprietà spiccatamente disinfettanti, è stimolante e digestivo.
Timo. Pianta della salute per le sue capacità depurative, aiuta a rendere i cibi più appetitosi e il suo profumo è sgradito a zanzare e insetti parassiti: è utile piantarlo nell’orto per ostacolare le infestazioni.
Le piante aromatiche hanno poche esigenze: irrigazioni regolari senza ristagni nel sottovaso, concimazioni ogni 15-20 giorni con Cifo Asso di Fiori, nutrimento somministrabile sia con irrigazioni che con nebulizzazioni del fogliame, e sorveglianza per reprimere subito eventuali infestazioni di insetti; un aiuto preventivo è offerto da Cifo Olio di Lino, sostanza corroborante naturale al 100% che contribuisce efficacemente a ostacolare le infestazioni di afidi e cocciniglie.
Le piante in casa e in ufficio sono indispensabili per depurare l’aria e regalare un ambiente ricco di natura e di bellezza. Occorre però periodicamente dedicare un po’ di tempo alla loro manutenzione, per conservare salute e vigore.
Ogni 10-12 giorni, per tutta la stagione primavera-estate, occorre concimare con Cifo concime liquido per piante verdi: contiene un alto titolo in Azoto per favorire uno sviluppo rigoglioso, la formazione di germogli, radici e intensificare la colorazione verde delle foglie.
La pulizia delle foglie va effettuata periodicamente con un panno leggermente umido, facendo seguire, per le piante con foglie coriacee (ficus, filodendro, croton, pothos, dieffenbachia ecc.) l’impiego di Cifo Ecomirax – Lucidante fogliare senza gas, che rende le foglie splendide senza lasciare in superficie alcun velo untuoso, proteggendo bene il fogliame.
L’irrigazione deve mirare a conservare il terreno sempre leggermente umido; per ottenere questo risultato viene in aiuto Cifo Aquastick, riserva d’acqua a lento rilascio: é un gel idratante a base di acqua purissima che viene liberata gradualmente nel terreno, dove rimane disponibile per 30 giorni circa. Ottima scelta anche in caso di assenza per viaggi e vacanze, ricordando che le piante non possono restare al buio per più di 24-36 ore.
Il disseccamento del rachide, seppur rappresenta un problema da non sottovalutare nel panorama della viticoltura italiana, è una fisiopatia ancora poco conosciuta dai viticoltori: spesso viene confusa con la peronospora larvata o con l’antracnosi.
Il disseccamento del rachide è una fisiopatia (cioè un’alterazione della pianta non causata da organismi viventi ma da carenze o eccessi di elementi nutritivi nel terreno, squilibri fisiologici o danni causati da eventi climatici) diffusa specialmente nelle zone a clima continentale dei paesi viticoli europei; questa alterazione fisiologica di fatto ostacola il regolare flusso degli elaborati all’interno della pianta, in particolare durante l’ultima fase della maturazione viene rallentata ed interrotta la circolazione della linfa grezza e soprattutto quella della linfa elaborata.
Il rachide, disidratandosi e disseccandosi, non apporta più le sostanze nutritive agli acini: questi appassiscono restando immaturi, ricchi di acidi e poveri di zuccheri.
Di norma questa fisiopatia non colpisce tutto il grappolo, bensì le alterazioni interessano solo una parte di esso, in particolare la punta e le ali quindi il danno rimane, almeno dal punto di vista quantitativo, limitato. È infatti l’aspetto qualitativo delle uve che più preoccupa il viticoltore, che risulta compromessa dall’inadeguata maturazione delle stesse.
Soprattutto in annate molto piovose come la primavera 2019, il rischio di incorrere in squilibri nutrizionali è molto elevato, e di conseguenza molto elevata è anche la percentuale di vigneti colpiti da disseccamento del rachide.
Cifo, da sempre attenta alle esigenze dei coltivatori, ha ideato una metodologia in grado di prevenire questa fastidiosa problematica grazie all’uso combinato di CALCISAN GREEN e ACTISEL.
Calcisan Green, formulato per la nutrizione fogliare, in grado di apportare calcio e magnesio complessati sui frutti.
Calcisan Green agisce su due livelli ben distinti, apporto di nutrienti, assorbimento e traslocazione degli stessi ed all’azione protettiva e veicolante dell’estratto puro di Macrocystis. Le componenti di questa particolare alga stimolano, proteggono e osmoregolano la pianta durante la delicata fase di crescita del frutticino fino alla sua maturazione.
Calcisan Green è un prodotto che presenta diverse specificità che lo rendono unico sul mercato ma soprattutto unico ed efficace nei risultati, apportando il giusto rapporto calcio/magnesio, la presenza di polisaccaridi e componenti alginiche derivanti dalla Macrocystis contribuiscono ad un risultato di notevole livello sulla nutrizione e conservazione delle uve raccolte.
Nel contrastare al meglio la fisiopatia del disseccamento del rachide, la metodologia studiata da Cifo vede in abbinamento al Calcisan Green, l’utilizzo di Actisel, una polvere idrosolubile appositamente studiata per migliorare i livelli produttivi, incrementando al tempo stesso il contenuto nutraceutico di frutta ed ortaggi, vite in particolare.
L’applicazione di Actisel risulta quindi particolarmente vantaggiosa nel caso particolare della vite, che grazie al suo elevato contenuto di Magnesio, Manganese e al 52% di Zolfo, contribuisce a migliorare le caratteristiche qualitative della produzione finale raccolta. Tale prodotto risulta molto importante per le varietà avide di magnesio come ad esempio il prosecco.
Le alte temperature e il sole bollente sono indispensabili per un bel raccolto di melanzane, ortaggi mediterranei di rapido sviluppo. Si trovano in commercio anche le piante innestate, già sviluppate, che entrano in produzione nel giro di pochi giorni, utilizzando per il trapianto il substrato Cifo Terriccio specifico per ortaggi – Linea Torfy, biologico e arricchito con concime per assicurare il nutrimento nelle prime fasi di sviluppo.
La melanzana è un ortaggio dall’elevato fabbisogno nutritivo. Si utilizza Cifo Concime granulare per piante da orto e da frutto, ogni 15-20 giorni, spargendo i granuli alla base delle piante su terreno già umido. Per migliorare la produzione è consigliabile alternare questo nutrimento a Cifo Bio Oro, specialità biostimolante che induce nelle piante trattate un rigoglioso sviluppo, migliorando la produzione di fiori e di frutti grossi e saporiti.
Le melanzane troppo ingrossate sono meno gustose; controllate spesso le piante perché con il caldo e le irrigazioni lo sviluppo e l’accrescimento dei frutti sono molto rapidi.
Il Calcio, metallo alcalino terroso, viene classificato come mesoelemento della nutrizione vegetale, in quanto elemento fondamentale per lo sviluppo vegetativo.
Le funzioni svolte da questo elemento nella pianta sono molteplici, ma principalmente collegate con la resistenza meccanica dei tessuti vegetali, in quanto i pectati di calcio svolgono un’azione di sostegno e di rinforzo delle lamelle delle membrane cellulari. Questo elemento inoltre funge da attivatore enzimatico, da regolatore della traslocazione dei carboidrati e di compensazione ed equilibra l’assorbimento degli altri cationi quali Potassio, Magnesio, Ammonio e Sodio. Nelle piante viene accumulato ed immagazzinato nei vacuoli cellulari sottoforma di ossalati, carbonati, fosfati e fitina (quest’ultima la troviamo solo nei semi).
Nei suoli coltivati il Calcio si trova prevalentemente sottoforma di carbonati (soprattutto nei terreni calcarei), oppure sottoforma di solfati nei terreni gessosi.
Il suo contenuto è molto variabile: ne troviamo in abbondanza nei suoli calcarei e gessosi, al contrario invece le concentrazioni minori si riscontrano nei terreni acidi ed in quei terreni soggetti a dilavamento; in linea generale, un valore medio di Calcio nel terreno oscilla dallo 0,1 allo 0,5%.
Il movimento del Calcio è collegato direttamente alla quantità di acqua disponibile, cioè alla mobilità della stessa: può accumularsi negli orizzonti più profondi del terreno a seguito della solubilizzazione delle acque carbonicate, oppure concentrarsi in superficie a seguito della risalita capillare che avviene nelle zone più aride. In Italia, dove abbiamo una buona presenza di suoli calcarei, la principale fonte di Calcio è il carbonato di Calcio (poco solubile), che viene però trasformato chimicamente in bicarbonato dall’acqua carbonicata (H2O + CO2).
Come già detto, tale elemento ricopre un ruolo basilare per l’inspessimento e la robustezza delle pareti cellulari, influendo quindi di conseguenza sulla consistenza e croccantezza di frutti ed ortaggi: è evidente quanto la nutrizione incida in modo rilevante sia sulla produttività che sulla conservabilità dei frutti (frigoconservazione e shelf life).
Il Calcio è un elemento chiave per la nutrizione vegetale, in primo luogo per le funzioni sopracitate, ma anche perché la sua presenza consente di ottenere produzioni, soprattutto per quanto riguarda quelle frutticole, che rispondono ai requisiti richiesti dai consumatori e dai buyer della GDO: frutti di grosso calibro, forma regolare ed un’intensa colorazione, aumentandone la consistenza.
Le carenze di Calcio nelle piante
Ma come e quando il Calcio viene assorbito dalle piante? Il momento di maggior assorbimento di Calcio è quando gli organi vegetali sono in attiva traspirazione, quindi essenzialmente i germogli, le giovani foglie e i frutti stessi, ma solo durante le prime fasi di sviluppo, dove hanno un’intensa attività stomatica.
La carenza di Calcio nelle piante è caratterizzata dall’insorgenza di problemi di natura meccanica nei tessuti, dove si nota una maggiore fragilità cellulare, con una maggiore predisposizione ai danni/rottura a livello del fusto, ma soprattutto dei frutti: seccume fogliare o “tip burn” degli ortaggi, marciume apicale del pomodoro, disseccamento del rachide della vite, butteratura amara del melo, spaccatura della buccia del pero e delle drupacee (ciliegie): sono solo alcune delle fisiopatie a cui possono andare incontro le piante se nel periodo cruciale dell’accrescimento sono sottoposte a tale carenza nutritiva.
Le soluzioni di Cifo
Per ovviare a queste problematiche, Cifo, investendo molto nel settore Ricerca e Sviluppo, propone diversi prodotti a base di Calcio in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza.
CALCISAN GREEN è la novità rivoluzionaria CIFO nel campo della nutrizione fogliare, nato proprio per massimizzare l’efficacia e l’efficienza del Calcio e Magnesio complessati sulle foglie e sui frutti.
Calcisan Green agisce su due livelli ben distinti: il primo è l’apporto di Calcio e Magnesio, il secondo è l’assorbimento e la traslocazione degli stessi con azione protettiva e veicolante, ottenuta dall’estratto puro di Macrocystis Integrifolia.
Grazie al Calcio e Magnesio veicolati e traslocati dalla Macrocystis Integrifolia, le membrane cellulari vengono rese estremamente elastiche tali da ridurre danni da cracking della polpa e dalla buccia.
Il formulato è stato progettato per applicazioni fogliari, esaltando l’effetto di assorbimento, traslocazione nei giusti siti che necessitano di questi elementi.
CALCISAN, formulato in grado di risolvere efficacemente le problematiche legate all’elevata salinità dei terreni. Calcio e Magnesio sostituiscono il Sodio nei colloidi di scambio (umo-argillosi), favorendone il dilavamento e quindi l’allontanamento dalla rizosfera.
Calcisan, che contiene Calcio e Magnesio complessati, ha una matrice organica ottenuta tramite un processo industriale innovativo che lo rende ancora più efficace e persistente. La S.O. è ricca in peptidi, polipeptidi ed amminoacidi liberi levogiri facilmente assimilabili a livello radicale e facilmente traslocabili per via xilematica verso gli organi in via di sviluppo. Ciò consente di ottenere frutti più robusti e consistenti, una maggiore conservabilità e resistenza alle manipolazioni (shelf life).
Ideale per applicazioni in fertirrigazione.
CALCIUM FAST è un formulato liquido a base di Calcio in forma chelata, è caratterizzato da un’elevata capacità di assorbimento a livello fogliare, dimostrando la massima efficacia nel contrastare le fisiopatie causate dalla carenza di Calcio e nell’aumentare la consistenza e conservabilità di frutta e ortaggi.
Calcium Fast risulta essere uno dei formulati presenti sul mercato con la più alta percentuale di Calcio (30%).
Calcium Fast è indicato in particolare per risolvere rapidamente le seguenti fisiopatie:
Butteratura amara delle mele;
Disseccamento del rachide della vite;
Marciume apicale del pomodoro;
Seccume fisiologico del melone;
Seccume fogliare degli ortaggi da foglia;
Mal raggiante, cracking e rugginosità delle drupacee;
Necrosi marginale delle brattee della poinsettia.
Ideale per applicazioni fogliari.
NEOBIT NEW, formulato ad elevato contenuto di Calcio, indicato per applicazioni fogliari al fine di prevenire e controllare la butteratura amara del melo, il disseccamento del rachide della vite, il marciume apicale del pomodoro e altre fisiopatie legate alla Calcio-carenza. Neobit New è ottenuto per dissoluzione di cloruro di Calcio ad elevato grado tecnico e di purezza. Un utilizzo costante di Neobit New consente di ottenere frutti ed ortaggi caratterizzati da elevata qualità, consistenza e conservabilità.
Il prodotto è consentito per l’utilizzo in agricoltura biologica su tutte le varietà di mele.
IDROFLORAL CA L è un concime appositamente studiato per applicazioni in fertirrigazione, a pieno campo, in serra e in idroponia.
La purezza dei componenti garantisce facilità di utilizzo, praticità nei dosaggi e rapido assorbimento radicale del Calcio.
I componenti sono scelti per fornire al prodotto un’elevata efficacia: l’Azoto Nitrico stimola la formazione dei peli radicali e sinergizza l’assorbimento del Calcio, mentre il Boro ne favorisce la traslocazione all’interno della pianta. La presenza di Magnesio stimola infine la formazione di clorofilla con conseguente aumento dell’attività fotosintetica che si traduce in una colorazione più intensa di foglie e frutti e in un incremento della produttività della pianta.
Apporti costanti di Idrofloral Ca L consentono di prevenire le comuni fisiopatie da Calcio-carenza e di ottenere produzioni qualitativamente superiori, con una maggiore consistenza e conservabilità dei frutti.
Come mantenere le piante sane e ottenere un ricco raccolto
Grossi e piccoli, rossi ma anche gialli, striati, neri: il mondo dei pomodori è vastissimo e offre soddisfazione anche ai meno esperti. Molte varietà crescono bene anche in vaso con poche attenzioni. Poche cure, ma indispensabili per ottenere un raccolto sano e generoso: ecco cosa fare
Via i “figli”. I getti che crescono tra una foglia e il fusto principale vanno tolti, per non indebolire la pianta e avere pomodori più grossi.
Rinforzare le piante. Forti consumatori di energia, i pomodori vanno nutriti con regolarità fin dal trapianto; Cifo concime granulare per piante da orto e da frutto va sparso al piede delle piante, ogni 15-20 giorni, su terreno già leggermente inumidito, facendo seguire un’abbondante irrigazione.
Prevenire le malattie. I pomodori vanno innaffiati senza bagnare il fogliame (operazione che potrebbe favorire la diffusione delle malattie). Se si notano inizi di malattie sul fogliame, è bene asportare le parti colpite. In via preventiva e per ostacolare la diffusione delle spore di malattie fungine molto dannose, come la peronospora del pomodoro, è bene utilizzare regolarmente un prodotto rinforzante come Propoli Cifo, che attiva le difese naturali delle piante nei confronti di insetti, funghi, batteri e virus, somministrando il prodotto alternandolo con Cifoblok, prodotto naturale, di nuova concezione, contenente estratti vegetali (Echinacea, Tormentilla, Aloe) e sali minerali, che inibisce lo sviluppo di patogeni tra cui quelli che causano malattie come oidio e peronospora. L’azione combinata dei due prodotti, forniti a distanza di 10-15 giorni per tutto il ciclo vegetativo, riduce drasticamente i problemi di salute.
Ripulire il terreno. Periodicamente occorre asportare le malerbe che crescono vicino alle piante operando una leggera zappettatura, che rompe la crosta superficiale consentendo un migliore passaggio di acqua e una corretta aerazione radicale.
Fornire una botta di energia. Il caldo, le irrigazioni irregolari, la forte produzione e altre ragioni legate al terreno e all’ambiente possono facilmente debilitare le piante. Per i pomodori e tutti gli altri ortaggi estivi viene in aiuto Cifo Bio Oro, biostimolante universale, che induce nelle piante trattate un rigoglioso sviluppo. Apporta sostanze fondamentali per la crescita delle piante e migliora le funzioni delle piante già dopo un’applicazione. Promuove la fioritura, favorisce la formazione dei frutti, migliora l’accrescimento e la maturazione degli ortaggi: i pomodori riprendono vitalità, producono nuovi fiori e nuovi frutti.
La fioritura dei gerani può essere lunghissima e non di rado sono ancora ricchi di boccioli in autunno. Per ottenere questo risultato, ecco tre consigli utili:
Le piante devono crescere in un substrato fertile e drenante: Cifo Terriccio per Gerani e piante fiorite – Linea Torfy soddisfa le loro esigenze e li protegge dal rischio di indebolimento e di marciumi radicali, causati da terriccio troppo compatto e argilloso.
Il nutrimento è fondamentale, ogni 8-10 giorni occorre Cifo Concime liquido per gerani, che è prontamente e totalmente assimilabile per via radicale e fogliare. Senza nutrimento, i gerani smettono di crescere e di fiorire; è bene fornire l’acqua con il concime evitando le ore più calde e dopo aver già inumidito il terriccio per favorire l’assorbimento ed evitare stress alle radici.
Un ultimo consiglio: se nel cuore dell’estate, quando le giornate e le notti sono caldissime, i gerani rallentano la fioritura, è normale: preferiscono temperature più fresche e riprenderanno il vigore quando le notti si faranno più fresche.
Frutta e verdura sana e genuina, tutelando la natura e l’ambiente
Insetti e malattie fungine non hanno paura del caldo e dell’afa estiva che, anzi, contribuiscono a creare le condizioni per la loro diffusione. Per ostacolare la loro presenza senza rinunciare alla genuinità del raccolto, ecco 5 consigli di base.
Attenzione alle innaffiature. L’acqua va somministrata in misura idonea, mai eccessiva sperando di far bene, e preferibilmente con sistemi a goccia o microaspersori. Deve arrivare al terreno senza bagnare il fogliame: le goccioline d’acqua diventerebbero potenziali vettori di spore e di batteri dannosi.
Rinforzare le piante. Correttamente nutriti, gli ortaggi e gli alberi da frutto reagiscono meglio a eventuali attacchi di parassiti. In questo periodo di grande consumo energetico, Cifo Bio Oro è consigliabile per rinforzare la vegetazione: è un biostimolante universale, che induce nelle piante trattate un rigoglioso sviluppo. Apporta sostanze fondamentali per la crescita delle piante e migliora le funzioni delle piante già dopo un’applicazione. Essenziale per ottenere il meglio dagli ortaggi estivi a forte consumo energetico, come i pomodori.
Prevenire le malattie. La presenza di spore di malattie fungine è quasi inevitabile, ma ci sono preparati, utilizzabili anche in regime di agricoltura biologica, che inducono resistenza e ostacolano le malattie. Per prevenire l’oidio o mal bianco si utilizza Cifo Zolfo Flow, 100% naturale, che ha una funzione energizzante: combatte la colorazione pallida delle foglie giovani, evita di avere frutti poco succulenti e profumati. Utile anche per la prevenzione di varie malattie fungine.
Ostacolare la presenza di afidi e ragnetto rosso. L’impiego di Cifo Stop Insetti – Sapone Molle, consentito in agricoltura biologica, è in grado di attivare le difese naturali delle piante nei confronti degli insetti, in particolare afidi e ragnetti, con effetto “pulente” naturale per lavare le piante imbrattate da melata o fumaggini causate dalla presenza da insetti.
Combattere le cocciniglie e la metcalfa. Oltre al mantenimento di pulizia sulle piante e intorno, occorre osservare le piante praticamente ogni giorno per intervenire ai primi segnali con un metodo di prevenzione molto efficace: Cifo Olio di Lino, in grado di attivare le difese naturali delle piante nei confronti degli insetti, in particolare delle cocciniglie. Non lascia alcun residuo su frutti, ortaggi e aromatiche ed è idoneo per chi sceglie i metodi bio.
Tutti questi metodi di prevenzione si devono unire alle buone pratiche consigliabili per qualsiasi orto: corretta rotazione delle diverse famiglie di ortaggi, utili consociazioni, pulizia costante dal secco e da frutti avariati o caduti a terra, protezione della biodiversità (gli insetti utili sono ottimi alleati) e, se proprio è necessario, impiego di prodotti mirati scelti nella gamma Cifo per piante edibili.
Giovedì 16 maggio, è stato firmato un accordo tra la catena della GDS bulgara Praktiker e Cherry Dreams, storico distributore locale di Cifo nel settore dell’agricoltura professionale, per l’entrata dei prodotti CIFO giardinaggio nel prestigioso punto vendita di Sofia nel quartiere Tsarigradsko Shosse.
Praktiker è una catena di ipermercati per la casa e il giardino con sede in Germania. Sul mercato bulgaro ha aperto il suo primo negozio nel 2004.
Nei seguenti 10 anni, “Praktiker” apre altri 9 ipermercati – due a Sofia e uno a Plovdiv, Varna, Burgas, Ruse, Stara Zagora, Pleven e Veliko Tarnovo. Nel 2014 l’azienda bulgara “Videolux Holding”, leader in Bulgaria nel mercato retail con il marchi Technopolis, acquisisce l’intera attività di Praktiker per la Bulgaria. Videolux nel corso di questi ultimi anni ha costantemente modernizzato e aggiornato tutti gli ipermercati Praktiker. Nel 2017 Praktiker apre due nuovi ipermercati in due nuove città: Yambol e Shumen.
L’entrata della Cifo nel punto vendita di Sofia Tsarigradsko è l’inizio di un progetto che prevede in due anni l’entrata in tutti e 12 i punti vendita Praktiker.